.6.

1.9K 130 41
                                    

Sono finalmente pronta.
Non ho mai trovato l'occasione di mettere questo vestito, ma oggi finalmente posso farlo.
È nero, nè troppo corto, nè troppo scollato e dietro la schiena è aperto fin sopra il sedere.

E le scarpe?

Merda, le scarpe.
Detesto i tacchi, anzi li odio proprio, ma di certo non posso mettermi delle scarpe da ginnastica sotto questo vestito.
A malincuore prendo i miei tacchi neri dall'armadio e li indosso.

***

«Amy ciao! Come stai?» Elena mi abbraccia e mi fa cenno di sedermi al bancone del bar insieme a lei.
«Tutto bene! Ascolta... devo dirti una cosa.»
«Devo preoccuparmi?» Mi stringe le mani per rassicurarmi e sgancio la bomba.
«Jake mi ha baciata, in realtà anche io l'ho baciato... ci siamo baciati ecco.»

Ci voleva tanto?

Elena mi guarda stupita, poi lentamente il suo volto si trasforma e diventa sorridente e pieno di malizia.
«E qual è il problema? Mi hai fatta spaventare! Pensavo chissà cosa fosse successo!»
In effetti ero piena di ansia immotivata.
Le sorrido e divento tutta rossa per l'imbarazzo.

Stiamo ordinando da bere quando mi arriva un messaggio.
«Uh, parli del diavolo e spuntano le corna! Indovina chi mi ha appena scritto.»
«Vediamo... mio cugino?»
«Esatto!»

Ecco di nuovo quel campanellino d'allarme. Ma che cos'ho che non va?

«E sentiamo... cosa dice?»
«Mh, vediamo... dice "Ciao Amy, scommettiamo che indovino dove sei e con chi? Beh, sei con mia cugina, nel bar vicino casa sua e devo dirtelo... indossi un vestito fantastico ;)."»
Alzo gli occhi dal telefono e guardo Elena.
«Amy te lo giuro, io non gli ho detto niente okay?» È sincera, lo capisco quando mente ed ora è sincera.
«Allora come fa a... Elena, come fa a saperlo?»
Riconosco nel suo viso la stessa espressione di quando oggi pomeriggio ho chiesto a Jake cosa ci facesse lì e come sapesse il mio nome intero.

«Amy io... non lo so. Davvero.» Mentre lo dice, stringe i pugni.
Ho bisogno di una boccata d'aria.

Distolgo lo sguardo dalla mia amica e mi accorgo di un uomo sulla cinquantina che ci sta venendo incontro con un sorriso malizioso.

«Ehi bamboline... come vi chiamate?»

Fallo.

E lo faccio. Gli dò uno schiaffo in faccia e cerco di alzarmi dallo sgabello, ma la sua mano stretta intorno al mio braccio me lo impedisce.

«Lasciaci stare stronzo!» Elena cerca in tutti i modi di attirare l'attenzione di qualcuno e di tirarlo via da me, ma nel locale la musica è troppo alta e quest'uomo è almeno il triplo di lei.

Tutto d'un tratto, qualcuno lo prende per i capelli e gli sbatte la testa contro il bancone del bar. Il tipo cade a terra e dalle sue condizioni sembra che ci rimarrà per un bel po'. Faccio per ringraziare la persona che ci ha aiutate quando...
Jake.
Di nuovo Jake.
Come fa ad essere qui? Perché è in ogni posto in cui vado?

«No... questo è troppo anche per me. Me ne vado.»

Scappo dal locale, maledicendomi per essermi messa i tacchi.
Attraverso la strada e fortuna vuole che prenda una storta cadendo per terra.
Cerco di rialzarmi quando vedo i fari di una macchina venire verso di me.
Sta volta non c'è nessuno per me pronto a tirarmi via da lì.
Ad un tratto, buio.

***

Apro gli occhi e vedo una luce bianca.

«Cristo... sono... sono morta?» Dico con voce roca.
Vedo venire verso di me una ragazza sorridente, cerco di mettere a fuoco e capisco che è un infermiera.

Ci siamo salvate anche questa volta, eh?

Ma certo, sono in ospedale.

«Buongiorno signorina, come si sente?»
«Come se una macchina mi avesse investita...»

Uh, questa è bella. Aggiungiamola alla lista delle battute di merda e fuori luogo.

Probabilmente l'infermiera continua a sorridere per pena.
«Dovrà rimanere sotto osservazione per qualche settimana, ha un braccio fratturato e una brutta slogatura alla caviglia. In più le abbiamo dovuto mettere dei punti sulla testa, le usciva molto sangue. È fortunata ad avere un ragazzo sa? Se lui non fosse stato lì, in questo momento non credo che lei avrebbe potuto parlare con me.»
«Un... un ragazzo?»

Fa che non sia lui, fa che non sia lui.

«Oh sì! Dice di chiamarsi Jake. Non è il suo ragazzo?»

È lui.

Sento la testa girarmi velocemente e istintivamente stringo i lembi del lenzuolo.

«Signorina si sente bene?»

No che non si sente bene, stupida infermiera del cazzo.

Svengo per la seconda volta nel giro di dodici ore.

A Volte SuccedeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora