"Severus?"
"Hhmm?"
"Manca poco alla nascita dei nostri bambini. Voglio partorire in casa, proprio come mia madre." Annunciai decisa, alzando gli occhi dal libro che stavo leggendo, stiracchiandomi sul divano che Severus aveva sistemato nel suo ufficio da Preside.
"Non se ne parla nemmeno. Andrai al San Mungo." Borbottò lui, smettendo di scrivere e lanciandomi un'occhiata severa.
"Potrebbero crearsi complicanze."
"Senti, Severus... io ho tenuto in grembo questi demonietti per nove mesi, io devo partorirli, quindi decido io dove dare alla luce i miei figli."
"Nostri, Keela. Nostri. Ho detto che andrai al San Mungo, non piagnucolare come una bambina viziata." Sbottò Severus con la voce dura, tornando a scrivere la sua lettera.
Ma tu guarda! Davvero non riuscivo a capire che problemi avesse Severus con tutta questa faccenda. A casa in qualunque caso mi avrebbe assistito un medimago in gamba e la probabilità che si creassero complicanze sarebbe stata la stessa del San Mungo. Severus era sempre il solito melodrammatico: sapevo benissimo che partorire non era una passeggiata, ma ero una medimaga ed ero convinta che partorire a casa non avrebbe comportato nessun problema. Evidentemente non avevo fatto i conti con la cocciutaggine di Severus, infatti mi alzai scocciata, incrociando le braccia al petto. Mica potevo sempre assecondarlo per non bisticciare! Questa volta non era un problema di ormoni e non stavo piagnucolando. Per la cronaca, stavo solo facendo valere la mia idea.
"Non sono una bambina viziata, quindi per una volta puoi smettere di essere così odioso. Solo perché siamo sposati non vuol dire che puoi comandarmi come ti pare e piace!"
E dicendo questo me ne andai, senza aggiungere un'altra parola. Il mio non era semplicemente un capriccio, come lo vedeva Severus. Mia madre e mia nonna avevano partorito in casa, non vedevo perché io dovessi adeguarmi a quello che voleva il maritino.
~ • ~
"Complimenti, preside." Sghignazzò Phineas Black, sporgendosi dalla cornice per guardarlo con un sorriso di scherno. "Hai irritato la mogliettina."
"Severus, credo che questa volta abbia ragione Keela." S'intromise allora Albus e Piton roteò gli occhi.
"Qualcun altro vuole aggiungere qualcosa?" Fece allora sarcasticamente, guardando i dipinti scocciato.
"Scusati, idiota." Concluse allora Dilys Derwent, sporgendosi anche lei e sistemandosi una ciocca di boccoli argentei. "Questa tua Keela ha talento ed è un'ottima medimaga da quello che ho visto dalla mia cornice al San Mungo. Se lei ritiene che non ci siano problemi, fidati, per una buona volta."
Piton sospirò, passandosi una mano sul volto: Keela lo avrebbe fatto impazzire. Era da un po' di giorni che continuava a dire di voler partorire in casa, ma lui ogni volta le dava sempre la stessa risposta. La verità era che aveva una paura mai provata prima. Si sentiva impotente, non aveva nessun controllo su quello che stava per accadere. Non si sarebbe mai perdonato se fosse successo qualcosa a Keela, non voleva perdere né lei né i bambini.
"Siete stati abbastanza chiari." Borbottò alla fine, alzandosi e uscendo dall'ufficio.
Scese rapidamente le scale, guardandosi subito attorno, per vedere dove fosse Keela. Poteva essere ovunque, avrebbe dovuto girare per tutto il castello. Non era possibile che ogni volta che si arrabbiava con lui spariva per ore, e quando la trovava Keela gli riservava il trattamento del silenzio, finché non iniziava a carezzarle lentamente i capelli e a baciarle il collo, facendola sciogliere.
Andò prima nel giardino, vedendo qualche studente che camminava, ma non c'era ombra di Keela. Continuò con il giro, setacciando i corridoi. Stava quasi per girare i tacchi e tornarsene in ufficio, quando sentì qualcuno tirare su con il naso. Si avvicinò alla porta dell'aula vuota, aprendola lentamente, scorgendo Keela seduta su un banco, che gli dava le spalle, con le gambe penzolanti.
Notò che non stava piangendo a dirotto come al solito, probabilmente era solamente nervosa per le continue risposte negative che le dava. Forse avrebbe dovuto condividere il perché della sua decisione per farle comprendere appieno la situazione.
"Keela..." sussurrò chiudendosi la porta alle spalle, andando a posizionarsi dietro di lei. Le spostò i capelli, iniziando a frizionarle le spalle e lei appoggiò la testa sul suo petto, sospirando.
"Sei uno stronzo." Borbottò dopo un po', inclinando di più il capo per gustarsi i suoi baci sul collo e afferrandogli i capelli. "Non è possibile che ogni volta finiamo con il litigare."
Piton fece un suono gutturale, continuando a baciare la sua pelle profumata, non dicendo nulla.
Ad un certo punto Keela si allontanò, scendendo dal banco e guardandolo con un sopracciglio alzato.
"Adesso dimmi il perché."
"Il perché?" Chiese lui, facendo finta di non capire cosa intendesse.
"Severus... sono seria."
"Ho paura."
Keela restò sorpresa dalla sua risposta: lo osservava con la bocca semiaperta.
"Avanti. Giudicami pure."
Lei non disse nulla di fronte al suo tono scorbutico, ma lo abbracciò solamente, tenendolo stretto a lei, ridendo leggermente.
"Ti pare che mi metta a giudicarti? Ho paura anch'io, Severus, ma me lo sento, andrà tutto bene."
Piton la baciò, per poi porgerle il braccio e scortarla fuori dall'aula, conducendola nei giardini.
"Non devi lavorare?" Gli chiese mentre passeggiavano e lui alzò distrattamente una spalla, continuando a guardare davanti a sé.
"Sei più importante del mio lavoro." Borbottò lui, non volendosi far sentire dai ragazzini che stavano passando di lì in quel momento.
Keela lo guardò con un sorriso, per poi appoggiare la testa sulla sua spalla e continuare a camminare stretta al suo fianco.
~ • ~
"Severus..." mormorai tastando il letto accanto a me, trovandolo vuoto.
Sospirai, aprendo gli occhi e girandomi su un fianco, ma non fu una mossa tanto intelligente. Sentii un dolore lancinante al fianco e sotto al pancione, e non appena mi alzai percepii qualcosa di umido tra le gambe.
Incredula mi appoggiai al comodino, tenendomi una mano sulla pancia: mi si erano rotte le acque!
Santo Salazar... stavano per nascere i miei bambini!
Dovevo assolutamente andare da Severus, ma la situazione era leggermente complicata. Maledetta quella volta che aveva insistito nel tenere la sua camera nei sotterranei... dovevo raggiungerlo nel suo studio e l'idea di farmi tutte quelle scale con le contrazioni era inimmaginabile.
Ero euforica, tralasciando i dolori lancinanti, ma presto avrei avuto tra le braccia i miei pargoletti.
"Che dolore..."
Ero riuscita a cambiarmi, indossando una veste da strega, ma stava diventando difficile restare in piedi: le contrazioni erano sempre più forti.
"Adesso andiamo a cercare papà." Sussurrai al pancione, passandoci delicatamente una mano sopra.
Uscii dalla sua camera, guardandomi intorno, ma c'era solo qualche studente che vagabondava per i corridoi. Con le vacanze di Pasqua molti erano ritornati a casa, ma c'era sempre qualcuno che rimaneva al castello nelle festività.
Mi feci forza e appoggiandomi con una mano al muro mi incamminai verso le scale, sperando che almeno questa volta si mostrassero clementi e non cambiassero direzione solo per indispettirmi.
Altro che lotte per partorire al San Mungo o a casa... i gemelli avevano trovato la soluzione a tutti i nostri bisticci: Hogwarts.
Di certo non mi sarei smaterializzata in queste condizioni al San Mungo! Se solo Severus si fosse azzardato a farmi una proposta del genere non appena lo avessi raggiunto, probabilmente lo avrei ucciso.
Ma i miei intenti furono interrotti da un'altra contrazione, talmente dolorosa da farmi accasciare contro la parete.
Santo Merlino... ora capivo cosa aveva provato Talia e dovevo ammettere che non aveva esagerato neanche un pelo nella descrizione.
Alzai lo sguardo, sperando che almeno ci fosse qualcuno che passava per il corridoio in quel momento.
"Grazie a Dio... Alan, vieni qui."
"Prof. Callaghan, si sente bene?" Mi chiese immediatamente avvicinandosi.
"Non particolarmente. Devi andare a chiamare subito Severus, altrimenti partorisco qui nel corridoio."
"Oh Merlino... oh cavoli... il preside, devo andare dal preside. Dov'è il preside?"
"Alan, per l'amor del cielo, calmati. Mi si sono rotte le acque, non sto morendo. Adesso fai un bel respiro."
Alan fece un respiro e così lo feci anch'io, giusto per non mostrargli troppo il dolore della contrazione, altrimenti sarebbe svenuto lì nel corridoio. Chi l'avrebbe mai detto che fosse così sensibile?
~ • ~
Piton stava facendo colazione in Sala Grande. Si era alzato presto come al solito e non aveva voluto svegliare Keela. Quella notte aveva dormito anche meno del solito, quindi l'aveva lasciata riposare. Aveva avuto dei dolori che l'avevano fatta girare e rigirare nel letto quasi tutta la notte, tenendo sveglio anche lui.
Alla fine aveva passato in dormiveglia il resto della nottata, per essere pronto a scattare nel caso cominciassero le vere e proprie contrazioni. Ormai mancava poco alla nascita dei gemelli, infatti aveva intenzione di stare vicino a Keela, nonostante lo avesse rassicurato il giorno precedente.
Finì l'ultimo sorso del suo the, per poi alzarsi e dirigersi verso l'uscita, proprio con l'intenzione di tornare da Keela, quando Carrick fece irruzione correndo nella Sala Grande.
Era uno dei pochi Serpeverde a cui avrebbe volentieri sottratto una cinquantina di punti per poi lasciarlo in punizione per un mese con Gazza, giusto per non dargli il tempo di preparare uno dei suoi scherzi idioti con il suo compare.
"Preside Piton... preside Piton!"
"Non ho il tempo né la voglia di risolvere qualunque cosa tu abbia fatto." Disse gelidamente, in risposta al suo blaterare, spostandolo e continuando per la sua strada.
Alla fine quell'insolente lo bloccò, piazzandosi davanti a lui.
"Il bambino!" Gli urlò in faccia, passandosi una mano fra i capelli.
"Stai cercando di dirmi implicitamente che hai messo incinta una studentessa?" Chiese sarcasticamente, alzando un sopracciglio scettico.
"No! Il suo di bambino! Alla prof. Callaghan si sono rotte le acque!"
Se a Piton avessero detto che il Signore Oscuro era resuscitato, probabilmente ne sarebbe rimasto meno scioccato. Non riusciva a muovere un muscolo, anche se il suo cervello gli stava urlando di darsi una mossa e di portare il suo culo da Keela.
"Preside! La professoressa la sta aspettando nel corridoio dei sotterranei!"
Sentendo a fatica l'ultima parte della frase, dato che era scattato come una molla verso quel benedetto corridoio, non poteva far a meno di pensare a cosa sarebbe successo di lì a poco. Lo sapeva che sarebbe dovuto rimanere in camera con lei e invece ora si ritrovava a correre per raggiungerla dopo che Carrick per poco non aveva avuto un esaurimento nervoso di fronte a lui.
"Alla buon'ora Severus... pensavo che Alan fosse svenuto prima di – ah – dirtelo... fa male, Severus..." si lamentò alla fine Keela, tenendosi una mano sulla pancia e mordendosi il labbro per non urlare.
Era seduta per terra, con la schiena appoggiata al muro e respirava affannosamente. Non sapeva cosa fare in quel momento: doveva portarla di nuovo in camera e chiamare Poppy? Portarla direttamente in infermeria? Dovevano smaterializzarsi al San Mungo? Gli sembrava di avere un blocco mentale e di certo vederla lì che soffriva non lo aiutava a prendere decisioni.
"Pensi di fare qualcosa Severus!?" Gli chiese allora lanciandogli un'occhiataccia. "Portami in infermeria o giuro su Merlino che partorisco qui nel corridoio."
Senza dire niente si avvicinò e la prese in braccio, per poi dirigersi verso l'infermeria, cercando di camminare il più velocemente possibile.
"Severus... andrà tutto bene, stai tranquillo."
"Come se potessi rilassarmi con te che soffri tra le mie braccia." Borbottò allora, allungando le falcate.
"Come sei – ah – dolce, mmhh..."
Non appena arrivò in infermeria, spalancò le porte, con la magia, facendo trasalire Poppy.
"Severus! Ma ti sembrano i mo... Keela!"
Piton non si degnò nemmeno di spiegare perché fossero lì e la posò delicatamente sul letto più vicino. Per fortuna in quel momento non c'erano studenti, quindi Poppy poteva dedicare tutta la sua attenzione a lei.
"Mi si sono rotte le acque."
"Stai tranquilla, cara. Ora ti visito."
Piton si sedette sul letto accanto, osservandola mentre chiudeva gli occhi con forza e si teneva una mano sulla pancia, evitando di urlare. Avrebbe fatto di tutto in quel momento per non vederla soffrire, per alleviarle in qualche modo il dolore, ma non poteva fare nulla, se non restarle accanto.
"Non credo sia il caso di trasferirti al San Mungo." Concluse Poppy, dopo averla visitata. "La smaterializzazione potrebbe creare complicanze con un parto gemellare dopo la rottura delle acque. Ammetto che non è un parto facile, quindi chiamerò un Medimago ad assistermi. Cerca di sistemarti comodamente e respira lentamente." Continuò poi, quando la vide strizzare gli occhi chiusi e gemere dal dolore.
"E Severus, ti consiglio di darle tutto il tuo supporto."
Severus annuì, incapace di fare qualcos'altro, sistemandosi vicino a Keela e stringendole la mano: dopo aver sentito le parole complicanze e non facile il suo cuore aveva saltato un battito. Non poteva perdere né lei, né i bambini.
"Gli conviene. Altrimenti lo uccido."
Poppy sorrise divertita, andando a scrivere la lettera al San Mungo e Severus le posò un bacio tra i capelli, stringendola a sé.
Improvvisamente si fece nuovamente seria e lo guardò dritto negli occhi. Per un attimo gli sembrò che riuscisse a scrutargli l'anima dall'intensità del suo sguardo.
"Ho paura, Severus."
"Andrà tutto bene. Ti starò accanto in ogni momento."
E dopo questa promessa le baciò la fronte imperlata di sudore, scostandole una ciocca di capelli e sistemandola dietro all'orecchio.
~ • ~
Cinque ore dopo
"Spinga, signora Piton, spinga."
Io feci un respiro profondo, annuendo, e cercai di spingere con tutta la forza che mi rimaneva in corpo. Ero letteralmente sfinita, dopo tutte quelle ore di sforzi e dolore. Cercai di non urlare, ma mi sfuggì un grido e subito Severus mi posò un bacio sulla fronte, tenendomi stretta la mano.
Sinceramente non mi sarei mai aspettata il comportamento di Severus: si era sistemato dietro di me, facendomi appoggiare al suo corpo, e nonostante per lui la posizione non fosse delle più comode, non si era allontanato un minuto da me.
Nascosi la testa nell'incavo del suo collo, lasciando che le lacrime scorressero libere.
"Non ce la faccio più." Sussurrai sulla sua pelle, tenendolo stretto a me.
"Ci siamo quasi." Si intromise a quel punto la Medimaga, esortandomi un'altra volta a spingere. Se me lo avesse suggerito ancora le avrei lanciato una fattura! Dopo tutte quelle ore se c'era una cosa che avevo capito, era che dovevo spingere. Non che ci volesse un genio, eh.
Mi armai di forza e coraggio e, supportata anche da Severus, che nel frattempo aveva iniziato a massaggiarmi le spalle, spinsi, stringendo i denti.
Non appena sentii un vagito mi accasciai su Severus, questa volta piangendo per la felicità. Con un'ultima spinta il bambino uscì totalmente e la Medimaga lo passò a Poppy, che iniziò a pulirlo, mentre il pargoletto urlava a pieni polmoni.
Dopo averlo avvolto in una coperta venne verso di noi, mostrandocelo. Era semplicemente perfetto, con il visino paffuto e i capelli neri arruffati.
"Avevi ragione." Dissi fra le lacrime, girando leggermente la testa per lasciargli un bacio sulle labbra. "È un maschietto."
Severus non rispose, ma mi baciò di nuovo, con passione. Non aveva detto una parola, ma sentivo il suo cuore battere all'impazzata.
"Santo Merlino!" Gemetti quando sentii un'ondata di dolore: evidentemente anche il fratellino voleva uscire per farsi conoscere.
"Continua così. Respira." Mi bisbigliò Severus all'orecchio e io annuii, facendomi cullare dalla sua voce ipnotica.
~ • ~
Probabilmente Piton stava per avere un infarto. Altro che Nagini, vedere Keela partorire sarebbe stata la sua rovina.
Sentirla urlare dal dolore e non potere fare nulla era una sensazione tremenda. Per fortuna era una donna forte, nonostante dicesse di essere esausta, stava facendo del suo meglio per mettere alla luce i loro bambini.
Doveva ammettere che era rimasto senza parole quando Poppy si era avvicinata con il bambino. Suo figlio. Piccolo ed indifeso. Non riusciva a fare a dire nulla, così l'aveva baciata, ma lei si era staccata gemendo dal dolore.
Cinque minuti dopo Keela si era totalmente abbandonata sopra al suo corpo, sfinita, ma con un sorriso sulle labbra sentendo un altro pianto invadere l'infermeria.
"Congratulazioni! È una femmina!" Disse la Medimaga, avvolgendo la bambina in una coperta e posandola fra le braccia di Keela.
Piton si era spostato e si era seduto vicino a lei, con il suo primogenito fra le braccia.
"Hai visto?" Fece Keela, dopo che Poppy era andata ad avvertire i professori e la Medimaga era tornata al San Mungo dopo essersi accertata che Keela stesse bene.
"Mmhh?"
"Avevamo ragione entrambi." Ridacchiò lei allora, facendo una carezza sulla testolina della bambina. "Un maschio ed una femmina. È tutto perfetto."
"Avvicinati Severus. Voglio vedere meglio Scaptius."
"Scaptius?"
"Non avevi detto che ti piaceva? Nostro figlio, Scaptius Aiden Piton."
"E nostra figlia, Morgana Eleanor Piton."
"Credo che Morgana approvi la scelta del nome." Concluse Keela, indicando con un cenno del capo la bambina, che stava emettendo dei gorgoglii eccitati.
Piton alzò un angolo della bocca, per poi posare un leggero bacio sulle sue labbra.
"Severus, sei felice?"
Piton guardò Keela, esausta ma con un enorme sorriso in volto. Guardò i bambini, che ora stavano dormendo beati, Scaptius fra le sue braccia e Morgana sul petto della madre.
Per la prima volta nella sua vita si sentiva veramente sereno e libero, tutto era perfetto.
"Immensamente, Keela. Immensamente."_______________
Spazio autrice
Ciao a tutte! Tadaan! Ecco a voi la tanto attesa nascita dei gemellini! Vi è piaciuto il capitolo? Purtroppo siamo a -1, ma non rimarrete delusi dall'epilogo. ;)
Secondo voi come sarà d'ora in poi la vita di Severus? Papà e marito felice? Avranno altri figli? Capirà di non riuscire ad occuparsi dei bambini?
Ovviamente, conclusa questa fanfiction, ho una storia puramente erotica, che inizierò a pubblicare fra un po'. :)
Fatemi sapere cosa ne pensate, stellinate e alla prossima!
STAI LEGGENDO
Amami, Ti Prego
FanfictionLo avevo visto per la prima volta in una giornata uggiosa, nei corridoi del San Mungo. Vi starete immaginando la solita scena che si legge in molti libri: il classico colpo di fulmine, la ragazza bellissima e perfetta guarda dritto negli occhi dell'...