Capitolo XVII

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Piton si stava recando nell'ufficio di Minerva, dato che lo aveva praticamente minacciato a colazione. Non si era fatto vedere per due giorni.

Era rimasto insieme a Keela in camera sua, cercando di rilassarsi e di riprendersi dai postumi delle Cruciatus. Dopo il loro piccolo momento nella vasca da bagno – lei lo aveva soddisfatto e Piton aveva ricambiato il favore – non si erano spinti oltre. Avevano letto, soprattutto Keela, dato che lui si addormentava dopo nemmeno tre pagine. Tutte le pozioni che aveva preso lo avevano reso decisamente sonnolento.

Anche a colazione era arrivato in ritardo, aveva faticato ad alzarsi: il lunedì Keela aveva la mattina libera, teneva lezione solo di pomeriggio, quindi tra un bacio e l'altro si era trattenuto più del solito. Quando era uscito per andare in Sala Grande l'aveva lasciata sul letto e molto probabilmente in quel momento stava dormendo insieme a Salazar.

"Api frizzole." Disse davanti al gargoyle, che subito si spostò di lato lasciandogli salire le scale.

Arrivò nell'ufficio della preside e la vide immersa a compilare scartoffie.

"Minerva." Mormorò allora schiarendosi la gola e sedendosi sulla sedia di fronte a lei.

"Buongiorno ragazzo." Lo salutò Silente e Piton rispose con un cenno del capo, accennando a un piccolo sorriso.

Aspettò pazientemente che finisse il suo lavoro, anche se si stava scocciando: fra non molto sarebbero iniziate le lezioni e lui non aveva di certo tempo da perdere.

"Devo morire qui dentro o pensi di spiegarmi il perché della mia convocazione?" Le chiese con voce melliflua, accavallando le gambe e appoggiandosi allo schienale.

"Credevo fossi più arguto Severus... secondo te perché ti convoco? Due giorni senza presentarsi in Sala Grande, non c'eri nemmeno alla partita di quidditch e ovviamente, nonostante io abbia bussato, non hai aperto la porta. Sei un capocasa, per Godric! Se qualche studente avesse avuto bisogno d'aiuto? Cosa hai fatto in questi due giorni di così importante!?"

Piton aveva ascoltato tutto il monologo di Minerva senza battere ciglio, ma sentendo l'ultima domanda le sue labbra si incresparono in una smorfia. Cosa aveva fatto di così importante? Si era ripreso dalle torture subite solo perché gli Auror non erano in grado di fare il loro dannato lavoro.

"Ho preso semplicemente un weekend di pausa. Avevo bisogno di meditare."

"Hai iniziato a praticare yoga?" Gli chiese con un sopracciglio alzato, sembrava quasi volesse imitarlo.

"Sì." Aggiunse sarcasticamente.

"Dov'è Keela?"

"Starà dormendo. Ha lezione nel pomeriggio se non erro." Continuò come se niente fosse: sapeva dove voleva arrivare la vecchia pettegola.

"Capisco..." fece pensierosa, togliendosi gli occhiali per poi guardarlo attentamente. "È un succhiotto quello che hai sul collo?"

Piton rimase pietrificato, anche se non lo diede a vedere: Keela gli aveva lasciato un morso d'amore proprio nell'istante in cui era venuto, per prolungare il suo piacere. Peccato che l'avesse fatto in un punto che non riusciva a coprire con il foulard.

"No." Disse subito, con tono glaciale.

"E allora cos'è?" Ridacchiò infine, divertita.

"Una scottatura, probabilmente."

"Certo. Ed io sono Morgana..." continuò con un sorrisino di scherno, non credendo alla sua spiegazione. " Yoga è una parola in codice per qualche altra attività?"

Era senza parole: doveva ammettere che Minerva quando parlava di certi argomenti intimi era veramente raccapricciante.

"Dovrei andare adesso." Borbottò mentre si sistemava il foulard, girandosi poi verso il ritratto di Silente.

Amami, Ti PregoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora