Capitolo 20.

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Più giorni passavano e più le mie domande aumentavano.
Perchè quel messaggio?
Perchè andarsene così?
Avevo fatto qualcosa io o semplicemente lei provava nulla per me ed ero soltanto un passatempo?
Sembrava così vero, io la amavo ancora, nonostante tutto e forse sarebbe stato così per sempre, un'eterna tortura.
Dopo quel messaggio cambiò tutto, avevo iniziato a bere, mi ero fatta nuove amicizie, sapevo fossero finte ma era sempre meglio che subursi le prediche di Noemi, mio fratello Eric non mi rivolge più la parola perché ha scoperto dei miei problemi e si è incazzato quando gli ho detto che non poteva sapere il perchè, alla fine erano solo cazzi miei.
Quasi nessuno mi capiva ormai tranne Alex e stranamente mio fratello Luca, era diventata la persona che mi supportava di più nonostante non sapesse cosa mi stava succedendo.
Ero in camera con lui quando mia madre ci avvertì che sarebbero venuti a cena Noemi e la sua famiglia quindici minuti prima che arrivassero così io mi cambiai in fretta e scesi di corsa non ebbi neanche il tempo di sistemare la mia camera.
Dovetti uscire pure io ad accoglierli assieme a mio fratello e mia sorella, non guardai in faccia Noemi, non avevo bisogno di essere compatita da lei. Mio fratello se ne accorse e mi prese per mano
-Stai tranquilla, ci sono anche io- mi disse sottovoce mentre mia sorella andava verso la macchina.
I genitori scesero come al solito allegri e felici e salutarono prima Sara poi me e mio fratello e infine i miei genitori.
Poi, come se non fosse successo nulla, Noemi mi abbracciò e mi salutò, nonostante la sera prima avessimo litigato per telefono ma evidentemente era una cazzata, ormai tutte le nostre liti erano per delle cazzate.
Eravamo tutti in sala da pranzo quando notai che mio padre si comportava in modo diverso, aveva un nonsochè di strano, era divertente e parlava molto più del solito con la madre di Noemi lasciando praticamente Jef con mia madre, povero uomo.
-Ragazze perchè non andate al piano superiore, non te Sara, tu devi aiutare qui- disse mia madre innocentemente, innocentemente il cazzo quella bastarda voleva che Noemi vedesse che casino avessi in camera. Salimmo le scale in silenzio e prima di entrare lei iniziò a parlare
-Senti per ieri sera mi dispiace non ero in me, davve..- si bloccò appena vide la bottiglia di whiskey sul mio comodino
-Mi avevi detto che non avresti piú bevuto.- disse incazzata prendendo ls bottiglia in mano
-Beh a quanto pare non mantengo la parola- dissi prendendo la bottiglia per poi metterla nel piccolo cestino che avevo in camera.
-Devi andare avanti e smetterla di pensare a lei, so com'è, so che può essere difficile ma non puoi andare avanti così, a bere e..e a fumare- disse guardando a terra dove c'era il mio portacenere
-No, non sai com'è perché non ci sei mai passata, Io sarò pure cambiata come dite voi dopo che Lana se n'è andata ma sei cambiata pure tu. Sembra che tutto succeda per colpa mia, dalle cazzate più assurde e non ce la faccio più a sentire le tue scuse, finte per lo più perchè so benissimo che quello che dici quando sei arrabbiata è quello che pensi- le dissi incazzata con le lacrime agli occhi mentre lei mi guardava
-Ruby ti voglio bene e mi dispiace davvero-
-Se non hai altro da aggiungere, sei pregata di andartene, non mi servono ne le tue scuse -
Mi girai dall'altra parte per non guardarla poi sentì la porta della camera aprirsi e poi chiudersi alle mie spalle e senti dei passi veloci scendere le scale e poi la vidi che correva fuori di casa.
Sentì come se qualcosa lasciasse il mio corpo, una parte di me, della mia storia se era scomparsa, ma era giusto così.
Mi lasciai andare di peso sul letto dopo aver chiuso la porta e messo le cuffiette e piansi fino a finire le lacrime per tutto, per Noemi, per Lana.

"Dopotutto è stato bello averti accanto
Pensare che sarebbe stato in eterno
Viaggiare sempre e solo con il cuore spento
Illudersi ancora tu stessi cambiando
Ma non sapevi darmi poi più di così."

Living A Dream ||Lana ParrillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora