Finalmente era arrivata la sera e anche la cena era finita: tutto sommato la giornata non era stata stressante come avevo pensato... avevo visto la Dubois solo a cena per fortuna. Molto probabilmente aveva i suoi importanti impegni per non presentarsi a colazione e a pranzo.
Meglio per me insomma. Stavo camminando di fianco a Severus, ma quando arrivammo alla rampa di scale mi fermai: dovevo preparare il mio piano di vendetta, però non avevo detto nulla a lui.
"Io devo... fare delle cose. Ti raggiungo più tardi." Gli dissi allora, a mo' di spiegazione, facendogli un sorriso a trentadue denti. Non ero molto convincente: non ero mai stata brava a mentire. Anche quando frequentavo Hogwarts mi sgamavano sempre... sfortuna nera.
Lui mi guardò dritto negli occhi, con il suo solito sopracciglio alzato.
"Devi fare delle cose?" mi chiese sospettoso, osservandomi: l'avevo detto io che non mi credeva!
Io annuii, avvicinandomi per scoccargli un bacio sulle labbra: così almeno si sarebbe distratto.
"Sei impazzita!?" mi disse subito, staccandosi come scottato.
"Relax, Severus, relax!" ridacchiai io, per poi scappare verso le mie stanze. A dire il vero dovevo andare nella sala comune di Serpeverde, che era nei sotterranei, ma se fossi andata direttamente lì il mio amato pozionista avrebbe scoperto tutto. Era troppo sveglio per i miei gusti...
Mi fermai dietro una colonna, senza che lui mi vedesse, ed aspettai lì finché non lo sentii chiudere la porta del laboratorio.
Decisi di dirigermi verso la mia vecchia sala comune a quel punto: avevo del lavoro da svolgere. Cercai di camminare velocemente e silenziosamente, per non farmi scoprire: cavoli, nemmeno fosse una missione top secret! Nemmeno in quelle cattura Mangiamorte mi facevo così tanti problemi.
Arrivai finalmente davanti alla parete e subito guardai alle mie spalle: non c'era nessuno.
Tirai un sospiro di sollievo e dissi la parola d'ordine, per poi entrare.
Sorrisi quando fui dentro: era da molto tempo che non andavo in quella che era stata la mia sala comune, mi tornavano in mente tanti ricordi piacevoli. Il primo bacio con il fidanzatino dell'epoca, le serate a studiare sul divanetto, a chiacchierare con le amiche...
Vidi qualche studente riposarsi sul suddetto divano, mentre certi finivano di studiare guardando talvolta fuori dalle finestre che mostravano le profondità del Lago Nero.
Mi schiarii la voce per attirare l'attenzione e subito si girarono verso di me.
"Devo parlare con Alan e Matthew." Dissi allora, sorridendo. Forse in dieci minuti potevo concludere il tutto e tornarmene da Severus.
"Alan, Matthew, vi vuole la professoressa Callaghan!" urlò una ragazza dai capelli neri e poco dopo sentii dei passi avvicinarsi: eccoli lì i ragazzi che facevano al caso mio.
"Noi non abbiamo fatto nulla." Dissero subito in coro, ma io scossi la testa, ridendo leggermente.
"Lo so, ho solo bisogno del vostro aiuto. Venite un attimo con me."
Così uscimmo e li accompagnai nel mio ufficio: speravo con tutto il cuore che potessero aiutarmi.
"Accomodatevi, prego. Volete una cioccorana?" chiesi loro mentre mi sedevo e loro facevano altrettanto, guardandomi confusamente, ma alla fine si strinsero nelle spalle e ne presero una a testa.
"Allora... vi ho chiamato perché ho bisogno di un favore." Iniziai subito, guardandoli attentamente. "Però statemi bene a sentire: da qui non deve uscire una sola parola di quello che sto per dirvi. Avete capito? Altrimenti vi faccio ripetere l'anno."
Loro annuirono con gli occhi sgranati. Sapevo che tra gli studenti giravano voci sulla relazione con Severus, quindi volevo essere sicura che non spifferassero tutto in giro.
Insomma, non erano stupidi, facendo uno più uno avrebbero capito che ero gelosa della Dubois... le voci sarebbero dovute rimanere voci, altrimenti Severus mi avrebbe uccisa.
I due ragazzi non dissero nulla, così continuai.
"Dovete aiutarmi a fare uno dei vostri scherzi alla Dubois. Se lo scherzo riesce aumenterò i vostri voti."
"Ci stiamo." Dissero subito in coro: in effetti i loro voti non erano altissimi, quindi era stato facile convincerli. Ecco, bastava solamente decidere gli scherzetti e il gioco era fatto!
~☆~
Piton stava correggendo i compiti dei suoi studenti: quelle zucche vuote non capivano nulla, le pergamene erano totalmente segnate di rosso. Non sapevano fare nemmeno le pozioni più elementari...
Sbuffando passò al test successivo, mentre il suo nervosismo cresceva. Non aveva intenzione di bere Whiskey per un bel po' di tempo, ma non aveva nulla per rilassarsi. Magari baciare Keela gli avrebbe sollevato il morale: all'inizio della relazione pensava che non si sarebbe mai abituato a dedicarle attenzioni, ma doveva ammettere che se la cavava egregiamente.
Improvvisamente sentì bussare e posò la piuma scocciato.
"Avanti." Sbottò irritato, già pronto a fulminare con lo sguardo chiunque fosse entrato.
"Che succede?" chiese subito Keela, entrando, guardandolo interrogativa.
"Nulla." Disse con tono monocorde Piton, appoggiandosi allo schienale della sedia, tornando a correggere.
"Sembri nervoso."
"Tu credi?" le rispose sarcastico, mentre lei si sistemava dietro di lui, sporgendosi per abbracciarlo. Gli diede diversi baci sulla guancia, per poi posare il mento sulla sua spalla.
"Wow. Non è andato bene questo compito a sorpresa." Rise infine, notando tutte le correzioni, e lui mugugnò infastidito.
"Sei suscettibile questa sera..." continuò ancora Keela, ma non fece in tempo a ribattere dato che le parole gli morirono in gola. Gli stava mordendo sensualmente il lobo dell'orecchio e stava sbottonando i primi bottoni della casacca e della camicia, per poi intrufolare le mani sotto la stoffa.
"Potrei massaggiarti un po', così ti rilassi."
Subito cominciò a frizionargli i muscoli, così sospirò di piacere: la sua idea non era niente male.
Tornò ai suoi compiti, mentre Keela si concentrava sulle sue spalle; sicuramente i suoi tocchi erano molto meglio del Whiskey.
"Mmhh, leggermente più giù..." mormorò ormai rilassato, annotando l'ultimo voto e posando la piuma sulla scrivania.
"Sei sempre così teso, avresti bisogno di una bella vacanza Severus." Disse Keela, tracciando ghirigori lungo la spina dorsale.
Improvvisamente tolse le mani dal suo corpo, prendendogli il braccio, per farlo alzare.
"Vieni con me." Sussurrò poi maliziosamente, sfiorandogli le labbra in un tenero bacio.
Prevedeva una bellissima conclusione di serata... infatti la seguì di buon grado.
Lo spogliò, lasciandolo solo con i boxer, e, come per la sera in cui si era fermato a casa di lei, si distese e la sua compagna si sedette sul suo sedere, dopo aver indossato la sua solita sottoveste provocante. Non aveva nulla di particolarmente eccitante, ma lo faceva impazzire.
Peccato che non avesse dell'olio...
~☆~
La mattina successiva mi stiracchiai con un sorriso sulle labbra, tra le braccia di Severus.
Dopo aver organizzato gli scherzi per la Dubois, mi ero lanciata in una sessione di massaggi che ovviamente aveva apprezzato. Gli avevo frizionato i muscoli finché non si era appisolato: talvolta Sev aveva bisogno di staccare completamente la spina, lasciandosi coccolare.
Finalmente era sabato, quindi giornata libera, ma mi sarei presentata assolutamente alla partita di Quidditch, altrimenti chi la sentiva Minerva?
Aprii lentamente gli occhi, rendendomi conto solo in quel momento che Severus mi stava osservando. Ero appoggiata al suo corpo, mentre lui era disteso su un fianco e mi circondava con un braccio.
"Buongiorno." Mi salutò Severus, posandomi un bacio in fronte. Io gli sorrisi, accoccolandomi meglio e nascondendo il viso nell'incavo del suo collo, sospirando felice.
"Da quanto mi stavi guardando?" mugugnai poi, gustandomi il tepore del suo corpo seminudo. Adoravo quando dormiva solo con i pantaloni del pigiama... ed io ne approfittavo sempre. Anche se non avevamo fatto l'amore, avevo tolto la sottoveste e il reggiseno, restando solamente con gli slip: tanto mi scaldava sempre Severus e si stava più comodi.
"Da quando mi sono svegliato." Mi rispose lui, con tono monocorde.
"Sei proprio simpatico..." ridacchiai allora, sbadigliando leggermente.
Pensavo restasse lì con me, ma improvvisamente mi spostò dolcemente, sempre con i suoi modi delicati, e mi ritrovai da sola sul letto. Lo guardai mentre si toglieva i pantaloni del pigiama per indossare quelli che portava quotidianamente: uffa... io volevo restare abbracciata al suo corpo! Non mi sarei arresa così facilmente, infatti gattonai sul materasso e mi aggrappai su di lui, agganciando le gambe al suo bacino e incollando il seno alla sua schiena.
"Ancora cinque minuti, ti prego... ancora un po' di coccole..." mugugnai con la voce assonnata, lasciandogli un bacio sulla spalla.
"Keela... arriveremo in ritardo." Mi disse Severus, sedendosi nuovamente sul letto, per scrollarmi di dosso. Alla fine lo lasciai, così tornai al punto al partenza: insomma non avevo concluso nulla. Sbuffai, distendendomi in modo da occupare tutto il letto, come quando da bambina facevo gli angeli sulla neve.
Severus mi guardò con un sopracciglio alzato, mentre si infilava la camicia abbottonata nei pantaloni, per poi passare alla casacca.
"Credo che questo sia un chiaro invito a tornare a letto." Fece allora, facendo un gesto distratto con la mano per indicarmi. "Sei proprio una serpe."
Io ridacchiai: non avevo fatto nulla di proposito, ma avevo solo gli slip, quindi Severus vedeva tutto il resto, dato che il seno era in bella mostra.
"Se pensi che ceda ti sbagli di grosso questa volta." Concluse infine, alzando un angolo della bocca per fare uno dei suoi soliti ghigni.
Comunque tornò sopra di me, lasciandomi un lungo bacio sulle labbra, per poi scendere e tracciare una scia umida fino all'elastico degli slip. Io avevo chiuso gli occhi e afferrato i suoi capelli, ma improvvisamente si allontanò dal mio corpo.
"Sei un bastardo..." mugugnai contrariata mentre mi alzavo a fatica, andando a prendere un reggiseno.
"Per quanto mi riguarda i miei genitori mi hanno concepito all'interno del matrimonio, quindi, il termine non mi si addice." Mi prese in giro lui, seduto sulla poltrona vicino al caminetto.
Io alzai gli occhi al cielo, divertita dalla sua risposta, e nel frattempo mi misi una veste da strega, una delle preferite di Severus: volevo stuzzicarlo come lui aveva appena fatto con me.
Mi diceva ogni volta che gli piaceva dato che metteva in risalto le mie curve.
"Allora... andiamo?" gli chiesi mentre mi sistemavo i capelli, cercando di essere il più sensuale possibile. Stavo per prendere il mantello, quando sentii Severus cingermi la vita possessivamente da dietro: in quel momento mi ritrovai intrappolata fra il suo corpo e il muro.
"Smettila di provocarmi." Soffiò a un millimetro dal mio orecchio, attirandomi ancora di più a lui.
"Altrimenti?"
"Hhmm..." borbottò Severus, lasciandomi libera. "Arriveremo in ritardo."
~☆~
Piton si era svegliato presto quella mattina ed era rimasto disteso ad osservare Keela: ormai era certo di essersene innamorato. Ogni volta che gli sorrideva o gli dava un bacio sentiva qualcosa nello stomaco, stava veramente bene.
Poteva dire che il loro rapporto si era decisamente rafforzato... ma lei era veramente una serpe. Si era accorto che voleva stare a letto con lui, ma Minerva non sarebbe stata d'accordo: dovevano presentarsi assolutamente a quella stupida partita di quidditch.
Per un momento aveva pensato di farla sua contro il muro, però da quando avevano litigato preferiva amarla con dolcezza, magari tra le coperte o sul tappeto davanti al camino.
Finalmente uscirono dalle sue stanze, dopo aver preso i mantelli, per andare al campo da quidditch.
Poi, improvvisamente, davanti a loro sbucò la Dubois: stava per uscire dal portone principale con le valige.
"Tu! È tutta colpa tua!" urlò verso Keela, la quale stava cercando di non ridere.
"Non so di cosa stai parlando..." le rispose lei, con un sorriso dolce: il suo sesto senso gli suggeriva che i capelli crespi e grigi della nuova insegnante erano opera di Keela.
"Stupida puttana! Te la farò pagare!" fece infine, lasciando il castello.
Senza dirgli una parola, Keela proseguì canticchiando, al settimo cielo. La seguì in silenzio, pensieroso: era stata sicuramente lei, dato che non si era nemmeno arrabbiata per come quella donna l'aveva chiamata.
"Non devi dirmi nulla?" le domandò poi, mentre si sedevano sulle gradinate delle tribune.
"Nah..." disse Keela, respirando a pieni polmoni l'aria fresca. "Ma sicuramente saprai che non si prendono in giro i Serpeverde."
"Credo di aver appena avuto un esempio lampante."
~☆~
"Forza Serpeverde!" urlai per incitare il cercatore che stava per afferrare il boccino d'oro, e poco dopo Madama Bumb fischiò la fine della partita: Serpeverde aveva battuto Tassorosso.
Severus era seduto compostamente e batteva le mani, mentre io mi sbracciavo come una pazza: anche se avevo paura di volare adoravo il quidditch, ero una grande tifosa.
Con calma scendemmo dalle tribune, per incamminarci nuovamente verso il castello, ma non avevo molta voglia di tornare dentro al chiuso. Volevo stare all'aria aperta con Severus: magari potevamo andare a farci un giro nella Londra babbana o Diagon Alley, per non doversi cambiare gli abiti.
"Sev... ti fidi di me?" gli domandai allora, sorridendogli.
Lui alzò un sopracciglio e si fermò, così io gli porsi la mano, che ovviamente lui afferrò con cautela. Ci materializzammo in un attimo in una stradina del quartiere magico più famoso d'Inghilterra, ma Severus aveva uno sguardo omicida.
"Diagon Alley, Keela?" sbottò mentre si guardava intorno, disgustato.
"Avevo voglia di passare del tempo con te senza seccature... ad Hogwarts devo aspettare la sera per baciarti!" e dicendo questo incollai le labbra sulle sue, senza dargli il tempo di ribattere. Lo abbracciai e mi avvicinai al suo corpo: adoravo i suoi abbracci protettivi.
Ci baciammo per un tempo infinito, un bacio dolce e romantico. Mi staccai solo quando non ebbi più fiato a disposizione, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo, mentre Severus mi tenne stretta a lui.
Meno male che eravamo in una stradina, così nessuno ci poteva vedere.
"Ti amo tanto, Severus." Sussurrai poi sulle sue labbra, lasciandoci un ultimo bacio. Lui sorrise leggermente, come al solito: ormai erano quelle le sue risposte ai miei ti amo.
"Andiamo a fare una camminata?" gli chiesi, prendendogli la mano.
"Ho per caso altra scelta?" fece Severus, guardandomi di traverso. E quante storie per una giornata diversa!
"Certo che no!" gli risposi allora, con un sorriso a trentadue denti. Lo trascinai nella via principale di Diagon Alley, affollata come al solito.
Era un sogno che diventava realtà: finalmente camminavo mano nella mano con Severus guardando vetrine e talvolta mi alzavo sulle punte dei piedi per posargli un bacio sulla guancia. Sev invece non era proprio al massimo della felicità... guardava tutto con sguardo annoiato e quando la gente lo indicava per poi bisbigliare, stringeva di più la presa sulla mia mano, per poi sbuffare.
"Beviamo qualcosa?" gli proposi dopo un po', dato che non si rilassava. Lui annuì distratto, così lo portai al mio bar preferito: facevano un the che era la fine del mondo, ogni mattina quando lavoravo al San Mungo facevo colazione da loro.
Non appena entrammo percepii il profumo dolce dei croissant e, prima che Severus si mettesse a brontolare anche per quello, ci andammo a sedere, in un tavolino isolato.
"Cosa prendi?" gli domandai mentre mi alzavo per andare al bancone a ordinare.
"Qualcosa di non alcolico. Porta quello che vuoi." Mi rispose distrattamente, continuando a guardarsi in giro infastidito.
~☆~
La prossima volta doveva assolutamente chiedere a Keela quali fossero le sue intenzioni prima che si lasciasse coinvolgere nelle sue idee strampalate. Infatti si trovava a Diagon Alley, seduto in uno stramaledettissimo bar.
Non aveva assolutamente voglia di stare tra la gente, tutti che lo indicavano e bisbigliavano senza tregua.
"Eccomi." Disse Keela, tornando con le ordinazioni. "Ti ho preso un the, ti piacerà moltissimo. Ti rilasserà anche molto."
Si sedette, appoggiando tutto sul tavolo, per poi iniziare a sorseggiare il suo di the.
"Keela!" esordì poi una voce di donna a lui sconosciuta, ma la sua compagna spalancò gli occhi.
"Santo Merlino..." sussurrò lei, sbattendosi una mano in fronte, per infine girarsi. "Ciao, mamma!"
Dopo aver sentito la parola mamma, fu il turno di Piton di spalancare gli occhi. Altro che rilassarsi! In quel momento rimpianse di non essere morto alla Stamberga, chissà cosa avrebbe raccontato Keela a sua madre...__________________
Spazio autrice
Ciao a tutte! Ed eccomi qui con il ventesimo capitolo, spero vi sia piaciuto. Avevo già anticipato qualcosa la scorsa volta, ma nel prossimo capitolo capirete tutto meglio. Al momento avete visto il piano di Keela per vendicarsi della Dubois, un problema in meno così. ;)
E adesso Severus ha ben altri pensieri per la testa... con l'improvviso incontro con la madre di Keela, chissà come si evolverà la situazione. Secondo voi Keela cosa le dirà? Che sono amici o dirà apertamente che stanno insieme? A voi il giudizio. :)
Ditemi pure quello che pensate, stellinate e alla prossima! ☺️Nel frattempo, ad Hogwarts
*Keela, dopo aver finito di leggere il nuovo capitolo, si è addormentata, mentre fuori imperversa un acquazzone. Dopo il frastuono di un tuono, scatta a sedere, impaurita.*
*Severus sta preparando un compito a sorpresa e, dopo un tuono più forte degli altri, alzando gli occhi vede Keela sulla soglia, leggermente scossa.*
"Hai paura di un semplice temporale?"
"No... volevo solo venire a vedere a che punti eri. Ho freddo senza di te."
"Sei una strega intelligente, fai un incantesimo riscaldante alle coperte ed hai risolto il problema. Io ho molto lavoro da fare."
*Severus ha un piccolo ghigno ad increspargli le labbra, anche se cerca di nasconderlo. È evidente che Keela sia impaurita dal temporale, anche se non vuole ammetterlo. In quel momento il cielo è squarciato da un boato e lei, senza pensarci due volte, si catapulta su Severus, sedendosi sul suo bacino e abbracciandolo, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.*
"Sei sicura di non avere paura?"
"Adesso mi prenderai in giro a vita?"
"Puoi giurarci."
*Keela si sente una cretina, ma almeno ora è sicura fra le braccia del suo Severus. Stranamente non aveva continuato a stuzzicarla, bensì aveva iniziato a coccolarla, carezzandole la schiena e posandole baci sulla testa, cullandola leggermente.*
"Ti amo, Severus. Sei il mio eroe."
*Severus la abbraccia più forte, girando il suo viso e mettendolo in linea con il suo, lasciandole un bacio dolce sulle labbra. Continua a baciarla, mentre si alza in piedi e si dirige in camera, posando Keela sul grande letto a baldacchino. Con un incantesimo silenzioso fa svanire i vestiti, così rimangono nudi uno fra le braccia dell'altro. Severus la sovrasta e inizia a lasciarle un miriade di baci giocosi lungo il collo, facendola ridacchiare.*
"Cosa stai facendo? Mi fai il solletico."
"Ti distraggo dalla tua paura, non credi?"
"Mi piace il tuo metodo..."
*Keela sorride e attira a sé Severus, baciandolo con passione.*E fu così che Severus riuscì a far dimenticare a Keela la sua paura per i temporali. ;)
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Amami, Ti Prego
FanfictionLo avevo visto per la prima volta in una giornata uggiosa, nei corridoi del San Mungo. Vi starete immaginando la solita scena che si legge in molti libri: il classico colpo di fulmine, la ragazza bellissima e perfetta guarda dritto negli occhi dell'...