Capitolo 47.

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Lana's pov

Qualche giorno dopo la nostra "litigata" era ritornato tutto normale per modo di dire.
Il giorno prima del compleanno di Ruby partimmo per New York solo io e lei e passammo tutto il tempo insieme ricordandoci di tutte quelle notti che avevamo passato di nascosto dai suoi genitori.
Il mattino mi svegliai presto per prepararle la colazione ma lei si svegliò subito dopo di me e corse in bagno per rimettere, tipiche nausee mattutine.
-Per quanto pensi che continuerà- mi chiese sbuffando
-Solo per i primi mesi, vedrai che tra poco passerà- le sorrisi baciandola dolcemente
-Sai pensavo di andare a trovare mio fratello oggi.. ti dispiace?-
-Perché dovrebbe? Sono felice che tu voglia riallacciare i rapporti con lui-
-Grazie... spero solo che mi perdoni per averlo trattato in quel modo-
-Certo che lo farà, io e mia sorella abbiamo litigato tante volte ma ci siamo sempre perdonate quindi non preoccuparti-
Misi la colazione in tavola poi dopo aver mangiato la portai da suo fratello.
Andai a prendere dei fiori in una fioreria e parcheggiai la macchina vicino all'hotel poi ripresi il mio cammino per la destinazione finale.
Erano anni che non andavo in quel posto perché faceva ancora male, nonostante tutti gli anni passati era l'unica ferita ancora aperta.
Arrivai sul quel sentiero che conduceva al cimitero e non ci misi molto per trovare il posto dov'era stato sepolto mio padre.
Sorrisi nel leggere il suo nome
Samuel Parrilla.
Poggiai i fiori accanto alla lapide poi mi misi seduta anche io.
-Ciao papà, era da un po' che non venivo a trovarti, scusami tanto ma sono successe tante di quelle cose, non so neanche da dove iniziare- dissi cercando di trattenere le lacrime che iniziavano ad accumularsi nei miei occhi
-Non sto più con Fred sai? Però ho incontrato un'altra persona migliore di lui, mi ha fatto tornare il sorriso, papà.
È una ragazza, si chiama Ruby ed è fantastica, ha 20 anni, li ha compiuti proprio oggi, abbiamo dovuto superare un sacco di ostacoli per poter stare insieme, come sua madre che non mi sopportava, ora sta cambiando anche lei e spero che un giorno riuscirà ad accettarmi perché io amo Ruby con tutta me stessa e non riuscirei a perdere un'altra persona che amo.- ormai avevano vinto le emozioni, il mio viso era segnato dalle lacrime però grazie a dio non c'era nessuno lì. Forse a causa del tempo. Forse per l'orario.
Sorrisi cercando di asciugarmi le lacrime sapendo però che mi sarei rimessa a piangere di nuovo
-Ora Ruby è incinta, lei vuole che sia io l'altra madre del bambino e io non potrei essere più felice però ho paura che un giorno il padre del bambino possa portarcelo via...
Lo so, non devo essere così negativa però ho paura, davvero.
Vorrei solo fosse tutto un po' più semplice o almeno avere un segno che ce la farò, che ce la faremo a superare anche questa.
Lei è troppo importante per me ed è l'unica persona che non posso permettermi di perdere- dissi chiudendo gli occhi appoggiando la testa sulla lapide di mio padre.
-Se solo sapesse di mio figlio sarebbe tutto più facile... ma non posso dirglielo ora che sta andando tutto così bene... non si merita di soffrire ancora e di sapere che le ho mentito... ancora una volta.-
All'età di 17 anni diedi alla luce un bellissimo bambino, era la mia vita quel bambino, era nato da un rapporto andato ormai in rovina e il padre non lo ha mai saputo ma poco dopo l'anno compiuto lo rapirono, passai anni a cercarlo ma nessuno mi voleva dare ascolto, la polizia lasciò perdere quando trovarono del sangue che apparteneva a lui.
Passai mesi a piangere e non ce la facevo più.
Piano piano lasciai anche io il passato alla spalle anche se molto doloroso e cominciai una nuova vita.
Nessuno sapeva di questa storia, tranne mia sorella.
Volevo tanto dirlo a Ruby ma avevo una paura matta che lei non mi guardasse più allo stesso modo.
Non mi ero accorta fino a quel momento di quanto
avessi avuto bisogno di sfogarmi per tutto. Mio padre mi aveva sempre ascoltata, era un po' troppo protettivo ma lo faceva per il mio bene e lo sapevo però sapeva sempre darmi i giusti consigli.
Mi tornarono in mente un sacco di ricordi di quando ero piccola, dopo il loro divorzio piangevo quasi sempre perché volevo stessero sempre insieme, per me era importante averli entrambi e per farmi smettere di piangere mi prendeva in braccio e mi faceva girare per tutta la stanza facendomi ridere a crepapelle, mi faceva tornare il sorriso ogni volta.
Lui era il mio eroe e lo sarebbe sempre stato ed ero sicura che vegliava su di noi perchè quando aprì gli occhi mi trovai una piuma sulle gambe.
Sorrisi perché anche quando persi le speranze per il mio bambino e quando ormai avevo toccato il fondo ero andata a trovare al cimitero mio padre e piansi perché non ce la facevo più a vivere in quel modo e per i mesi seguenti mi capitò spesso di vedere delle piume e la mia vita cambiò. È per questo che mi sono fatta un tatuaggio sul polso con una piuma perché per me voleva dire speranza.
Speranza che tutto possa cambiare.
Speranza in un futuro migliore.
Era un segno anche quello, mio padre mi aveva sentita e magari voleva dirmi di non perdere la speranza
-Gracias papito. Mi manchi mi héroe-
dissi con le lacrime agli occhi alzandomi per poi sistemare meglio i fiori e ripresi a camminare fino a ritornare in hotel.

Living A Dream ||Lana ParrillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora