Capitolo 25.

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Sfoderò un sorriso magnifico, non l'avevo mai visto così felice. Si avvicinò per baciarmi, ma lo bloccai.

"Anche io devo dirti quattro parole, prima. Inizialmente, quando scherzavamo nei corridoi, ti vedevo solo come un buon amico e molte volte come un bel rompiscatole. Ma frequentandoci ho capito che splendida persona sei. Altruista, generoso, dolce, disponibile e comprensivo. Sei l'amico che tutti vorrebbero, quello sempre pronto ad aiutarti in ogni momento. E in questi pochi giorni ho capito di essere innamorata di te. Ogni secondo, minuto, ora, avevo solo te nella testa. E quando mi tocchi ho i brividi, quando mi abbracci ho i brividi, quando mi coccoli ho i brividi. E poi sei la dolcezza in persona. Anche io voglio avere tutte le mie prime volte con te. Voglio svegliarmi con te, uscire con te, ballare con te, litigare con te, poi subito dopo fare pace. Voglio che i miei figli portino il tuo cognome, quello del loro papà. Ti amo tanto, Casillo."

A quel punto ci commuovemmo entrambi e ci abbracciammo. Fu un attimo magico, pieno di emozioni. Poi si staccò.

"Adesso facciamo una bella cosa. Io mi avvicino a te." si avvicinò "Tu metti le mani qui" portò le mie mani sul suo viso "Io metto le mani qui" le poggiò sui miei fianchi "E poi mettiamo le bocche così.."

Ridemmo, prima che scoccasse il bacio. Fu magnifico, e come l'avevo sempre sognato. Passionale, romantico e dolce. Le nostre labbra erano l'unione perfetta, e in quei momento capii che era davvero lui l'uomo con il quale avrei trascorso tutto il resto della mia vita. Spostai le mani sul suo collo, aggrappandomi. Lui ogni tanto mi accarezzava la schiena, o tornava sui fianchi. Durò interi minuti e fu il bacio più lungo e bello di tutta la mia vita. Quando ci staccammo, sorridemmo e mi diede un bacio sul collo. Ebbi i brividi.

"Adesso sei mia, solo mia." sussurrò all'orecchio, provocandomi brividi ancora più forti.

"Solo tua." riuscii a malapena a rispondere.

Annuì soddisfatto e mi baciò ancora. Ricambiai, sta volta accarezzandogli i capelli. Si contorse sotto il mio tocco, capii che gli piaceva e che i capelli erano il suo punto debole.

"Voglio dormire con te stanotte." ammisi, e subito dopo diventai rossa dalla vergogna.

"Certo, piccola." mi baciò il naso.

Proseguimmo, mano nella mano, e ci fermammo su un muretto. Rimanemmo un po' abbracciati, ogni tanto scambiavamo qualche bacio.. fu una serata perfetta.

"Andiamo a casa mia." ordinò, mentre tornavamo alla moto.

"Va bene, avverto mamma."

Le mandai un messaggio, scrivendo: 'Dormo da Ale, ci vediamo domani'.

Salimmo di nuovo sulla moto, erano più o meno le 22:30. Adesso quella posizione mi procurava ancora più brividi. Mi strinsi forte a lui, avevo anche un po' più freddo.. e lui riusciva sempre a riscaldarmi. Questa volta andò più lento, magari per paura di fare qualche incidente dato che era più tardi. Ogni tanto si fermava sulla strada e mi chiedeva se andasse tutto bene, se avevo freddo o sonno, ma io gli rispondevo sempre che poteva continuare e non doveva preoccuparti. Lo adorai ancora di più un quei momenti, perché mi fecero capire quanto lui tenesse a me. Finalmente, a 00:20 arrivammo a casa sua. Parcheggiò la moto e scendemmo. Mi abbracciò e mi baciò, poi si scostò e mi guardò strano.

"Sei calda."

Calda? Ma se stavo morendo di freddo!?

"Forse hai la febbre. Volevo darti il mio giubbotto ma non l'hai voluto.." mi accarezzò la guancia e mi diede un lieve bacio.

"Poi dopo la prendevi tu." lo abbracciai e camminammo verso le scale.

"Meglio io che tu."

Mi fece sorridere, e mi prese in braccio.

"Mettimi giù, peso!"

"Per me sei leggera, tranquilla."

Ridacchiò e mi salì in braccio per tutte le scale. Mi mise giù fuori la porta, e aprì con la chiave.

"C'è nessuno?" urlò.

"Papà è a Brescia per il ristorante, non ricordi? Ci sono io babbeo." sorrise Michele, poi mi guardò.

"Oh, scusate.. beh allora vi lascio soli, cioè mi chiudo in camera.. non fare troppo rumore e usate le precauzioni.."

"Michele ma che dici!" diventai rosso peperone.

"Sei un coglione, ha la febbre e rimane qui." spiegò calmo Alessandro.

"Ahh capito." rise "Allora dormo in camera di papà, così vi lascio soli. Buonanotte."

"Notte" pronunciammo in coro.

Andammo in camera e chiuse la porta.

"Prendi questa maglia. È ancora più lunga perché è di Michele, così ti coprirà di più e starai più calda. Poi ti serve un pantalone.. questo andrà bene" prese il pantalone di un suo pigiama e mi porse entrambi gli indumenti.

"Dai Ale va bene anche solo la maglia.." sorrisi, baciandolo.

"Devi stare calda, e a riposo se non vuoi ammalarti ancora. E domani niente scuola."

Avvertii mamma che avevo la febbre e vidi Alessandro spogliarsi. Quanto era bello, mamma.. indossò la maglia e tolse anche i pantaloni, rimanendo in boxer. Mi girai dall'altro lato per vergogna, e lo sentii ridere.

"Io dormo in boxer, hai visto anche ieri notte." rise e si sistemò a letto.

Rimasi ferma senza fare nulla, non volevo spogliarmi con lui in camera.

"Ah, è vero, scusami" si alzò e uscì, come se mi avesse letto nel pensiero.

Mi spogliai velocemente e indossai la maglia e il pantalone.

"Puoi entrare."

Tornò sorridendo e mi baciò. Ci sistemammo a letto. Mi girai nel lato sinistro, non dov'era lui. Si girò verso di me e mi abbracciò. Sentivo qualcosa sulla schiena.

"Togli le mani" sorrisi debolmente, ero stanca.

"Le mie mani sono sulla tua pancia." rise.

Oh cavolo.. quindi quello che mi premeva sulla schiena era.. lasciamo perdere.

"Buonanotte amore." mi baciò l'orecchio e poi il collo.

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