Capitolo 29

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[Eliza POV]

Ho riflettuto molto sulla conversazione avvenuta con Maggie solo una settimana fa, ma più ci penso più la mia decisione rimane immutata. Sono consapevole che lei abbia ragione, sto buttando via la mia vita, ma lo faccio per salvare mia sorella, sicuramente lei non sopporterebbe tutto questo schifo.

Devo ammetterlo più i giorni passano più faccio fatica a fare buon viso a cattivo gioco, mi sforzo, ma a volte fallisco miseramente, soprattutto quando devo vedere Thomas, per i cosiddetti appuntamenti di corteggiamento. Diavolo, ormai siamo negli anni settanta – nel ventunesimo secolo per la miseria – e ci comportiamo ancora come se fossimo nel '800, tutto questo mi indigna e disgusta... però, alla fine della fiera, mi tocca subirne le conseguenze non ho molte scelte.

La libertà è un lusso che mi è stato negato, il ché a pensarci è ironica come cosa, io... la Duchessa di una delle più stimate  famiglie aristocratiche che da secoli prende parte alla camera dei nobili inglesi, non ho il permesso di vivere la mia vita, di amare chi voglio. Mi piacerebbe tanto essere un'egoista, in questa situazione mi farebbe comodo, ma non ce la potrei mai fare ad esserlo, non fa parte di me.

Ogni giorno è un tirare avanti e quella piccola parentesi di felicità, che mi fa da rifugio per sopravvivere, è sempre più difficile da raggiungere, viene celata e sopraffatta dal dolore e dalla sofferenza di non riuscire più a perdermi nel suo sguardo. E oggi non è diverso dagli altri. Il mio umore è pessimo e la testa mi fa male per il troppo pensare.

Continuo a guardare la pioggia cadere dalla finestra della mia camera – sembra diventato il mio nuovo passatempo – cercando di spegnere il cervello, ma non ci riesco. Sono talmente assorta dai miei problemi che l'improvvisa irruzione nella mia stanza, di mia sorella e Lindsey, mi spaventa.

"Ma siete impazzite? Non si usa più bussare? Mi avete fatto prendere un colpo...", dico cercando di calmare lo spavento.

"Sorellona, io non busso mai ormai dovresti saperlo. Per quanto riguarda il colpo, onestamente potevo pensarci prima, almeno la smetteresti di essere così catatonica... ma guardati?! Sembri la tristezza fatta a persona... da quand'è che non sorridi più, eh?".

"Marie... ti prego...", provo invano a farla smettere, anche se non ne ho più la forza.

"Eliza, basta! La devi smettere di tenerci allo scuro. È evidente che c'è qualcosa che ti turba, che ti rende triste e noi siamo stanche di vederti così. Rivogliamo la nostra Eliza, la sorella e la migliore amica solare e vivace che ti contagia con la sua allegria. Mi sono stancata di vedere la brutta copia di te e ho bisogno della mia migliore amica e ne ho bisogno subito...", sbotta Lindsey in preda all'esasperazione.

"Ora ci spieghi cosa diavolo ti succede, perché questa pagliacciata del matrimonio con mio fratello non l'ho bevuta neanche per un secondo. Ho lasciato correre perché pensavo che con i tuoi tempi saresti venuta da me, ma non lo hai fatto e il tempo sta per esaurirsi. Ti conosco e lo so benissimo che non lo ami... che sei innamorata di un'altra persona. E non ammetto che tu ti rovini la vita continuando questa falsa... ora, sputo il rospo e cerca di essere convincente!", esclama sempre più perentoria Linz.

"Whoa, whoa... aspettate un po' un attimo. Credo seriamente di essermi persa qualcosa. Eliza, non mi devi dire niente al riguardo? Non so, ad esempio... di chi diavolo tu sia veramente innamorata?", parte mia sorella mettendomi definitivamente all'angolo.

"Forse è meglio se ti siedi Marie...", sussurro cercando di trovare il coraggio di raccontarle tutto.

"Addirittura... se stai cercando di spaventarmi ti informo, cara sorella, che stai facendo un buon lavoro...", la sua espressione sorpresa e spaesata, mi farebbe quasi ridere in un altro contesto, ma non ora.

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