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Una settimana è praticamente volata. Tom non ha saltato neanche un giorno, si è presentato ogni mattina alle 9.00 con un cornetto ed un caffè, poi, anche la sera alle 7.00 ed ha sempre aspettato che io mi addormentassi per andarsene.
Non ha mai saltato un giorno, tranne oggi.
Devo dire che trascorrere una giornata in ospedale senza le sue continue chiacchiere da sapientone è noioso.
Eppure lo aveva promesso. Me lo aveva giurato che sarebbe venuto tutti i giorni.

Ma a che pensavi? Pensavi per caso di essere il suo unico pensiero?

No, non pensavo assolutamente questo. Non lo ho mai pensato. Infondo io e lui siamo amici, ma se ha degli impegni più importanti non può di certo lasciar perdere tutto per me, no?

Ad un tratto, sento l'infermiera parlare con qualcuno.
Un po' per la stanza quasi del tutto insonorizzata, un po' perché mi sono appena svegliata, non riesco a distinguere la voce di quell'uomo.
Poi, vedo la porta aprirsi e subito dopo un sorriso a trentadue denti si dipinge sul mio viso.

«Ehi... ho fatto... ho fatto il prima possibile, perdonami.»
Tom ha il fiato corto, è sudato e il fatto che abbia una maglietta bianca appiccicata al corpo, non migliora la mia situazione.

«Pensavo quasi ti fossi dimenticato Hiddleston.»
Assumo un tono da finta offesa e incrocio le braccia al petto.
«Non avrei mai potuto dimenticarmi di te.»
Ecco, appunto.
Dopo queste parole, un silenzio tombale e imbarazzante invade tutta la stanza, lui che mi guarda ed io che non riesco a sostenere il suo sguardo.

Fa che dica qualcosa, fa che dica qualcosa...

«Ho portato i cornetti!»
Oh, quest'uomo è fantastico, sul serio.
È riuscito a togliere entrambi da una situazione imbarazzante creata da lui e il suo stupido fare da ultimo romantico.

Che però a te piace.

Non mi dispiace, al massimo.

Stiamo mangiando i nostri cornetti e lui non smette di togliermi gli occhi di dosso.
Ho qualcosa tra i denti forse? Oppure mi sarò sporcata con il cioccolato?
Non riesco ad avere il suo sguardo addosso senza ripercussioni.

«Tom?»
«Mh?»
Sembra risvegliarsi da un lungo sogno ad occhi aperti.
«Hai avuto molto da fare oggi?»
«Sì... già. Ho avuto fin troppo da fare. Con il lavoro e... altri impegni insomma.»

Perché ho l'impressione che sia stanchissimo? Sarà per il lavoro?
Adesso che lo guardo bene, noto delle profonde occhiaie sotto i suoi bellissimi occhi.

«Oh giusto, il tuo lavoro! Quando mi farai il grande onore di rivelarmi quello che fai per vivere?»
Con le mie parole lo faccio sorridere, quel sorriso che a me piace tanto.

Non è che ci siamo prese una bella cotta per questo Tom?

Pff, no. Non può proprio essere.
Ma di certo non è uno che passa inosservato.

«Capirai tutto tra una settimana piccola Amy, tranquilla.»
«"Piccola Amy"?»
«Sì, piccola Amy. Mi è venuto fuori così, non ti piace?»

Certo che le piace, potresti chiamarla anche "Grosso ippopotamo" e lei sarebbe contenta.

«Beh, veramente no.»
«Motivo in più per chiamartici tutti i giorni.»
Detto questo, mi fa una linguaccia mentre io alzo gli occhi al cielo, sbuffando.

«Ti detesto.»
«Oh sì, lo so che mi adori, tranquilla.»
Mi da un pizzicotto sulla guancia e io gli dó un pugno amichevole sul petto.

Mossa sbagliata.

È vero, la maglietta non lascia molto all'immaginazione, ma ora che l'ho sentito... deve avere il fisico di un dio greco lì sotto!

Si deve essere accorto del mio imbarazzo, tant'è che se ne approfitta.

«Fa veramente caldo oggi, vero?»
Comincia a farsi aria continuando ad alzare la maglietta ad altezza addominali e ad abbassarla velocemente.

«Smettila Hiddleston.»
«Perché? Non ti piace quello che vedi?»
Dopodiché scoppio a ridere a squarciagola, seguita a ruota da lui.

«Oh mio Dio, l'hai... l'hai detto sul serio?»
Non riesco a smettere di ridere, mi escono perfino delle lacrime.

«Ehi, smettila. Mi sento offeso.»
«Ma no Tom. Nulla da toglierti, assolutamente. Ma quello che hai detto e il modo in cui l'hai detto... da perfetto playboy!»
Continuo a ridere e lui a sbuffare. Non riesco a darmi un contegno ma so che infondo, lui sta trattenendo una delle più grasse risate e solo per non darla vinta a me.

«Ma io sono un playboy!»
«Vuoi proprio farmi morire oggi eh?»
Ad un tratto mi mette una mano sulla bocca per farmi smettere.

«Ah, smettila Amy. Non sarà leccarmi la mano a farmela levare dalla tua bocca. Non mi schifo per così poco.»
Dopo averlo detto, mi fa l'occhiolino. Che stupido.
Così lo mordo.

«Ahia! Ma sei impazzita?»
Rispondo anche io con un occhiolino e una linguaccia.

«Non giocare con il fuoco Hiddleston, rischi di bruciarti!»
Un sorriso furbo compare sul suo viso e inizia a scuotere la testa in segno di disapprovazione.

«Sei irrecuperabile.»
«E tu sei noioso!»

Rimane a bocca aperta, quasi scandalizzato dalle mie parole.

«Ti odio.»
«Mi adori, Tom.»

Non so proprio come farei a passare le mie giornate in ospedale senza di lui.
Ormai sta diventando quasi un... punto di riferimento?
Si sta facendo voler bene in poco tempo e ho paura di questo. Ho paura perché in un giorno sono riuscita a perdere la fiducia in due persone ed una di queste era la persona più importante per me.

"Non perdere la fiducia nelle persone, non cadere in questo oblio."

Ho fatto una promessa a Tom ed intendo mantenerla.
Lo faccio per dare una possibilità alle persone.
Lo faccio per dare una possibilità a me.

A Volte SuccedeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora