Capitolo XXXVII

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"Mangia qualcosa, Keela. Devi nutrire anche la creatura che porti in grembo ora... e poi devi essere in forze per lavorare. Lo so che sei agitata per l'ecografia, ma se hai bisogno ci sarò io lì a sostenerti."
"È proprio questo il punto, mamma... ci dovrebbe essere Severus." Sbottai contrariata, mentre addentavo controvoglia una fetta biscottata. Quella mattina mi ero pure svegliata con la nausea: non mi era mai successo, ma era stato veramente un risveglio burrascoso.
Erano passate altre due settimane e Severus non si era più fatto vivo, non lo avevo nemmeno più visto passare per caso davanti al mio condominio.
"Vedrai che ci ripenserà... prima o poi accetterà l'idea di diventare padre. Hai provato a scrivergli?"
"No. Non devo di certo scusarmi." Conclusi sicura: in fin dei conti era lui che mi aveva risposto in modo crudele, io avevo solamente reagito di conseguenza. Solo che più passava il tempo, più mi convincevo che Severus, anche se gli avessi scritto qualcosa, non mi avrebbe risposto. Secondo il suo punto di vista gli avevo rovinato la vita con la gravidanza, quindi non vedevo proprio il motivo per cui mi dovesse contattare nuovamente.
Mi mancava da morire, pensavo a lui tutto il giorno e la sera prima di dormire chiudevo gli occhi, immaginando che fosse lì vicino a me.
"Perché mi guardi così?" chiesi poi guardando mio papà seduto in poltrona intento a leggere la Gazzetta del Profeta.
"Ti avevo avvisato... quello era un assassino senza scrupoli. Lo sapevo che ti avrebbe fatto soffrire. Ed ora ti ha messo anche incinta. Una mossa davvero intelligente."
"Tutti sbagliano Erik... vedrai che si scuserà ed io so anche come invogliarlo a fare la prima mossa: gli inviamo la magicografia!" disse allora mia mamma, convinta di aver trovato la soluzione ai miei problemi.
Io scossi la testa, divertita, notando lo sguardo perplesso di papà.
"Certo, ovviamente gli scriverò anche una dedica. Caro Severus, dato che non volevi un figlio, guarda che bello scherzo ti ha giocato il destino: avrai due gemellini! Gli faccio venire un infarto, così!"
Non mi pareva proprio il caso di metterlo al corrente in questo modo, tanto non aveva senso dirglielo: cosa gliene importava?
~☆~
Piton si svegliò di malavoglia: un altro giorno senza di lei. Non era nel suo carattere lasciar correre, ma aveva rinunciato a riconquistare Keela. Sarebbe stato tutto inutile.
Solo che non riusciva a dimenticarla, ogni volta che pensava a lei il suo stomaco si chiudeva in una morsa. Quando Minerva gli aveva chiesto se fosse riuscito a parlare con Keela lui le aveva domandato di obliviarlo, giusto per avere un po' di pace. Lei si era categoricamente rifiutata, dandogli dell'incosciente: da quando aveva saputo che avrebbe avuto un figlio cercava di convincerlo in ogni modo possibile a ritornare sui suoi passi. Una mattina, uscendo dalle sue stanze, aveva trovato un regalo davanti alla porta; con molta cautela lo aveva aperto e dentro la scatola cosa c'era? Una tutina, un ciuccio, un libro di favole per bambini e un biglietto. Scusati con Keela e prenditi cura di tuo figlio, cocciuto di un Serpeverde.
Beh, Minerva sapeva essere diretta.
Si vestì e poi prese il mantello, uscendo: doveva incontrare una persona a Diagon Alley. Era dalla fine della guerra che non vedeva Narcissa Malfoy e giusto qualche giorno prima gli aveva scritto, chiedendogli di incontrarsi.
E dato che sabato era libero da studenti esaltati, aveva pensato che una chiacchierata con Narcissa lo avrebbe distratto momentaneamente da Keela.
Si allontanò da Hogwarts e poi si smaterializzò, giusto nelle vicinanze del locale dell'incontro.
Cominciò ad incamminarsi, sfuggendo da sguardi curiosi, e non poté fare a meno di storcere la bocca in una smorfia quando vide una coppia felice che teneva per mano il proprio bambino. Ecco cosa aveva buttato all'aria: la possibilità di essere felice e orgoglioso dei progressi di suo figlio, di vederlo crescere. Se non fosse riuscito a fare pace con Keela il piccolo sarebbe cresciuto senza suo padre.
Con il morale sotto i tacchi entrò nel bar che aveva trovato indicato nella lettera e scorse Narcissa già seduta al tavolo. Sorrise tra sé pensando a Keela: sarebbe arrivata dopo di lui di pochi minuti, tutta trafelata, e lui le avrebbe fatto notare il suo ritardo, fintamente scocciato. Lei gli avrebbe fatto una linguaccia, per poi dargli uno dei suoi baci. Tutto questo purtroppo non sarebbe successo.
"Narcissa." Disse non appena si fu avvicinato, sedendosi di fronte a lei.
"Ciao, Severus. È passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti." Sospirò con un leggero sorriso, pulendosi le labbra dopo aver bevuto un sorso di the.
"Concordo."
Era rimasta la stessa Narcissa di un tempo: l'aspetto curato, la solita compostezza aristocratica, il portamento elegante. Forse era proprio quello che lo aveva attratto quando era un giovane Mangiamorte. Aveva già sperimentato i piaceri del sesso, non si ricordava nemmeno il nome della donna con cui aveva perso la verginità: gli importava solo diventare un uomo a quel tempo.
Aveva detto la verità a Keela quando gli aveva chiesto quante donne avesse avuto: due o tre. Una notte con una Mangiamorte di cui non si ricordava il nome, stessa identica storia con un'altra Mangiamorte ed incontri con Narcissa. Alcune volte la suadente signora Malfoy l'aveva convinto ad unirsi a lei e Lucius, e lui non aveva di certo rifiutato, solo che non gli pareva il caso specificare troppo con Keela tutto il suo passato.
Proprio così, molti anni addietro era stato sedotto ed era diventato l'amante della signora Malfoy. La prima volta aveva pensato che fosse stato un tremendo errore: lei era sconvolta perché aveva scoperto che Lucius l'aveva tradita e l'unica persona con cui aveva pensato di sfogarsi era stato lui. Così tra un bicchiere di Whiskey e l'altro erano finiti nel suo letto. Si era sentito in colpa, ma lei lo aveva zittito con un bacio, dicendogli che non lo avrebbe mai scoperto nessuno. Era il loro segreto.
Così quando entrambi erano liberi si incontravano a casa sua, spendendo ore a letto a fare sesso. Nulla di più, solo attrazione fisica. Poi Lucius aveva preteso un erede e, dopo che lei era rimasta incinta di Draco, gli incontri erano cessati. Infine lei e Lucius si erano perdonati e avevano deciso di esplorare nuovi confini, così lo avevano coinvolto nei loro giochi sotto le lenzuola.
"Allora... ho sentito che una donna misteriosa si è impossessata del cuore del burbero professor Piton..." continuò poi lei, distogliendolo dai suoi pensieri, sorridendo dolcemente. "Me lo ha detto Draco... sai, ultimamente si vede con Hermione Granger. È lei che glielo ha confidato."
Quella irritante so-tutto-io... aveva mantenuto lo stesso vizio anche finita la scuola e dopo la guerra: non stava mai zitta.
"Allora non le è giunta la voce che la storiella d'amore è terminata." Le rispose lui, amaramente. Aveva pensato di parlare d'altro, ma evidentemente anche in quella conversazione il ricordo doloroso di Keela doveva essere il tema centrale.
"Mi dispiace... sinceramente non credo che il problema sia stato il sesso, dico bene? Sai soddisfare pienamente una donna, da quello che ricordo."
E dicendo questo gli prese la mano, carezzandogli il dorso con il pollice. Stranamente non sentì nessuna emozione: sorrise leggermente, ma con Keela era tutta un'altra storia, adorava ogni suo tocco.
"Preferirei cambiare argomento."
Narcissa alzò un sopracciglio, sorridendo comprensiva.
"Scusa se ti ho messo in imbarazzo, solo che ero curiosa di sapere qualche dettaglio su di lei, è tutto così monotono tra i Purosangue. Per fortuna Draco ha portato una ventata di novità."
"Portando a Malfoy Manor l'irritante Hermione Granger." Concluse infine, facendola ridere. "Immagino come abbia reagito Lucius."
"L'ha presa meglio di quanto mi aspettassi. Finita la guerra abbiamo avuto modo di parlare a lungo, come non avevamo mai fatto. Forse sono riuscita a fargli capire che lo stato di sangue non è tutto nella vita. Siamo più uniti di prima."
"Sono felice per te." Fece solamente: l'ennesima persona che gli ricordava quanto fosse infelice e insoddisfatto.
In pratica si stava pentendo di aver accettato il suo invito e il suo malumore precipitò quando vide chi lo stava guardando. Keela lo stava guardando. E poi aveva spostato lo sguardo su Narcissa. Aveva un'espressione che non avrebbe mai dimenticato: era delusa, amareggiata e disgustata.
Ma cosa ci faceva lì? Avrebbe dovuto essere al San Mungo e invece era davanti ai suoi occhi. Quanto gli era mancata...
Scosse la testa e all'improvviso si girò di scatto, uscendo velocemente dal locale e scomparendo dal suo campo visivo.
"È lei?" gli chiese Narcissa, che aveva assistito all'intenso scambio di sguardi, notando gli occhi velati di dolore.
"Sì." Sospirò Piton, schiarendosi la gola. Sembrava sciupata, i suoi occhi non splendevano più come quando stava insieme a lui.
"Pensi di seguirla o vuoi restare a deprimerti con me? Ci incontreremo un'altra volta, non mi sembra tu abbia molta voglia di intrattenerti qui. Conquistala." Disse risoluta, con un tono che non ammetteva repliche. Chi l'avrebbe mai detto... Narcissa sapeva pochissimo su Keela e subito lo esortava ad ignorare lei per riavere la sua donna. Aveva una mezza intenzione di seguirla e lei lo aveva convinto totalmente: non poteva vivere un altro giorno senza di lei.
"Scusami Narcissa. Arrivederci."
E dicendo questo uscì velocemente, cercando freneticamente con gli occhi Keela, ma c'erano troppe persone per riuscire a scorgerla. Si fece largo tra la folla, però aveva aspettato troppo: probabilmente si era smaterializzata non appena era scappata dal locale.
Sbuffò, incamminandosi verso una meta indefinita: anche se non era riuscito a parlare con Keela non aveva proprio voglia di tornare da Narcissa. Voleva restare solo con i suoi pensieri. Chissà se le era mancato, se pensasse a lui come lui pensava a lei... Piton avrebbe voluto stringerla fra le braccia, sussurrandole quanto gli dispiacesse per essere stato così rude. Camminando lentamente e svogliatamente era arrivato davanti alla libreria dove erano soliti andare durante i pomeriggi uggiosi: si fermò un momento, guardando la vetrina, e per poco non gli venne un infarto quando vide chi c'era all'interno: Keela e sua sorella.
Avrebbe voluto entrare, ma non era nel suo carattere dare spettacolo in pubblico. Almeno... lui sarebbe rimasto calmo, ma Keela avrebbe iniziato ad inveire contro di lui non appena le si fosse piazzato davanti. Quindi l'avrebbe aspettata lì fuori, ansioso di parlarle.
~☆~
Nonostante non avessi avuto accanto a me Severus durante la magicografia, un'emozione sconosciuta e molto piacevole mi aveva pervasa mentre il Medimago indicava sul monitor le sagome dei due piccoli gemellini. Era così bello e tranquillizzante sentire il loro battito... però non avevo voluto sapere il loro sesso, giusto per avere un motivo in più per aspettare con trepidazione la loro nascita e per fantasticare nei restanti mesi.
Dopo settimane potevo considerarmi felice: i miei bambini stavano bene e uscendo dal San Mungo avevo respirato a pieni polmoni l'aria, sorridendo. Forse aveva ragione mia mamma: ero talmente agitata per la Magicografia che davo tutta la colpa del mio malessere a Severus. Così, dato che quel sabato il mio umore era migliorato rispetto alla mattina, insieme a mia sorella avevo deciso di andare a Diagon Alley. Le avevo dato appuntamento di fronte alla mia libreria di fiducia e siccome lei avrebbe tardato di un po', avevo brillantemente pensato di andare al bar lì vicino. Mi stavo già pregustando il mio croissant appena sfornato, ma non appena entrai lo vidi. Severus era seduto lì davanti a me con una donna molto affascinante: evidentemente aveva già trovato qualcuno per rimpiazzare quello che io non gli davo più. Avevo provato un tale disgusto e un'amarezza inimmaginabili... lei gli teneva pure la mano. Veloce come una firebolt me ne ero andata, al diavolo anche quel maledetto croissant.
E in quel momento ero nella libreria, guardavo distrattamente i libri mentre raccontavo tutto a Talia. Dovevo per forza sfogarmi, non potevo tenermi tutto dentro.
"Con un'altra donna? Ma sei sicura? Magari stavano parlando di lavoro." Disse allora lei, cercando di trovare una giustificazione a Severus. Certe volte non la capivo proprio: prima non sopportava nemmeno la sua presenza e poi lo difendeva anche. Bah, certo che Talia era veramente complicata.
"Sì, certo. Con quella gallina che gli teneva la mano." Sbottai irritata, smontando la sua scusa.
"Mi sto trasformando in una donna acida e gelosa del mio ex." Sospirai infine, passandomi una mano tra i capelli. "Finita la magicografia ero così felice ed ora sono nervosa. Ultimamente mi irrito per qualunque cosa."
"Tranquilla, sono gli ormoni." Rise lei, come se la sapesse lunga. "Succede anche a me. In questi mesi sto facendo uscire di testa Alex."
Io scossi la testa, leggermente divertita, pensando al povero Alex costretto a sorbirsi tutte le lamentele della sua futura moglie. Alla fine avevano anche deciso di posticipare il matrimonio: si sarebbero sposati non appena fosse nato il piccolo.
"Dai, andiamo a prendere una boccata d'aria fresca e a guardare qualche vetrina." Mi propose poi, trascinandomi all'uscita.
"Ma, sì... mi farà bene."
Così uscimmo nella via principale di Diagon Alley, con un'euforica Talia, pronta a fare shopping: avevo proprio una pazzoide per sorella.
Improvvisamente mi sentii afferrare un braccio, da qualcuno con una presa forte, e quel qualcuno mi attirò verso il suo corpo, facendo in modo che sfuggissi dalla presa di Talia.
"Ma che..." esclamai sorpresa e ben presto capii chi era quel qualcuno.
Mi ritrovavo fra le braccia di Severus, nel suo abbraccio protettivo. Lo guardavo negli occhi, incapace di dire qualcosa: avrei voluto prenderlo a schiaffi, rinfacciargli il suo egoismo, aggredirlo per averlo trovato al bar con un'altra donna, e invece lo fissavo con la bocca semiaperta. Ancora un po' e mi sarebbe entrato qualche insetto.
Probabilmente c'era Talia che ci guardava e anche qualche passante ci stava osservando, ma non mi importava molto in quel momento. Ero totalmente rapita dall'uomo che avevo a pochi centimetri di distanza, anche se qualche istante prima lo avrei voluto uccidere.
Lui mi sorrise leggermente, carezzandomi una guancia, tracciando con il pollice il contorno del mio viso.
"Mi sei mancata, Keela, non sai nemmeno quanto..." sussurrò appoggiando la fronte alla mia, sfiorandomi le labbra teneramente, come per chiedermi il permesso di baciarmi.
Un attimo dopo le sue labbra erano di nuovo sulle mie e per nessun motivo al mondo lo avrei respinto: erano diversi giorni che sognavo un suo bacio.
"Scusami... sono stato così insensibile..." disse sottovoce, non appena si fu staccato per prendere un po' di fiato, per poi baciarmi dolcemente un'altra volta.
Mi sembrava di essere in un sogno, un magnifico sogno: ero di nuovo tra le sue braccia! Mi pareva di essermi tolta un grosso peso dallo stomaco, mi sentivo leggera mentre dolcemente ricambiavo il bacio romantico. Mi avvicinai ulteriormente, agganciando le braccia al suo collo, e lui in risposta mugugnò qualcosa, per poi far scivolare la lingua all'interno della mia bocca, esplorandola gentilmente.
"Non riesco a stare senza di te, Keela." Disse infine, finito il lungo scontro di lingue, con il respiro leggermente accelerato.
"Mi sei mancato anche tu, Severus..." sussurrai sulle sue labbra, lasciandogli un bacio a stampo, per poi abbracciarlo, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.
Non volevo più lasciarlo e se poi Severus continuava a carezzarmi la schiena e i capelli...
"Hhmm, hhmm..." tossì Talia infine per attirare l'attenzione su di lei.
Girai leggermente la testa, posandola così sul suo petto, giusto per guardare mia sorella.
"Io continuo il mio giro di shopping... ma tu datti pure alla pazza gioia, Keela." Gongolò soddisfatta, facendomi l'occhiolino.
"Ciao Talia." La salutai allora, sorridendo, mentre lei se ne andava canticchiando felice.
Severus mi posò un bacio sulla testa, stringendomi più forte.
"Vieni con me ad Hogwarts. Dobbiamo parlare."
"Hai ragione... non sopporto più questa situazione."
~☆~
Piton per una volta nella vita si sentiva realizzato: mentre Keela camminava di fianco a lui stretta al suo braccio, gli sembrava che quelle settimane di distanza forzata fossero evaporate. Aveva ancora il suo sapore sulle labbra e il suo profumo impresso nei vestiti: gli era decisamente mancato tutto di lei.
Non gli era importato nemmeno delle persone intorno a lui che probabilmente si erano fermate a guardare mentre baciava Keela. Erano sparite nell'esatto momento in cui l'aveva guardata dritta negli occhi. Sperava solo che in giro in quel momento non ci fosse stato qualche scagnozzo della Skeeter, altrimenti nel giro di poche ore si sarebbe trovato sulla prima pagina del giornale di quell'oca.
Poco male, aveva un altro problema più importante da risolvere. Doveva far capire a Keela quanto fosse dispiaciuto e quanto desiderasse prendersi cura di suo figlio. Voleva veramente avere quel bambino, gli ci era voluto molto tempo per realizzarlo, ma alla fine lo aveva capito. Forse se non avessero avuto quella gravidanza inaspettata, lui non avrebbe mai sollevato l'argomento e Keela sarebbe rimasta insoddisfatta dal loro rapporto.
Aveva escogitato un piano: l'unico modo per essere completamente sincero con lei era bere del Veritaserum, solo così si sarebbe aperto totalmente. Per lei questo ed altro.

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Spazio autrice
Ciao a tutte! Non ve lo aspettavate vero? Siccome avrò una settimana un po' impegnativa con l'uni, probabilmente mi sarei dimenticata di pubblicare il prossimo fine settimana e quindi ho anticipato. 🎉
Finalmente Keela e Severus si sono riavvicinati ed ora il nostro caro Severus dovrà essere sincero con l'amore della sua vita, sperando che Keela lo perdoni e che torni a fidarsi di lui.
Avverto, per chi non dovesse essere una fan di Narcissa, che non creerà problemi alla relazione. Tornerà in un altro capitolo prima della fine della fanfic, ma non preoccupatevi.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, stellinate, commentate e alla prossima! 😊

Amami, Ti PregoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora