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Riapro lentamente gli occhi e vedo delle flebo sul mio braccio. Mi sento veramente uno straccio.
Stava andando tutto bene e ora? Mi ritrovo in ospedale. Per colpa di chi poi? Mia e delle mie stupide reazioni impulsive oppure di Jake e del suo strano comportamento?
Probabilmente di entrambi.

«Signorina come si sente?»
L'infermiera si avvicina lentamente a me, quasi abbia paura di una mia reazione aggressiva.
«Meglio...»
E invece mi sento peggio. Mi gira la testa, ho la nausea e vorrei solo andarmene da qui.
Perché le ho detto di stare meglio? Beh, perché ho la sensazione che se le dicessi di stare male, andrebbe nel pallone e si agiterebbe, non mi sembra molto esperta e sicura di quello che fa.

«Ha delle visite, se si sente meglio a questo punto lo faccio entrare.»

No, di nuovo Jake.

Cerco in qualche modo di farle capire che non è una visita gradita, ma sono troppo stanca e non  ho più forze.
Così chiudo gli occhi. Se faccio finta di dormire se ne andrà, no?

Contaci Amy, contaci.

Sento dei passi, sta venendo verso la mia direzione e si sta sedendo sulla sedia accanto al mio lettino.
Ad un certo punto mette la sua mano sopra la mia.

«Non mentire con me Amy, dovresti saperlo che saprei riconoscere una persona che mente da chilometri di distanza.»

Questo non è Jake.
Questo è...

«Hiddleston. Ma... perché sei qui?»
Improvvisamente mi sento molto meglio, la nausea è andata a farsi un giro dopo il suo arrivo.
«La notizia della ragazza scappata dal locale senza un apparente motivo che è stata investita da una macchina è su tutti i giornali ormai.»
Sorride. Perché sorride? Non dovrebbe sorridere, sono stata investita.

Stai sorridendo anche tu, stupida.

«E poi io sono Tom Hiddleston, mi è bastato chiedere a quale ospedale ti avrebbero ricoverata. Ed ora... eccomi qui.»

Dovrebbe smetterla di sorridere così insistentemente.

«E ti sei preoccupato per me? E poi... cosa intendi con "io sono Tom Hiddleston"?»

«Scherzi? Ma tu la televisione non la guardi proprio mai eh?»
«In effetti no... sono cinque anni ormai che non la guardo per colpa dell'università. Perché... sei per caso un conduttore?»
Mi scoppia a ridere in faccia per poi sorridere.
«È... è fantastico davvero. È pazzesco, tu sei pazzesca! Quindi tu proprio non hai idea di chi io sia?»

Hai sentito Amy? Ti ha detto che sei pazzesca.

Sento le mie gote arrossire e ci metto un po' a rispondergli.
«Beh... mi scusi signor Hiddleston, ma proprio non la conosco.»
Mi diverto a usare un tono sarcastico quando parlo con lui, non so per quale strano motivo.

«Ti va di farmi un favore Amy?»
Mi stringe sempre di più la mano ed io sto avvampando.
«Ma certo... tutto quello che vuoi.»

Oh sì, proprio tutto tutto.

«Non cercare informazioni su di me, okay? Non perché tu possa trovare chissà quale segreto nascosto, ma perché è la prima volta che incontro una ragazza che non mi conosca per quello che faccio.»
Incatena i suoi occhi di ghiaccio ai miei occhi marroni ed io rimango imbambolata. Annuisco sorridendo e lui alza un mignolo.
Lo guardo confusa, ma poi mi ricordo del gioco che facevo da bambina per promettere qualcosa. Incrocio il mio mignolo al suo dicendo «Promesso.»

Devo ammetterlo, la sua presenza mi tranquillizza tantissimo.
È tutto così tranquillo, troppo tranquillo.
Infatti dopo un po' arriva l'infermiera, sembra che abbia corso la maratona.

«Signorina c'è... c'è un ragazzo che insiste nel vederla. Non so cosa fare, sta dando i numeri!»

Jake. È sicuramente Jake.

Inizio a tremare come una foglia al solo pensiero.

«Non mi avevi detto di essere fidanzata Amy.»
Tom è divertito dalla situazione, poi però mi guarda e dal mio sguardo terrorizzato capisce che non c'è proprio niente da ridere.

«Tom ti prego, non farlo entrare.»

Quando vedo Jake davanti alla porta, ci si piazza davanti l'infermiera.

«Lei non può entrare, la ragazza ha già delle visite!»
«E chi sarebbe il bastardo?»
«Tom Hiddleston, signore. Quindi per favore, aspetti in sala d'attesa.»

Sto cominciando ad avere paura ed istintivamente stringo la mano di Tom.

«Ma non prendermi per il culo! Hiddleston? Qui? Con lei? Andiamo smettila!»

Dopo quelle parole, Tom fa spostare l'infermiera e si mette davanti a Jake, fronteggiandolo. Anche se più basso di lui, Jake fa comunque paura.
«Che ci fa uno come te qui?»
Jake sta perdendo l'ultimo briciolo di autocontrollo che gli è rimasto, si sta preparando per tirargli un pugno.
«Oh, ma tu sei il ragazzo che stava con lei al bar? Sai amico, sembravi patetico prima e lo sembri anche adesso. Ti conviene andartene sai? E abbassa quella mano, non mi fai paura.»

Boom, asfaltato.

È incredibile come sia riuscito a rimanere calmo davanti una situazione simile.

Jake mi lancia uno sguardo pieno d'odio e se ne va.
A quel punto mi sfogo e inizio a piangere come una bambina. Lui vedendomi così si avvicina lentamente a me e si ricompone sulla sedia, mi asciuga una lacrima e mi sorride dolcemente.
Gesto anche fin troppo strano per me, quello che ho davanti ora non è l'uomo che vedendomi con una macchia di caffè sulla camicia si è messo a ridere, non è l'uomo presuntuoso che credevo. Lui si accorge della mia espressione stranita e continua ad accarezzarmi la guancia.

«Amy, io e te non siamo partiti proprio con il piede giusto vero? Non so quale impressione io ti abbia potuto fare ma è sbagliata.»
«Me ne sto accorgendo Tom, tranquillo...»
«Di cosa hai paura?»

Ma come fa ad accorgersi di tutto questo qui?

«Jake. Non so perché, ma quel ragazzo mi spaventa.»
Gli racconto per filo e per segno tutte le stranezze che ho notato in lui dal primo giorno.
«Ma che cazzo! È un fottuto stalker, ancora non lo hai denunciato?»
«E cosa dovrei dire? Pronto polizia, scusate ma c'è un ragazzo che mi ha aiutata a rialzarmi in piedi quando sono caduta per terra e mi ha salvato dalle molestie di un uomo... è un mostro!»

Tom non riesce a trattenere un sorriso e io lo fulmino con lo sguardo.
«Mi piaci sai? Il modo in cui riesci a sdrammatizzare anche le situazioni più serie mi piace da morire.»
«Già... grazie per il complimento signor Hiddleston. Il problema adesso è uno... ho paura di tornare a casa, vivo da sola e lui potrebbe tornare da un momento all'altro.»
«Che problema c'è? Vieni a stare da me per un po' no?»

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