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Siamo appena arrivati a casa ed io, dopo aver varcato la soglia, sbatto con violenza la porta alle mie spalle guadagnandomi uno sguardo confuso e interrogativo da parte dell'attore.
«Che ci facevi lì Amy?»
«Io? Io ero lì perché la proprietaria del bar in cui lavoro mi ha chiesto un favore.» inizio, mettendomi a sedere sopra il tavolo di fronte al bancone della cucina. Tavolo abbastanza alto, dato che rimango con le gambe a penzoloni. «Invece tu? Non eri al lavoro?» continuo poi.
Tom si posiziona proprio davanti a me e mi sorride dolcemente. Oh ma non dovrebbe, anzi. Dovrebbe sapere che dopo la calma apparente c'è sempre la tempesta.
«Sì Amy, infatti stavo tornando a casa... poi però ho visto il supermercato e ho pensato di fare un po' di spesa per questa sera!»
Mentre parla, io cerco di essere il più credibile possibile fingendo di credergli.
«Oh capisco Tom... e sentiamo, perché in macchina non c'erano buste della spesa?»
Lui non risponde, si guarda intorno cercando da qualche parte le parole giuste da dire.
«Sai, credevo fossi più bravo... insomma, sei un attore o no? Dovresti saper mentire meglio.» dico acidamente.
«Okay, ascolta... io...» ma non lo faccio finire di parlare che gli metto una mano sulla bocca.
Lui mi guarda corrugando le sopracciglia.
«Evitiamo di dire altre bugie, va bene Hiddleston?» dico, spostando la testa di lato e continuando a premere la mano sulle sue labbra. Poi, glie la levo lentamente e lui rimane zitto.
«E dovresti sapere anche che quando una donna ti fa una domanda precisa, non solo sa già la risposta, ma conosce per filo e per segno tutti i particolari. Non credevo che mi potessi dire così tante bugie... insomma lo so, tu non mi devi niente ma credevo che... ah lascia perdere.» dico frettolosamente, abbassando lo sguardo.
«Così tante bugie? Cosa intendi?» fa lui, quasi sorpreso della mia affermazione.
«Intendo che tu a casa mi hai detto che saresti andato al lavoro e invece sei andato al supermercato. Intendo che mi avevi detto che quella biondina che quel giorno ho visto in casa fosse tua cugina, quando invece è Taylor Swift. Ed ora? Mi dici che sei passato al supermercato per fare la spesa? Ma scherziamo?»
Sono incazzata e non riesco a capire bene il motivo. O meglio, i motivi sono così tanti che non riesco a trovare quello principale. In effetti forse i motivi principali potrebbero essere due: le bugie ed il pensiero che tra quella donna e Tom ci sia qualcosa. So bene che devo smetterla con questa storia, che non posso essere gelosa di un uomo che non potrei mai avere, ma è più forte di me. Io sono innamorata di Tom Hiddleston, nonostante tutto, nonostante ora mi abbia deluso.

«Amy... mi dispiace.» sento le sue mani sui fianchi e trasalisco. Così lo guardo negli occhi, quei maledetti occhi azzurro cielo.
«Lascia stare, non fa niente. Non sei obbligato a dirmi la verità e a me non dovrebbe interessare quello che fai. Va tutto bene.» così dicendo, scendo dal tavolo e mi avvio verso il salone, dando le spalle a Tom.
«No... non va bene. Non va bene un cazzo!» dopo averlo detto, getta a terra un bicchiere di vetro che poco prima era sopra il bancone della cucina, frantumandolo in mille pezzi.
Io mi giro di scatto, spalanco gli occhi e rimango a bocca aperta. Lui è sempre così tranquillo e calmo che quando si arrabbia... lo fa per davvero.
«Ma che ti prende?»
«Io... io voglio che tu ti arrabbi. Io voglio che tu mi urli contro tutto il male e il dolore che hai dentro. Se ne senti il bisogno puoi anche darmi uno schiaffo, ma non fingere che vada tutto bene, ti prego. Cristo... io non ce la faccio più a vederti così!» poi, si avvicina lentamente a me, prendendomi il viso tra le mani.
«Non la conosci la differenza tra essere arrabbiata ed essere delusa? Te la spiego io. Quando si è arrabbiati si urla, si piange, si litiga, ma poi ci si calma e tutto passa. Quando si è delusi, si urla dentro, si mostra calma apparente, ma non passa. Ti logora dentro.» Continua a guardarmi negli occhi, ormai lucidi.
Non voglio piangere, non voglio essere debole per l'ennesima volta.
«Sfogati con me...» continua lui, poggiando la sua fronte contro la mia e facendo toccare i nostri nasi.
Anche i suoi occhi sono lucidi, quel bell'azzurro è contornato da un rosso acceso e da un mare di lacrime che minacciano di uscire.
«Ti prego Amy...» sussurra, soffiando sulle mie labbra.
Comincia ad accarezzarmi le guance ed io inizio a tremare. Mi guarda preoccupato e senza aggiungere altro, mi abbraccia. Questa volta però non mi allontano, non ho più paura delle sue mani, delle sue braccia, del suo calore a contatto con il mio corpo.
Lo stringo sempre più a me e mi fiondo sul suo petto, come per nascondere il mio viso e vengo inebriata dal suo profumo. Mi è mancato così tanto...
Nonostante questo però, sono ancora incazzata con lui.
«Sei un bastardo.» dico sul suo petto.
«Un grande stronzo.» continuo alzando la voce ma senza staccarmi da quell'abbraccio.
«Mi hai detto un sacco di cazzate senza alcun motivo!» urlo cominciando a tirargli pugni sul petto e iniziando a sentire le lacrime scendere copiose sul viso. Lui dal suo canto, continua ad abbracciarmi sempre più forte nonostante i miei pugni e a chiedermi insistentemente scusa.
Allora comincio a singhiozzare e a stringere tra le mani i lembi della sua camicia.
Non sto piangendo per quello che è successo oggi, o perlomeno quello è solo uno dei motivi... Mi sto sfogando anche per quello che mi è successo, perché mi sono mostrata debole ed indifesa, perché sono stata usata come un giocattolo, come una bambola.
Tom sembra leggermi nella mente e con voce spezzata mi dice «Non è colpa tua.» e continua a stringermi sempre più forte.
Getta la testa tra i miei capelli e inizia a piangere anche lui.
«Mi sei mancata così tanto Amy...»
Io alzo la testa e lo guardo negli occhi con un sorriso dolce.
«Non me ne sono mai andata Tom.»

Siamo entrambi stesi sul suo letto, lui a pancia in su ed io con un braccio e la testa sul suo petto.
Già, per questa sera gli ho pregato di dormire con me, non ce l'avrei fatta ad addormentarmi questa notte senza di lui.
Intorno a noi c'è il buio quasi totale, solo la luce della luna che proviene dalla finestra illumina debolmente i nostri visi.
Alzo lo sguardo per osservarlo meglio. La mascella squadrata, le sue labbra, il suo viso rilassato... Dio quanto è bello.
«Tom?» lo chiamo sussurrando.
«Sì?»
«Grazie per aver accettato di dormire con me questa notte.» continuo a tenere un tono di voce basso, anche se in casa a parte noi non c'è nessun altro.
«Amy, se fosse per me, dormirei con te tutte le notti. Non è un grande sforzo quello che sto facendo sai?»
A quelle parole rimango spiazzata e sento le guance diventarmi sempre più calde.
«Tom?»
«Sì Amy?» risponde lui, sghignazzando perché l'ho chiamato una seconda volta.
«C'è qualcosa tra te e Taylor?»
«C'è stato.»
«Oh.»
Non so più cosa dire, anche un po' imbarazzata dalla domanda che gli ho fatto.
«Ma è tutto finito da un bel pezzo, Amy.» dice poi, stringendomi di più a se.
«D'accordo.» dico solamente, non riuscendo però a trattenere un sorriso soddisfatto per via di quella scoperta. Tom non sta più con quella donna e ha voluto farmelo sapere. Al solo pensiero il mio sorriso si allarga sempre di più e sono veramente fortunata che lui adesso non possa vedermi, perché capirebbe tutto quanto.
«Buonanotte Tom.»
«Buonanotte Amy.»
Mi accoccolo di più a lui e dopo poco, mi addormento.

A Volte SuccedeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora