Ormai maggio era agli sgoccioli ed io ero ancora confinata al San Mungo. Due mesi. Stavo perdendo le speranze, avevo fatto solo dei minimi progressi. Avevo riacquistato la sensibilità delle cosce, ma non riuscivo a camminare: ero felice di essere viva, però ero stufa marcia di stare in ospedale. Le infermiere e i Medimaghi non volevano dimettermi perché dovevano monitorarmi sempre, per vedere se la pozione avesse fatto effetto. La vita d'ospedale era una scocciatura: sveglia alla mattina presto, continui controlli, fisioterapia, pozioni, zero privacy e soprattutto niente sesso. Non lo dicevo solo per me, anche Severus rimaneva all'asciutto: con tutti quegli studenti esaltati, come li aveva definiti lui, il suo nervosismo era alle stelle. Teneva anche le mie lezioni dato che io non potevo schiodarmi dalla mia stanza del San Mungo.
In quel momento stavo osservando Severus dormire, era arrivato letteralmente distrutto da Hogwarts. E, nonostante fosse abbastanza presto, si era addormentato non appena aveva posato la testa sul cuscino. Stavamo un po' stretti, ma non mi importava, mi bastava stare appoggiata al suo corpo. Gli carezzavo i capelli nel frattempo, passando le dita con leggerezza lungo i contorni del suo viso. Io non avevo sonno, continuavo a pensare all'uomo accanto a me. Se si fosse stufato? Non era di certo paziente, magari si sarebbe stancato se continuava a non vedere progressi. C'erano donne che a volte lo guardavano con interesse mentre mi portava a fare un giro con la sedia a rotelle per il corridoio dell'ospedale: lo aveva fatto solo per due domeniche, perché poi gli avevo detto categoricamente che non avevo intenzione di uscire nuovamente con quel trabiccolo. Mi sentivo tremendamente in imbarazzo, ci guardavano tutti.
Pian piano vidi Severus aprire gli occhi, guardandosi intorno leggermente spaesato.
"Scusa, non volevo svegliarti." Sussurrai allora, posandogli un bacio sulla guancia.
Lui sospirò, baciandomi la fronte, stringendomi leggermente a lui.
"Severus, da quanto non facciamo l'amore?" gli chiesi poi, la mano ferma sul suo petto. "Forse abbiamo stabilito un record."
"Da quando sei in ospedale." Mi rispose Severus, guardando il soffitto. "Rispetto alle nostre abitudini, di certo lo abbiamo stabilito."
Io ridacchiai, ma improvvisamente mi balenò in mente un pensiero a luci rosse: e se lo avessi soddisfatto proprio in quel momento? Di notte non entrava mai nessuno, quindi potevo approfittarne.
Feci scivolare la mano verso il suo basso ventre, slacciandogli la cintura e abbassandogli la cerniera prima che se ne accorgesse: ormai ero diventata più veloce rispetto alle prime volte.
Afferrai il suo membro, infilando la mano nei suoi boxer, cominciando a stimolarlo.
"Cosa stai facendo, Keela?" mi domandò subito, mettendo una mano sopra la mia, fermando i movimenti.
"Secondo te?" ribattei io maliziosamente, continuando a muovere la mano a pugno, nonostante cercasse di fermarmi. "Ti rilasso un po'."
"Potrebbe entrare chiunque." Disse lui, cercando di accampare una debole scusa, che però non attecchì. Sentivo che si stava eccitando.
"Chiudi la porta con un incantesimo se ti fa sentire più sicuro, ma scommetto che ti piace il rischio."
E dicendo questo strinsi la presa, facendolo mugolare dal piacere.
"Però cerca di non farti sentire da tutto il San Mungo." Conclusi infine, mordendogli il lobo dell'orecchio.
Il suo respiro cominciò ad accelerare, mentre cercava di non gemere, muovendo lentamente il bacino verso la mia mano. Gli baciavo continuamente il collo e il pomo d'Adamo, soffermandomi particolarmente lì.
Lui si abbassò di più i boxer e i pantaloni, facendo svettare completamente l'erezione, e sospirò di piacere quando gli passai l'indice sulla punta bagnata.
"Più veloce..." fece dopo un bel po', con il respiro affannoso.
"Vieni Severus." Gli bisbigliai vicino all'orecchio, velocizzando i movimenti. Sentii il suo membro crescere di più nella mia mano e alla fine venne, liberando il suo piacere sulla sua camicia.
Nonostante stesse cercando di trattenersi gli scappò qualche gemito, che poteva far insospettire qualcuno, quindi prontamente gli tappai la bocca con un bacio.
"Incredibile." Sospirò quando si fu calmato, mentre muovevo lentamente la mano.
Poi, con un movimento degno di una contorsionista, afferrai la mia bacchetta, che per fortuna avevano ritrovato, e lanciai un incantesimo per pulirlo.
Gli sistemai la biancheria e i pantaloni, per poi posargli un bacio sull'angolo della bocca. Aveva ancora il respiro leggermente accelerato e il suo cuore batteva a mille. Si era decisamente rilassato.
~☆~
Piton era disteso vicino a Keela e gli sembrava di essere in paradiso: era stata fantastica, come ogni volta. E poi, farlo lì in ospedale, poteva entrare chiunque... il rischio lo eccitava.
Poteva ricambiare il favore, ma questa volta avrebbe insonorizzato la stanza e chiuso la porta: Keela poteva essere molto più rumorosa di lui in certi casi.
Lanciò gli incantesimi necessari, per poi girarsi su un fianco ed abbassarle le spalline della sottoveste, scoprendo il seno sodo. Si abbassò, andando a baciare i capezzoli ormai turgidi, mordicchiandoli e leccandoli. La sentì sospirare dal piacere e lei gli afferrò i capelli, tenendolo stretto al suo corpo. Gli era mancato così tanto il sapore della sua pelle, non avrebbe mai voluto smettere di assaporarla.
Nel frattempo, mentre ancora si occupava dei seni, alzò la sottoveste, giusto per scoprire la sua femminilità, così infilò immediatamente una mano negli slip.
"Oh Dio..." mugolò Keela, eccitata, muovendo debolmente il bacino verso la sua mano. La penetrò subito con tre dita, era già pronta.
"Sei così bagnata..." le sussurrò all'orecchio, baciandole la pelle sensibile del collo. "Calda e stretta..."
Lei adorava quando le bisbigliava vicino all'orecchio, facendola eccitare ancora di più. Iniziò a dirle di tutto, dalle cose che avrebbe voluto farle in quei due mesi in cui non avevano avuto rapporti a quelle più sconce che avrebbe realizzato quando sarebbe uscita dal San Mungo, aumentando di volta in volta la velocità e la potenza delle spinte con le dita. Keela gemeva senza ritegno, se non avesse lanciato il Muffliato sarebbe accorso tutto il reparto.
"Vieni Keela, vieni per me... fammi sentire quanto ti piace, amore mio... voglio sentirti."
Quello fu il colpo di grazia: esplose in un orgasmo a lungo trattenuto, tremando violentemente e urlando di piacere.
Questa volta le chiuse lui la bocca con un bacio colmo di passione, finché non smise di urlare, soffocando i suoi gemiti.
Le sistemò la sottoveste, lasciandole un ultimo bacio sul seno, e tolse la mano dagli slip, le dita impiastricciate con il suo piacere.
Si pulì, per infine distendersi nuovamente vicino a lei, posandole un bacio sulla guancia. Lo faceva raramente, solitamente preferiva le labbra, ma ogni qualvolta le baciava la guancia, Keela sorrideva felice.
Anche in quel momento aveva sorriso, era lì rilassata con gli occhi chiusi ed aveva il respiro profondo.
"Mi sembra di essere su una nuvola." Disse dopo un po', voltando la testa verso di lui, stancamente.
"Quando le lezioni saranno terminate ti porto via di qui."
"Il caporeparto non mi lascerà mai uscire dall'ospedale." Sospirò Keela, abbracciandolo e appoggiando la testa sul suo petto.
"Ci ho già parlato." La assicurò Piton, facendole una carezza sulla schiena.
"Lo hai minacciato?"
Forse minacciato non era il termine più adatto, gli aveva solo caldamente consigliato di dimettere Keela per qualche giorno, giusto per sollevarle il morale.
"Essere Severus Piton ha i suoi vantaggi."
"E dove andiamo di bello?"
"Sorpresa." Le rispose allora, non volendole rivelare la destinazione.
Aveva trovato una casetta abbandonata su un'isola: non c'erano scocciatori, si sentiva solo il rumore delle onde. Era sopraelevata, costruita sopra un grande scoglio: non era molto, ma sperava che le sarebbe piaciuto. Glielo aveva consigliato Minerva, perché secondo lei Keela aveva bisogno di sentirsi libera, non confinata da quelle quattro mura.
~☆~
La mattina successiva mi svegliai mezza intontita, come al solito, ovviamente grazie al bussare insistente di qualcuno alla porta. Girai la testa, pensando di trovare Severus, ma di lui non c'era ombra, se n'era già andato.
"Avanti." Mugugnai con la voce impastata dal sonno, stiracchiandomi.
"Ciao Keela!" mi salutò Talia, non appena entrò, tutta pimpante.
"Talia, dovresti posticipare le visite... arrivi sempre prestissimo."
"Prestissimo? Sveglia dormigliona, sono le nove." Rise lei, ma improvvisamente mi guardò con le sopracciglia alzate.
"Ti sei divertita ieri sera, non è vero?" mi chiese maliziosamente, indicandomi il collo. "Il vampiro ha colpito ancora."
Io mi toccai il collo, pensando immediatamente alla sera precedente. Divertita... Severus mi aveva fatto letteralmente impazzire dal piacere, con tutto quello che mi sussurrava vicino all'orecchio e i baci sul collo... una goduria. Erano rimasti i suoi morsi d'amore, ma così potevo stuzzicare Talia: sapevo che non voleva i dettagli, ma io, da sorella dispettosa qual ero, glieli avrei svelati.
"Gli ho infilato una mano nei boxer. Poteva entrare chiunque e lui era seminudo in pratica. È stato molto eccitante." Le dissi allora e lei alzò solamente gli occhi al cielo: forse ci aveva fatto l'abitudine.
"Avete fatto sesso qui in ospedale?"
"No. Io ho soddisfatto lui e Severus ha ricambiato il favore. È stato spettacolare..." sospirai infine, pensando al mio uomo. "Ero così felice ieri sera... mi desidera ancora, da quando non riesco a camminare mi sento un mostro. Credevo che quando avremmo sollevato l'argomento sesso avrebbe preferito non parlarne."
"Se ti avesse spezzato il cuore, stai certa che gli avrei dato tanti di quei calci che lo avrei fatto volare più veloce del boccino d'oro." Concluse Talia convinta.
Mi misi a ridere, immaginando la scena: mia sorella che rincorreva Severus per prenderlo a calci.
"Così ti voglio! Adesso vestiti che devi accompagnarmi a scegliere l'abito."
"Non posso uscire..." sbuffai allora: non che ne avessi voglia. Mi guardavano tutti come se fossi un alieno e la sensazione non era delle più piacevoli.
"Il tuo amato professore credo abbia minacciato il Medimago... poi uscire per una o due ore al giorno se vuoi. Poi ha detto alla mamma che ti porterà in vacanza quando la scuola sarà finita."
"Dove?" gli chiesi subito, magari lei poteva schiarirmi le idee: Severus doveva essere sempre il solito misterioso.
"Mi aveva avvertito Piton, dalla mia bocca non uscirà più una parola su questo argomento."
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Amami, Ti Prego
FanfictionLo avevo visto per la prima volta in una giornata uggiosa, nei corridoi del San Mungo. Vi starete immaginando la solita scena che si legge in molti libri: il classico colpo di fulmine, la ragazza bellissima e perfetta guarda dritto negli occhi dell'...