Avvertimento: questo capitolo contiene scene di violenza
Piton stava correndo a perdifiato fino all'ufficio di Minerva: doveva essere un incubo. Quel bastardo aveva rapito la sua Keela. Gli rimbombavano in testa ancora le sue parole: dì addio alla tua bella. Doveva assolutamente fare qualcosa altrimenti sarebbe impazzito.
Per fortuna il passaggio per l'ufficio era aperto, quindi si catapultò su per le scale, spalancando la porta.
"Severus, cosa succede?" chiese subito Minerva, sobbalzando sulla sua poltrona.
"Hanno rapito Keela. Devo ritrovarla." Disse velocemente, passandosi una mano fra i capelli bagnati fradici.
"Dobbiamo avvertire subito il Ministero. Nel frattempo siediti e cerca di calmarti." Gli rispose lei, mantenendo i nervi saldi.
Lui sbuffò, iniziando a camminare avanti e indietro, nervosamente, pensando furiosamente. Dove potevano essere andati? Poco dopo uscì dal camino dell'ufficio il capo degli Auror e altri due tirapiedi, guarda caso proprio Potter e Weasley. Se quelli erano il meglio della squadra Piton poteva considerarsi spacciato. Erano troppo idioti per trovarla! Comparì poi con una fiammata verde la madre di Keela, con uno sguardo di puro terrore in volto: anche lei aveva paura di perderla. Per un momento incrociò i suoi occhi, in cerca di risposte, ma lui interruppe il contatto: si sentiva responsabile per la sua scomparsa. Non avrebbe dovuto lasciarla da sola, dannazione!
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"Lasciami stare!" sbottai infastidita, cercando di dimenarmi, anche se con scarsi risultati. Ero in preda al panico e temevo che l'energumeno che avevo di fronte mi potesse uccidere da un momento all'altro.
Ci eravamo smaterializzati in una casa sudicia, forse a Nocturn Alley: c'era una puzza incredibile di umidità e non vedevo molto, era tutto buio. Sarò sembrata infantile, ma in quel momento volevo solo stare tra le braccia di Severus, volevo che venisse a salvarmi.
"Stai zitta!" disse quel mostro, lanciandomi contro la parete, così caddi a terra, su un materasso lercio. Non feci nemmeno in tempo ad alzare la testa che iniziai a contorcermi dal dolore. Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, cercando di resistere alla sua Cruciatus, ma non c'era via di scampo. Stavo per svenire, quando lui smise di torturarmi, avvicinandosi.
Come se non bastasse il dolore lancinante di quell'incantesimo tremendo, mi tirò un calcio sulla schiena, mettendosi a cavalcioni sul mio corpo.
Cercò di baciarmi, ma io spostai il viso, disgustata. Che incubo... il verme continuò imperterrito, strappandomi la veste da strega e togliendomi il reggiseno, fiondandosi sui miei seni. Nel frattempo con la mano si slacciò e si abbassò i pantaloni e i boxer, ma se credeva che avrei ceduto si sbagliava di grosso.
Nonostante il dolore tenevo le cosce serrate, non le avrei schiuse per nulla al mondo. Dopo un paio di tentativi si stufò e cominciò a strofinarsi sul mio basso ventre, imitando delle spinte. Mi schiaffeggiò forte la guancia, per poi stringermi un seno e ansimare come un porco.
Iniziai a piangere, non riuscivo proprio a trattenermi. Poco dopo lui venne, gemendo esageratamente e accasciandosi sopra di me.
Puzzava anche, il bastardo. Si pulì sul mio vestito, per poi alzarsi e sistemarsi. Mi tirò un ultimo calcio prima di andarsene e chiudersi la porta alle spalle.
"Severus... vieni a prendermi, ti prego..." sussurrai in lacrime a me stessa, raggomitolandomi per cercare di scaldarmi.
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Piton era seduto sulla poltrona, aveva appena raccontato tutto l'accaduto nei minimi dettagli agli Auror presenti. Minerva era preoccupata e la madre di Keela stava piangendo sommessamente, mentre lui voleva solamente andarsene da lì per iniziare le sue ricerche.
"Mi dispiace dirlo, ma probabilmente sarà già morta. O forse è viva e se la sta spassando con quel delinquente, chi lo sa. Potrebbe averti ingannato Piton, ha architettato tutto per farlo fuggire e tu non ne eri al corrente. Abbiamo faccende più importanti che cercare una donna debole che si è fatta rapire come una sciocca." Disse monotonamente John Shacklehorn, facendo singhiozzare la madre di Keela.
Piton era furibondo, quindi estrasse la bacchetta e lo schiantò in un secondo.
"Ma sei impazzito?" chiese Shacklehorn, alzandosi immediatamente, sistemandosi la giacca.
"Portale rispetto." Sibilò lui, in risposta, mentre Minerva cercava di intervenire, così come Potter.
E detto questo se ne andò: aveva bisogno di bere del Whiskey, non poteva nemmeno andare a cercare Keela, pioveva a dirotto e non si vedeva nulla.
Doveva resistere fino al giorno successivo, voleva assolutamente trovarla viva: non poteva perdere anche lei.
"Professor Piton, aspetti!"
"Cosa vuoi, Potter?" sbottò irritato, fermandosi nel bel mezzo del corridoio. "Lasciami in pace, lì al Ministero sarete oberati di lavoro per non riuscire nemmeno a cercare una donna innocente, giusto?"
"È proprio per questo che sono qui. La cercherò io professore, insieme a Ron."
"Non sai quanto mi sollevi questa notizia." Fece sarcasticamente, ma Potter non mollò.
"Ha fatto molto per me. Non mi fermerò finché non l'avrò trovata. Le farò avere notizie, lei cerchi di dormire." Concluse infine, andandosene, e lo stesso fece Piton, continuando per la sua strada. Gli costava ammetterlo, ma poteva tornargli utile il suo aiuto.
Entrò nel suo laboratorio, con i nervi a fior di pelle. Sperava con tutto il cuore che Keela stesse bene, non riusciva nemmeno a pensare il contrario. Se solo non avesse perlustrato quella maledetta caverna!
Si versò un bicchiere di Whiskey, che bevve tutto d'un fiato, per poi andare direttamente in camera, svestendosi rabbiosamente. Restò in boxer e si buttò sul letto, seppellendo la faccia sul cuscino di Keela. Aveva il suo profumo e automaticamente si mise a pensare a lei. La prima volta che si erano baciati e la prima volta che avevano fatto l'amore. Quando si erano messi a distillare una pozione assieme e per poco lei non aveva fatto saltare in aria il suo laboratorio, per poi abbracciarlo e chiedergli scusa. Quando si erano nascosti dietro a degli alberi per non essere scoperti da degli studenti che erano passati proprio mentre si stavano baciando. Oppure quella volta che gli aveva lanciato una palla di neve facendo ridere i suoi alunni e lui l'aveva sommersa dalla testa ai piedi di acqua gelata.
Senza volerlo gli venne un nodo in gola, ma cercò di non piangere, anche se era difficile.
Era arrabbiato e frustrato, voleva solamente stringerla fra le braccia e baciarle le labbra soffici. Ringhiò come un animale ferito, soffocando le urla nel cuscino, lasciando che le lacrime scorressero libere. Si stava sfogando con rabbia, non riusciva a farne a meno.
Piangeva come un bambino, senza freni, all'inizio aveva cercato di non versare nessuna lacrima, ma Keela gli mancava molto, nonostante fosse stata rapita da poco.
Mentre il suo corpo era scosso dai singhiozzi, sentì Salazar salire sul letto, per poi avvicinarsi miagolando. Iniziò a leccargli il braccio, cercando di muoverlo strusciandoci la testa contro.
Si calmò leggermente, distendendosi sulla schiena, permettendo al gatto di raggomitolarsi sopra di lui. Sovrappensiero cominciò a carezzarlo, anche Salazar gli ricordava di lei. Il cucciolo era cresciuto e in quel momento lo confortava a modo suo.
Girò la testa, mettendosi ad osservare una foto sul comodino di Keela, sorridendo malinconicamente.
Stranamente durante un'uscita lo aveva convinto a fare una foto magica: Keela sorrideva raggiante, lui aveva un sorriso appena accennato, e poi lo baciava felice.
Scorse una scatolina nascosta dietro la cornice e si allungò per prenderla. Forse era la sorpresa che gli aveva accennato prima di andare a combattere. C'era un bigliettino con il suo nome, così lo aprì, trovando all'interno un bracciale. Era identico a quello che le aveva regalato, solo che quello era il modello maschile. Lo indossò, per poi leggere la scritta.
Ti amo, mio pozionista.
"Ti amo anch'io, Keela." Bisbigliò Piton, sospirando. Doveva trovarla a tutti i costi.
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Mi svegliai di soprassalto il giorno dopo, dato che quel Mangiamorte mi aveva lanciato un secchio di acqua fredda. Non sapevo quanto avessi dormito, presumevo che fosse passata la notte, ma dalla finestrella sporca di polvere non si vedeva quasi nulla.
Mi faceva male ovunque, mi ero svegliata anche due volte in preda agli spasmi di dolore causati dalla Cruciatus. Non che avessi dormito quando le fitte si placavano, al minimo rumore scattavo a sedere per la paura. Mi ero finalmente appisolata ma quel cretino mi aveva inondato di acqua.
Mi raggomitolai all'angolo del muro, desiderando di essere inghiottita dalla parete: stava venendo verso di me.
Mi prese il volto, cercando nuovamente di baciarmi, ma io gli mollai uno schiaffo.
"Non toccarmi!" feci con coraggio, alzando la voce.
Lui si arrabbiò ovviamente e mi sbattè la testa sul muro, afferrandomi poi dolorosamente i capelli.
"Hai bisogno di imparare a portarmi rispetto." Disse malignamente, prendendo la bacchetta e torturandomi nuovamente. Speravo con tutto il cuore che Severus venisse a salvarmi perché non sapevo quanto sarei resistita prima di cedere. Di questo passo sarei uscita di senno con tutte queste Cruciatus... non riuscivo a pensare ad altro che al dolore che mi attraversava il corpo, contorcendomi su me stessa. Finalmente si fermò, solo per tornarmi vicino e darmi un paio di calci.
"Spero tu abbia capito con chi hai a che fare." Ghignò alla fine lasciandomi lì agonizzante. Se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle, per fortuna senza approfittarsene.
Mi misi a piangere, pensando alle persone che mi erano care. Severus sicuramente si sentiva in colpa e si stava disperando a causa mia. E tutta la mia famiglia? Mia mamma sarebbe impazzita dal dolore se fossi morta, così come mio papà, mio fratello e mia sorella. Era anche incinta, tutto lo stress sarebbe stato nocivo al bambino. Volevo anch'io avere una famiglia con Severus, ma in quel momento quel pensiero mi pareva irraggiungibile. Dovevo cercare di sopravvivere, ma quanto ci avrebbero messo a trovarmi? Forse sarebbero arrivati troppo tardi trovandomi senza vita.
Non sapevo perché non mi avesse ancora uccisa, magari voleva violentarmi prima di sbarazzarsi di me.
Mi pulsava dolorosamente la testa, quindi mi distesi, anche se non appena mi girai mi partirono fitte lancinanti in tutta la schiena. Mi toccai la tempia, ma era tutto appiccicoso: stavo sanguinando e non potevo medicarmi.
Non avevo più il mantello, però avevo qualche possibilità di avere ancora la bacchetta; feci scivolare lentamente la mano verso la fodera, tastandola: merda, era vuota!
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Piton non aveva dormito per tutta la notte e alla fine, irrequieto, si era rivestito ed era tornato sul luogo del rapimento. Quegli Auror non avevano nemmeno guardato di sfuggita la caverna! Aveva cercato qualche sorta di indizio fino all'alba, ma non era stata una caccia molto soddisfacente. Aveva trovato solamente il braccialetto di Keela, lo aveva perso probabilmente mentre lottava con quell'uomo.
Non si era presentato in Sala Grande né a colazione né a pranzo, facendo lezione al mattino e poi andando a setacciare Nocturn Alley. Avrebbe controllato ogni centimetro quadrato di quel quartiere per trovare Keela. In quel momento stava guardando una casa abbandonata, ma era l'ennesimo buco nell'acqua. Sembrava che fossero scomparsi nel nulla. Non sarebbe sopravvissuta a lungo con quell'uomo, chissà quante volte l'aveva torturata...
Se non si fosse dato una mossa o l'avrebbe uccisa oppure sarebbe impazzita per le troppe Cruciatus. Purtroppo sapeva come agivano i Mangiamorte: quando catturavano la loro 'preda' la torturavano, abusavano di lei ed infine la uccidevano. A volte erano proprio le donne a pregarli di ucciderle, per far cessare ogni agonia.
Entrò in una via buia, pullulante di maghi oscuri: teneva il cappuccio calato sul volto per evitare di essere riconosciuto e camminava a testa bassa. Proseguì, trovando qualcosa che gli fece battere più forte il cuore. Era sulla strada giusta: quello era il mantello di Keela. Lo raccolse con disinvoltura, senza sembrare troppo sospetto, e se ne andò. Doveva fare una visita al Ministero, suo malgrado.
Si smaterializzò proprio lì, ancora incappucciato, e subito una guardia lo fermò, puntandogli la bacchetta alla gola.
"Levati di mezzo, idiota." Sbottò Piton infastidito, togliendosi il cappuccio e mostrando la sua vera identità.
"M-mi scusi." Balbettò lui, facendosi da parte e lasciandolo entrare.
Doveva andare da Potter: siccome gli aveva offerto il suo aiuto gli avrebbe detto di tenere sotto controllo la zona in cui pensava si trovasse, dato che non poteva mancare ad Hogwarts per troppe ore. Si diresse nel reparto Auror, vedendo subito Shacklehorn. Contrasse la bocca in una smorfia guardandolo: probabilmente ti ha ingannato. Non sapeva perché quell'incompetente fosse il capo, ma lo avrebbe schiantato di nuovo volentieri.
"Ancora alla ricerca della donzella perduta?" gli chiese sarcasticamente, non appena si fu avvicinato. Altri Auror risero dopo quello che aveva detto, pensando che fosse tutta una pagliacciata. Erano sicuri che Keela fosse l'ennesima vittima per sconfiggere il male, quindi non se ne preoccupavano. Poi non era un problema loro dato che non era un Auror ed era Minerva che l'aveva voluta sul campo.
"Non te lo ripeterò un'altra volta. Portale rispetto." Gli sibilò allora, cercando di mantenere la calma.
"Ah, questi uomini innamorati..." lo derise infine e Piton fece un ulteriore sforzo per non perdere il controllo.
Se ne andò, lasciandoli lì a ridere fra di loro: incredibile, gli pareva di essere tornato a scuola, quando lo deridevano costantemente, ma non aveva tempo per quegli idioti. Doveva solo concentrarsi sul ritrovamento di Keela.
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Un altro giorno era passato e la sera era giunta, dato che dalla finestrella vedevo buio pesto. Mi sentivo uno straccio ed erano solo passate poco più di ventiquattro ore da quando mi aveva rapito, ma provavo un dolore costante alla testa. Non volevo arrendermi, ma non sapevo come resistere: se mi avesse lanciato una Cruciatus un'altra volta sarei impazzita. Durante il giorno lo avevo sentito uscire ed avevo tirato un sospiro di sollievo, così avevo iniziato a pensare ad un piano. Ero affamata e quel bastardo figurarsi se mi dava qualcosa da mangiare. Non chiedevo molto, mi bastava del pane e un bicchiere d'acqua, ma l'unica acqua che avevo visto era quella che mi aveva lanciato per svegliarmi. Quindi non avevo molta forza per mettermi in piedi e avevo gattonato fino alla porta, socchiudendola per vedere qualcosa. Lì mi ero scoraggiata: non c'era nulla da mettere sotto i denti e la casa sembrava abbandonata. Non mi avrebbero mai trovato.
Avevo sempre voglia di piangere: se solo avessi dato ascolto a Severus tutto questo non sarebbe successo. Stavo facendo stare male tutta la mia famiglia e l'uomo che amavo. Aveva sofferto troppo con Lily, non volevo che si ripetesse la stessa storia per colpa mia.
Per fortuna quel delinquente non aveva intenzione di venire a divertirsi con me, lo avevo sentito russare, quindi potevo riposarmi un po'. Magari se l'indomani fosse uscito nuovamente avrei potuto cercare di scappare, sempre se ne avessi avuto la forza. Tra le Cruciatus e i suoi calci alla schiena, mi reggevo a malapena sulle ginocchia, quindi camminare era fuori discussione. Forse invece di uscire per la porta principale potevo mettermi in piedi, rompere il vetro e uscire di lì, ma il problema principale rimaneva sempre la mancanza di energia. Iniziai a piangere per la frustrazione, mi sentivo totalmente inutile.
"Taci cagna!" urlò dopo un po' il Mangiamorte aprendo di scatto la porta, facendomi ammutolire all'istante. Venne comunque velocemente verso di me, afferrandomi per le spalle e gettandomi contro il muro. Cominciò a picchiarmi senza pietà, mi faceva male ogni singola fibra del corpo.
Poco dopo mi diede il colpo di grazia, sbattendomi la testa contro il muro: la mia vista si annebbiò e tutto si fece lontano.
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"Severus, la troveremo." Disse con voce rassicurante Pomona, mettendogli una mano sulla spalla.
Piton era in sala insegnanti con gli altri colleghi e Minerva aveva ritenuto opportuno avvisare tutti della situazione in cui si trovava Keela.
"Potrebbe essere morta." Fece lui, guardando fuori dalla finestra. Pian piano stava perdendo le speranze, nonostante Potter tenesse sotto controllo la zona e lui avesse continuato a controllare prima di tornare ad Hogwarts non l'aveva trovata.
"È una donna forte, ce la farà." Intervenì Filius, sorseggiando un bicchiere d'acqua, leggermente scosso dalla notizia.
Stava per andarsene quando la Cooman si appese al suo braccio. Gli mancavano solo le sue previsioni strampalate di morte.
"Vedo un'aurea potente... oh... e ce n'è una malvagia, molto malvagia... prevedo tempi difficili per Keela e questa disgrazia finirà nel sangue..." disse con voce sognante: sembrava si fosse drogata.
"Ti consiglio di diminuire le tue dosi di alcol giornaliere..." gli rispose lui, divincolandosi per poi andarsene. Non doveva preoccuparsi: quella pazza non ci azzeccava mai. O quasi.___________________
Spazio autrice
Ciao a tutte! Ed eccomi qui in ritardo con l'aggiornamento! 👍🏻
Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo, anche se molto ansioso. Ve lo aspettavate che Severus si mettesse a piangere? Io trovo particolarmente romantico un uomo che piange per la donna che ama. Ho cercato anche di non esagerare con la violenza, infatti non ho approfondito quella sessuale. Anche perché Severus probabilmente sarebbe finito ad Azkaban uccidendo quel verme. Sempre che riesca a trovare Keela in tempo...
Fatemi sapere cosa ne pensate, stellinate, commentate e ci sentiamo alla prossima! 😊Nel frattempo, a casa Callaghan
*Severus è intrappolato ad una cena di famiglia a casa Callaghan. Di sicuro è peggio di un incontro con il Signore Oscuro: tutti quei parenti e amici che lo guardano costantemente. Il padre di Keela, ogni volta che gli sguardi si incontrano, lo squadra con freddezza. Le zie di Keela che continuano a spettegolare fra loro, cercando di fare le indifferenti. Keela sembra felice, mentre ride a qualche cosa che le ha raccontato il fratello. Le si avvicina all'orecchio, posandole un bacio sulla mascella e sussurrandole poche parole.*
"Esco un attimo."
*Keela guarda Severus alzarsi e allontanarsi dalla tavola, uscendo dalla sala da pranzo.
Vuole seguirlo, ma non riesce nemmeno ad alzarsi che rimane basita con quello che alcuni suoi parenti le dicono.*
"Lascialo andare, quell'assassino sta bene solo ad Azkaban."
"Hai ragione, non capisco cosa tu ci veda in lui, brutto, scorbutico, arrogante e assassino."
"Finitela. Mia figlia ha il diritto di uscire con chi le pare e piace. Sono felici, lasciateli in pace."
*Keela è rimasta a bocca aperta. Mai avrebbe immaginato che suo padre difendesse Severus. Ha difeso più lei, ma è il pensiero che conta.
Alla fine si alza e segue il suo uomo, ancora stupita. Lo trova fuori, appoggiato ad una colonna, che fuma una sigaretta (la mia ultima fissa per Severus 😂) mentre scruta l'orizzonte. Si avvicina lentamente, osservandolo fumare rilassato. Alla fine lo abbraccia, venendo subito pervasa dal suo profumo e da quello forte del tabacco.*
"Sono riusciti a convincerti?"
"Come, scusa?"
"A lasciarmi."
"Nemmeno in un milione di anni riusciranno a convincermi quei serpenti. Torna dentro con me, fa freddo qui fuori solo con la camicia. Ti assicuro che nessuno si azzarderà a fare altri commenti."
*Severus alza un sopracciglio guardando Keela, stretta al suo petto, che cerca di scaldarlo. È un po' scettico a tornare all'interno, vorrebbe solo tornare a casa con lei. Dà l'ultima boccata alla sigaretta, per poi gettare il mozzicone a terra e spegnerlo, facendolo infine scomparire con uno sventolio di bacchetta. Abbassa leggermente il capo, incollando le sue labbra con quelle di Keela e intrecciando una mano fra i suoi capelli. La bacia con trasporto, facendo entrare la lingua nella sua bocca, andando a intrecciarla immediatamente con la sua.*
"Hhmm, hhmm... mamma sta per servire il dolce."
"Arriviamo subito, Talia."
*Keela lo bacia un ultima volta, prendendogli poi la mano, conducendolo all'interno.*
"Resisti ancora un po', una volta arrivati a casa potrei avere un regalino per te..."
*Severus sorride fra sé, mentre tornano nella sala, dove c'è solo una sedia libera, la sua usata come letto dal gatto. Così si siede su quella di Keela, con lei sulle sue ginocchia, cingendole possessivamente il fianco e posandole un bacio sul collo. Poi lancia uno sguardo di sfida alle zie pettegole, che lo guardano sconvolte.*
"Sconvolte, signore? Pensavate che un assassino non potesse dimostrare un po' di affetto?"
*Keela sorride apertamente, sentendo la provocazione di Severus, così gli posa un bacio sulla guancia, abbracciandolo. Nemmeno un esercito l'avrebbe separata da Severus, figurarsi dei parenti pettegoli.*
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Amami, Ti Prego
FanfictionLo avevo visto per la prima volta in una giornata uggiosa, nei corridoi del San Mungo. Vi starete immaginando la solita scena che si legge in molti libri: il classico colpo di fulmine, la ragazza bellissima e perfetta guarda dritto negli occhi dell'...