Capitolo 62.

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Lo abbracciai fortissimo singhiozzando. Era un sogno? No. Tutto vero, tutto assolutamente vero. Mi strinse sorridendo, mentre mi accarezzava la schiena. Poi corsi ad abbracciare mia madre.. e per la prima volta anche mio padre. All'inizio ero un po' titubante, ma ero sicura che avevano discusso e deciso entrambi, quindi il merito era anche suo.

"Grazie, grazie davvero.." sussurrai, e Alessandro continuò ad abbracciarmi.

"Sapevamo che qui non sei stata bene, e abbiamo preferito farti questa sorpresa. Momentaneamente vivrai con Alessandro a casa del signor Antonio, ho parlato anche con lui, ma ti lascerò le chiavi di casa nostra.. così, nel caso tu voglia tornarci ogni tanto." sorrise.

Non ascoltai molto le sue parole, piuttosto strinsi Alessandro poggiandomi con la testa sulla sua spalla.

"Non vedo l'ora, Ale.. non vedo l'ora di andarmene da qui.." sussurrai, con voce rotta dai pianti.

"Lo so amore, e finalmente ce ne andremo." mi baciò la guancia e chiusi gli occhi.

"Fate in fretta dai" ridacchiò mia madre "L'aereo è alle 14, dobbiamo essere lì prima e dovete preparare anche le valigie.." ci ricordo.

"Certo, andiamo." mi prese in braccio ridendo e mi portò in camera.

Mi gettò poi sul letto e mi baciò. In seguito, mi sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori e mi asciugò le lacrime.

"Muoviamoci o facciamo tardi."

Annuii e mi alzai. Lui era già vestito, invece io mi ero svegliata da poco. Indossai un leggins e uno dei suoi maglioni, le Converse al piede e uno spruzzo del suo One Million.

"Signorina Casillo, la aiuto con la sua valigia." si inchinò Alessandro, e io ridacchiai.

Mi aiutò a tirarla giù dall'armadio e a piegare e riporci all'interno i miei vestiti. Finimmo velocemente la sua, perché non aveva tirato fuori molta roba.

"Grazie." sussurrai all'improvviso.

"E per cosa, amore?" mi sorrise.

"Per tutto. Sono sicura che, per la maggior parte, il merito è tuo e di tuo padre." guardai a terra.

"Per te anche altro, amore. Non ce la facevo più a vivere senza di te. Invece adesso dormiremo tutte le notti insieme, passeremo intere giornate a scherzare, io e te." mi prese per i fianchi e mi fece girare in tondo, sorridendo.

Poi mi mise giù, e mi baciò. Ricambiai il bacio con passione, e gli accarezzai i capelli arruffati. Mi morse dolcemente il labbro e sobbalzai, staccandomi.

"Continuiamo qui." guardai in basso, arrossendo, e lo vidi ridere.

Poi annuì e mi aiutò ancora con i vestiti, fino a che finimmo. Lo abbracciai forte, erano passate le 12. Poche ore ci dividevano dalla nostra amata Milano, e finalmente ci saremmo tornati. Non vedevo l'ora.

"Sei felice, amore?" mi domandò poi.

"Non immagini quanto." sussurrai sorridendo.

"Non ne avevo dubbi." sorrise e chiuse la sua valigia.

"Mi aiuti a chiudere queste?" indicai le mie due.

"Tra un po' scoppiano." scherzò, ridacchiando "Certo."

Con un po' di fatica riuscimmo a chiuderle e a trascinarle in salotto. Lì c'erano già tutti, pronti per mangiare.

"Abbiamo appuntamento con Zine e Aurora direttamente all'aeroporto alle 13:30, dobbiamo sbrigarci per mangiare." spiegò mia madre e noi annuimmo.

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