Capitolo XXXIV

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L'inizio di Hogwarts purtroppo si stava avvicinando, mancava solo una settimana e poi avremmo ripreso la nostra routine. Alla fine mi ero decisa a restare per un altro anno di lezioni ed avevo accettato la cattedra. Appena lo avevo detto a Severus, lui mi aveva sorriso, per poi trascinarmi sul letto, per farmi effettivamente sentire quanto fosse felice. A lui piaceva decisamente dimostrare più che esprimere a parole i suoi stati d'animo.
Mi stiracchiai, aprendo lentamente gli occhi, non trovando accanto a me Severus. C'era solo un bigliettino sul suo cuscino. Adoravo quando mi lasciava piccoli messaggi ogni volta che si alzava prima di me.
Ti amo.
Ridacchiai come se quello fosse il primo ti amo, sentendo le farfalle nello stomaco: questo era senza ombra di dubbio uno di quei risvegli che definivo felici.
Mi alzai canticchiando, vestendomi e andando al piano inferiore, pronta per cominciare una nuova giornata: dovevo recarmi al San Mungo per un controllo di routine e poi nel pomeriggio avrei accompagnato mia sorella ad una magicografia. Non vedevo l'ora che il bambino nascesse. Mancavano pochi mesi e poi sarei diventata una zia a tutti gli effetti.
Arrivai in cucina, trovando Severus che stava preparando la colazione.
"Buongiorno, amore mio." Gli dissi allora, abbracciandolo e dandogli un bacio sulle labbra.
Lui ricambiò il bacio, tenendomi stretta a sè, tralasciando per un momento la crema al cioccolato, lasciando che si mescolasse da sola.
"Perché mi guardi così?" gli chiesi poi curiosa, dato che mi osservava dritta negli occhi con un sorriso appena accennato.
"Sei bellissima." Fece solamente, sfiorandomi le labbra in un tenero bacio.
"Grazie." Bisbigliai arrossendo, nascondendo il volto nel suo petto. Mi imbarazzavo sempre quando mi faceva questi complimenti... era più forte di me.
Nel frattempo Severus mi stava carezzando la schiena con una mano, mentre l'altra la faceva scorrere fra le ciocche di capelli. Mi sentivo protetta fra le sue braccia e il battito del suo cuore mi rilassava molto: avrei voluto stare per sempre nel suo abbraccio. Purtroppo qualcuno bussò alla porta, così a malincuore mi staccai. Chissà chi era, quasi nessuno veniva a trovarci.
"Vado io."
Severus annuì ed io andai verso l'ingresso, aprendo la porta. Mi ritrovai davanti una vecchietta, che mi sembrava di averla già vista da qualche parte.
"Salve, posso fare qualcosa per lei?" le chiesi gentilmente, sorridendole. Lei era sorpresa di vedermi, anche se non sapevo il perché: era per caso una mia paziente? Il volto mi era familiare, ma proprio non riuscivo a ricordare dove lo avessi visto.
"Mi scusi, pensavo di trovare Severus Piton. Credevo abitasse ancora qui." Fece la signora, tormentando la manica della veste da strega.
"Abita ancora qui. Sono io che mi sono trasferita da poco. Venga con me, Severus è in cucina."
Forse era una dei fornitori di Severus di ingredienti rari, anche se solitamente non venivano a casa nostra.
"Severus... c'è una signora che chiede di te." Dissi allora entrando in cucina, vedendo Severus prendere una brocca di succo di zucca dal frigo.
"Mandala via, non ho tempo da sprecare oggi." Mi rispose lui con la sua solita gentilezza, girandosi verso di me, ma non appena lo fece si congelò sul posto.
Lasciò cadere la brocca che aveva in mano, che si ruppe in mille pezzi, spargendo succo ovunque.
Non lo avevo mai visto così sorpreso, non aveva mai perso il controllo in quel modo: la sua espressione neutrale era decisamente andata a farsi benedire. E soprattutto non riuscivo a capire cosa stesse succedendo.
"Vattene da qui." Fece solamente, rivolgendosi alla strega vicino a me.
"Severus, io non ho mai voluto abbandonarti, credimi." Sussurrò lei, con gli occhi stanchi e gonfi di lacrime.
Mi portai una mano alla bocca quando realizzai chi avevo vicino: Eileen Piton. La madre di Severus era tornata ed ora capivo perfettamente la reazione che lui aveva avuto pochi istanti prima. Doveva essere sconvolgente trovarsi davanti la propria madre creduta morta. Almeno, era destabilizzante per me, figurarsi per Severus.
Nessuno pareva intenzionato a muovere un muscolo, finché la signora Piton cominciò a dirigersi verso suo figlio, completamente pietrificato. Si fermò di fronte a lui, non interrompendo il contatto visivo nemmeno per un momento, alzando lentamente una mano, appoggiandola sulla sua guancia, come se volesse fargli una carezza.
Vedevo Severus deglutire molto spesso, veramente preso alla sprovvista: non sapeva cosa fare, stava lì fermo, mentre sua madre lentamente lo avvolgeva in un abbraccio.
Improvvisamente però si svegliò dal torpore in cui era caduto, divincolandosi dalle braccia di lei, arrabbiato.
"Sparisci per vent'anni, poi ricompari magicamente e pensi che un abbraccio possa risolvere tutto, madre? Spero che almeno quell'altro bastardo sia morto!" ringhiò infine, facendomi trasalire: raramente lo avevo visto perdere il controllo così. "Vattene!"
Eileen Piton fece qualche passo indietro, piangendo sommessamente, non osando più guardarlo dritto negli occhi.
Severus furibondo uscì dalla stanza, dirigendosi probabilmente in camera.
"Si sieda. Vado io a parlare con lui, so come convincerlo a dedicarle il tempo di una chiacchierata."
Lei annuì tristemente, accomodandosi sulla sedia e nascondendo il volto nelle mani, cominciando a singhiozzare.
~☆~
Piton era sopraffatto dalla rabbia. Perché dopo vent'anni compariva nuovamente sua madre? Come se nulla fosse, oltretutto! Se pensava che l'avrebbe perdonata si sbagliava fortemente.
Non aveva intenzione di rivederla mai più, sarebbe rimasto chiuso in camera finché non se ne fosse andata. Keela poteva pensare quello che voleva, anche che il suo fosse un comportamento da immaturo, ma non gliene importava nulla.
Si guardò in giro, esasperato, e il suo sguardo si posò sulla foto di lui e sua madre. In un impeto di rabbia prese la cornice e la lanciò contro il muro, rompendola. In quel momento entrò Keela, guardandolo sorpresa.
"Lasciami da solo." Le disse solamente, accasciandosi contro il letto e sedendosi per terra, prendendosi la testa fra le mani.
"No. Non ti lascio solo in queste condizioni." Ribatté lei, sedendosi vicino al suo corpo.
Iniziò a carezzargli i capelli, per poi abbracciarlo, posandogli baci sul capo.
"Lo so che il ritorno di tua madre è stato improvviso e traumatico, ma io le darei la possibilità di spiegare il perché sia sparita così senza un motivo. In fin dei conti lei si libera di un peso e tu non ci perdi nulla. Devi solo ascoltarla, poi se non vuoi avere a che fare con lei glielo spieghi con calma, senza dare di matto. È sempre tua madre."
In risposta Piton mormorò contrariato, dopo l'ultima affermazione. Una madre non ti abbandona, una madre non sta a guardare mentre tuo padre ti picchia e ti insulta.
"Starai meglio se le darai un'opportunità, credimi." Continuò ancora, abbracciandolo più forte. "Io vado alla visita e vi lascio soli, così potete parlare tranquillamente."
"Le concedo venti minuti. Non di più." Acconsentì allora staccandosi leggermente da lei.
"Devi dirlo a tua madre, non a me." Rise Keela leggermente, lasciandogli un lungo bacio romantico.
Non voleva più staccarsi dalle sue labbra, lo rilassavano come un bicchiere di Whiskey e un buon libro.
"Io adesso devo andare, sarò di ritorno per pranzo. Cerca di non essere troppo scorbutico, mi raccomando..." fece infine, dandogli un veloce bacio e sorridendo.
La guardò uscire dalla camera e non appena arrivo al piano inferiore la sentì parlare con sua madre, ed infine chiudere la porta d'entrata.
Ecco, se ne era andata. Lui doveva comportarsi da uomo e scendere, per affrontare sua madre, anche se ne avrebbe fatto volentieri a meno.
Molto lentamente si mise in piedi e si recò in cucina, trovando sua madre che piangeva seduta sulla sedia. Aveva visto molte volte quella scena, ogni volta che tornava a casa dopo essere stato al parco con Lily. Solo che questa volta era colpa sua, non di suo padre: fece una smorfia a quel pensiero, restando in piedi di fronte a lei.
"Severus... perdonami." Disse solamente singhiozzando, alzandosi con uno scatto veloce nonostante l'età, abbracciandolo.
Si irrigidì subito, ma automaticamente la sostenne, per non farla cadere. Respirò a fondo, sentendo il suo profumo, che lo portò indietro nel tempo, a quando si rannicchiava contro di lei durante un temporale.
"Il mio bambino..." sussurrò contro il suo petto, alzando una mano per lasciargli una carezza sul viso. "Mi sei mancato, Severus, non sai nemmeno quanto..."
Chiuse gli occhi a quel contatto, incapace di dire qualcosa. Inizialmente voleva restare freddo e distaccato, ma non ci riusciva vedendola così disperata. Solo che lei lo aveva abbandonato per ben vent'anni e ciò lo rendeva furioso.
"Ti concedo venti minuti." Fece con voce monotona, staccandosi da lei.
Si sedette e sua madre fece lo stesso, asciugandosi le ultime lacrime.
"Ti ho sempre voluto bene, Severus, e mi è costato molto lasciarti senza avvisare. Ma sono stata costretta. Dovevo scegliere e credimi, non è stato semplice."
Piton alzò un sopracciglio, guardandola. Costretta? Non sarebbe mai riuscito a capire sua madre: era una strega, avrebbe potuto fare qualunque cosa avesse voluto con la magia.
"Tuo padre ha voluto cambiare vita anni fa e mi ha proposto di scappare insieme a lui e di gettarci il passato alle spalle."
"Quindi io facevo parte del passato..." la interruppe con un'espressione disgustata in volto. "Scelta ammirevole. Restare con l'uomo che ci ha reso la vita un inferno. Spero sia morto il bastardo."
"Sì Severus, è morto. E non chiamarlo così, resta sempre tuo padre. Gli assomigli molto, hai il suo stesso fisico, statura e la stessa voce. Devi capire che era cambiato ed io lo amavo ancora. Lo amo anche adesso."
Piton continuava ad essere disgustato: l'aveva picchiata tutte quelle volte e lo amava, tanto da rinunciare a lui, suo figlio.
"Ti picchiava. Ci picchiava. Ho ancora le cicatrici della cintura sulla schiena. Non venirmi a dire che era un buon padre."
"Severus, ti sto solo dicendo che era tuo padre e devi portargli rispetto. Aveva smesso di bere, eravamo di nuovo felici. Se ne è andato qualche anno fa poco prima che Voldemort venisse sconfitto. Da allora sono sola e non sapevo come farmi perdonare. Avevo paura di affrontarti, quindi per questo ho aspettato a lungo."
Solo di una cosa era certo dopo tutto quel discorso: non voleva avere figli. Se alla fine sarebbero cresciuti come lui e avrebbero avuto gli stessi suoi problemi non valeva nemmeno la pena di averne. Erano sicuramente esclusi dal suo futuro.
"Lo so che mi puoi capire... è come se la tua compagna volesse lasciarti e..."
"Non mettere nel discorso Keela. È grazie a lei se ti sto ascoltando. Quindi non fare esempi inopportuni." La interruppe subito, non appena osò parlare di Keela.
"Hai ragione, non posso fare paragoni. Mi rende davvero felice vederti così innamorato. Vorrei recuperare il nostro rapporto, senza fretta. Mi sei veramente mancato."
Piton ci pensò per un po', guardandola. Era stata veramente egoista, su quello non c'era dubbio.
"Perché mai dovrei perdonarti?" le chiese con calma, bevendo un sorso di the, posando lentamente la tazzina sul tavolo. "Mi hai trattato come un animale. Lui ti ha chiesto di eliminarmi dalla tua vita e tu hai acconsentito. Dovrebbero eleggerti come madre dell'anno..." concluse sarcasticamente, con un leggero ghigno.
"Vedo che non hai intenzione di collaborare." Fece delusa, alzandosi dalla sedia. "Questo è il mio indirizzo. Quando avrai del tempo da perdere con la tua vecchia madre sai dove trovarmi."
Posò un bigliettino sul tavolo e se ne andò, con passo incerto. La guardò allontanarsi senza fare qualcosa per fermarla. Afferrò solamente il pezzo di carta, girandoselo fra le mani, per infine appallottolarlo e lanciarlo sul legno.
Sentiva il bisogno di bere: anche quel vizio aveva preso da suo padre evidentemente.
~☆~
Ero seduta su una sedia del corridoio al San Mungo, alquanto scioccata. La visita di routine era appena terminata, ma ancora non riuscivo a metabolizzare la notizia che mi era stata data. Rilessi per l'ennesima volta quella frase, incredula.
Il feto è in perfetta salute, non riporta danni nonostante l'uso prolungato di pozioni sperimentali prima del concepimento.
"Sono incinta..." sussurrai con un sorrisetto stupido dipinto sulle labbra.
E le novità non erano finite qui! Il Medimago aveva detto che poteva trattarsi anche di due gemelli! Ovviamente era ancora presto per saperlo con certezza, dato che ero in dolce attesa da quasi due mesi. Ed io che non mi ero nemmeno preoccupata dell'assenza del ciclo... con il trasloco non ci avevo fatto caso, anche perché non era la prima volta che saltava più di un mese. Non avendo la nausea al mattino non mi ero insospettita, però forse aveva ragione Severus quando mi aveva detto che ero ingrassata... mi guardai la pancia, passandoci una mano sopra, felice.
Ancora mi pareva surreale: avrei avuto due fagottini fra le mie braccia fra sette mesi.
Mi alzai, con un sorriso a trentadue denti, pronta per tornare a casa. Mi sentivo fortunata e non avevo paura di dare la buona nuova a Severus. Mi sentivo più sicura rispetto a quando mi ero confidata con Talia.
Mi smaterializzai a Spinner's End, ma sembrava non ci fosse nessuno. Provai a chiamarlo, ottenendo in risposta un silenzio di tomba. Andai in cucina, trovando un bigliettino accartocciato sul tavolo, la bottiglia di Whiskey e un bicchiere.
C'era scritto un indirizzo, probabilmente quello di Eileen Piton. Mmhh... se Severus aveva bevuto l'incontro non era andato proprio bene. Sospirai, andando verso il frigo per prendere una bottiglia d'acqua, quando notai un altro biglietto attaccato sulla sua porta.
Ho bisogno di stare solo. Non cercarmi.
Il mio povero Severus... sicuramente in quel momento aveva il cuore in mille pezzi. Per fortuna non aveva bevuto molto, altrimenti mi sarei preoccupata ancora di più: quando era ubriaco era pericoloso. Io non volevo lasciarlo solo, quindi provai a pensare a dove potesse trovarsi. Se non era qui poteva essere solo ad Hogwarts, almeno che non stesse girovagando da qualche parte, ma se voleva quiete doveva essere per forza in un posto tranquillo. Improvvisamente l'idea di parlargli della gravidanza non mi pareva più una passeggiata: c'era una possibilità su dieci che fosse felice della notizia, quindi dovevo aspettare un momento più calmo.
Non sapevo se andare subito alla sua ricerca oppure pranzare e accompagnare mia sorella alla magicografia... ma chi ha voglia di mangiare sapendo che l'uomo che ami sta soffrendo? Quindi guardai che Salazar non avesse bisogno di qualcosa e poi uscii di casa, smaterializzandomi fuori dai cancelli di Hogwarts.
Mi addentrai dentro i giardini e dentro il castello, determinata a trovare e consolare Severus.
Arrivai ai sotterranei e subito bussai alla porta in legno massiccio, aspettando che mi aprisse.
"Minerva, ho detto che non voglio..." cominciò lui, seccato, ancora prima di vedere chi avesse davanti, ma non fece in tempo a continuare che mi gettai fra le sue braccia, baciandolo con passione.
Si richiuse la porta alle spalle, tenendomi stretta a lui: lo sentii rilassarsi sotto le mie carezze, mugugnando qualcosa di incomprensibile mentre mi prendeva in braccio e mi portava nelle sue stanze. Mi posò sul letto e mi sovrastò,  baciandomi il collo e mordendomi con forza la pelle. Si tolse con impazienza la camicia e i pantaloni, per poi passare alla mia veste, che finì al suolo con il resto dei vestiti. Mi afferrò subito i seni con forza, cosa che mi fece scappare un piccolo lamento di dolore. Avevo capito che Severus aveva intenzione di fare sesso per scaricare tutta la sua frustrazione, ma era sempre più forte di me, quindi era ovvio che mi facesse male.
Io volevo assecondarlo, dato che così sarebbe stato meglio, ma non sarebbe stato bello e romantico come ogni volta. Era brutto da pensare, ma in un certo senso mi avrebbe solamente usato.
Improvvisamente però si congelò fra le mie braccia non appena mi lamentai un'altra volta, dopo che mi ebbe artigliato il fianco. Rimaneva lì immobile, con il respiro pesante, il volto sempre nascosto nell'incavo del mio collo.
Iniziai carezzargli la schiena, seguendo qualche cicatrice, e lo sentii tremare leggermente, come se stesse cercando di non piangere. Alla fine si lasciò cadere a peso morto sopra il mio corpo e gli sfuggì un singhiozzo.
"Lasciati andare, Severus..." sussurrai lasciandogli un bacio sulla spalla, carezzandogli i capelli. "Ti sentirai meglio."
Così iniziò a piangere silenziosamente, abbracciandomi e non muovendosi da quella posizione per un tempo infinito.
Nel frattempo gli massaggiavo la schiena, aspettando che finisse di sfogarsi. Non aveva mai pianto in mia presenza, ma sentire i suoi singhiozzi trattenuti a fatica e i lamenti a bassa voce era veramente straziante.
Infine si calmò leggermente, anche se rimase fermo con il viso nascosto fra i miei capelli, il corpo ancora scosso da qualche tremolio.
Mi abbracciò più forte, sospirando, e quando si sentì pronto si alzò leggermente, baciandomi con dolcezza. Gli asciugai le guance con il pollice, carezzandogli la pelle coperta da una leggera barba.
"Grazie, Keela." Bisbigliò solamente, per poi incollare nuovamente le labbra alle mie.

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Spazio autrice
Ciao a tutte! Ecco qui il nuovo capitolo. Cosa ne pensate? Fra poco iniziano i problemi, muahaha! 😈
Secondo voi come la prenderà la gravidanza Severus? Se i problemi riguarderanno Eileen Piton o i gemellini, la decisione la lascio a voi. ;)
Mi raccomando, stellinate, commentate e alla prossima! :) 

Amami, Ti PregoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora