Capitolo 59.

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"Buonanotte mamma, papà" sorrisi.

"Notte" aggiunse poi Alessandro, prima di chiudere la porta a chiave.

Avevamo fatto una bella doccia nel pomeriggio, adesso toccava solo cambiarci e dormire.

"Ti vesto io, come l'altra volta. Ricordi?" ridacchiò, mentre cominciò a sfilarmi il leggins.

"Si." risi, arrossendo.

Ormai non avevo problemi a mostrarmi in intimo davanti a lui, anche se un po' di vergogna rimaneva sempre.

"Mi domando perché voi donne non dormite in mutande, proprio come noi." sbuffò infastidito, e provocò solo un rossore più evidente sulle mie guance.

"Semplice. Perché hanno inventato il pigiama, e noi ne facciamo buon uso, a differenza vostra." spiegai.

"C'è una spiegazione più logica. Sapete che noi, vostri compagni, potremmo farvi qualcosa di notte se non foste abbastanza coperte.." ridacchiò maliziosamente e gli tirai uno schiaffetto sulla spalla.

"Prendi il pantalone, va'." lo spinsi leggermente e lui mi ubbidì.

Mi infilò i pantaloni morbidi e mi lasciò una pacca sul sedere, ridendo rumorosamente. Lo spintonai più forte, diventando letteralmente bordeaux.

"Stasera sei un po' troppo esuberante, per i miei gusti." commentai imbarazzata.

"Nah, sono solo felice di rivederti." si giustificò avvicinandosi, e mi sfilò la maglietta.

"Fa' in fretta, che ho freddo!" gracchiai avvolgendo le mie braccia su me stessa, ricoperta di brividi.

"Rimarrei così a guardarti per ore, amore." rise e mi infilò anche quella.

"Hai stabilito un nuovo record. Sei davvero veloce ad infilare pigiami, Casillo." sorrisi.

"Certo. Ma ora tocca a te." non faceva altro che ridere, e io diventai più rossa dei capelli di Aurora.

"L'hai già fatto settimana scorsa, no?" continuò "E poi non devi vergognarti di me. Se il tuo istinto dovesse tradirti, be', non ne sarei poi così dispiaciuto." mi abbracciò, stringendomi forte.

Rischiavo davvero di collassare per quello che stava dicendo.

"Sta' zitto e siediti." ordinai, cercando di assumere una voce priva di emozioni, ma mi scappò una risatina.

Gli sfilai i pantaloni e rimase in boxer. Poi frugai nella sua valigia, che era poggiata esattamente accanto al mio armadio, e gli trovai una canotta.

"Staresti bene in mutande, amore" suggerì e avvampai, rischiando di cadere.

Gli lanciai la maglia con forza e lui l'afferrò senza problemi, ridendo. Mi avvicinai e gli sfilai il maglione, che profumava terribilmente di lui. Gli infilai la maglia e gli salii in braccio, aggrappandomi al suo collo.

"Scendi o non so cosa potrei farti." sussurrò e non me lo feci ripetere due volte.

Mi stesi, coprendomi per bene, e gli lasciai dello spazio accanto a me. Appena le sue braccia avvolsero il mio corpo, mi sentii finalmente a casa.

"Sei così caldo." sussurrai.

"Mh, anche tu." mugolò.

"Poi la mucca sarei io.." scherzai, e lui scoppiò a ridere.

"Domattina vuoi che ti accompagni a scuola?" domandò a voce bassa.

"Si. Ma soprattutto devi venire a prendermi, ci sarà Nico.." sospirai.

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