Capitolo 15

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[Eliza POV]

Sembra incredibile, ma da quel giorno... il giorno in cui mi sono lasciata andare ed ho baciato Alycia è passato un mese. I giorni sono volati a discapito del mio umore e del mio malessere. Ho cercato di essere forte, di far finta che non fosse successo niente, ma questa volta la mia maschera di facciata non è servita. Sono riuscita a far preoccupare sia Lindsey che Marie - a cui però non ho detto nulla - adesso mi trattano come una sorvegliata speciale, evitano di lasciarmi sola e tutto questo perché pensano che possa fare qualche sciocchezza... ma la sciocchezza più grande - se così la vogliamo chiamare - l'ho già fatta e continuo a non voltarmi indietro, nonostante io ne abbia una voglia assurda.

Vorrei correre da lei, con il rischio di essere respinta un'altra volta, dirle che mi dispiace, che l'amo e che l'aspetterò fino a che non ritornerà da me... ma non posso farle questo, non posso essere così egoista da mettere me stessa sopra ogni cosa e poi lei non ha mai detto di ricambiare i miei sentimenti. Anche se ho percepito il trasporto, il suo coinvolgimento, mentre la baciavo, lei non ha mai detto di amarmi. Magari ho confuso la sua gentilezza, il suo essermi amica, il suo affetto, per amore... non sarei la prima ne tantomeno l'ultima.

La mente può giocare brutti scherzi e la mia è un asso in questo, soprattutto per le fantasie che continua a ripropormi senza fine e che io mi ostino a negare.

Domani Alycia se ne andrà, partirà per l'Università ed io non la rivedrò più. Il modo in cui le ho urlato contro, il tono che ho usato - freddo e sarcastico - ancora mi tormenta. Mi sono lasciata guidare dalla frustrazione, dalla rabbia, da un stupido senso di gelosia verso il Cambridge, verso il mondo, che me la stanno portando via. Ho agito d'impulso, senza pensare alle conseguenze, come una ragazzina viziata che dico tanto di non essere ed invece sono.

È inutile continuare a recriminare, non mi scuserò di amarla, anche se forse mi dovrei scusare con lei per come l'ho trattata... ma se ora incrociassi di nuovo i suoi occhi non so se riuscirei ad essere così fredda, così razionale, potrei dire o fare altre cose di cui potrei pentirmi e direi che di sensi di colpa ne ho già abbastanza.

Per mia sfortuna è sabato e l'ultimo anno di liceo non è ancora iniziato. Così, sono costretta a rimanere tra le mure di Arundel, chiusa nella mia stanza per quasi tutto il giorno. Non voglio correre nessun rischio di incontrarla, evito di scendere per colazione, per pranzo, diciamo che il mio stomaco si è alleato col mio umore e non è molto propenso ad ingerire cibo... ma in tutto il mio piano non ho tenuto conto di quell'uragano della mia migliore amica.

"Sveglia splendore! È ora di lasciare questa stanza e tornare a vivere", la voce di Lindsey irrompe nella mia camera facendomi sussultare.

"Linz, non si bussa più? Vattene! Non sono proprio dell'umore...", sbuffo seccata ritornando ad abbracciare il cuscino del mio letto.

"È un mese che non sei dell'umore ed io francamente mi sono stufata! Adesso ti vesti e ti porto al club e non è una richiesta o un suggerimento... ma un ordine! Ho fatto i salti mortali per avere un tavolo in prima fila...".

"Linz, io non voglio uscire, e poi... di che parli? Noi stiamo sempre in fondo perché la musica dal vivo è veramente orribile", protesto cercando di addurre scuse su scuse.

"Ed è qui che ti sbagli, stasera c'è la Regina del Soul. La grande Aretha Franklin è in tournée e ha deciso di fare qualche tappa nei club più rinomati inglesi. Diamine, non sto più nella pelle... ma ci pensi? Non vedo l'ora di urlare a squarcia gola il ritornello di Respect o quello di Think. Quindi, datti una mossa hai solo un'ora per prepararti, voglio essere là prima per chiederle un autografo", mi spiega facendosi prendere dall'entusiasmo.

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