Capitolo 28.

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"Ah.. ho una cosa per te." disse, mettendosi una mano nella tasca dei jeans.

"Cosa?" chiesi curiosa.

"Lo scoprirai tra poco." sorrise.

Ero molto impaziente, cosa aveva portato? E quando l'aveva presa? Non mi ero accorta avesse preso qualcosa stamattina, prima di venire a casa mia.

"T-tieni, spero ti piaccia." balbettò, porgendomi una scatolina.

La aprii lentamente con il cuore che mi batteva, e vidi un anello semplice color argento. Mio Dio..

"L'aveva regalato mio padre a mia madre quando si misero insieme, e successivamente mi avevano detto di regalarlo alla ragazza che più amo, e che vorrei fosse mia per tutta la vita." sorrise.

Mi commossi e lo abbracciai, stringendolo forte.

"Grazie mille Ale.. ma non posso accettare" chiusi la scatolina.

"Perché no? Non vuoi stare con me?" domandò dispiaciuto.

"No, no! Io ti amo! Ma questo è un ricordo che ti lega a tua madre.. non posso prenderlo io.." sospirai.

"Scherzi? Io voglio che lo tenga tu, la mia ragazza." mi strinse la mano "Altrimenti non te l'avrei dato."

"Allora okay.. e grazie mille.. è magnifico! Ma io non ho nulla per te.." sospirai.

"E che m'importa? Io ho te, e tu mi basti." sorrise.

Lo baciai e nel frattempo mi accarezzò il braccio. Poi tirò fuori l'anello e me lo mise al dito.

"Quando l'hai preso?"

"Stamattina, mentre andavo a prenderti il vestito." ridacchiò.

"Genio!"

Mi sentivo tremendamente in colpa per non avere nulla da dare ad Alessandro, volevo qualcosa che facesse capire a tutti che ero sua.

"Cos'hai?" mi prese il mento in una mano.

"Anche io voglio darti qualcosa." sbuffai.

"Okay, allora ti accontento. Dammi un bacio." rise, e lo baciai.

"Scemo, qualcosa che faccia capire che sei impegnato. Prossimamente ti darò qualcosa."

"Come desideri."

"Comunque ti amo." dissi all'improvviso.

"Oh, anche io piccola." mi baciò.

"Anche io voglio darti un soprannome." misi il broncio.

"Ale, Casillo, amore?" suggerì.

"Non mi trovo a chiamarti amore.." ammisi impacciata.

"Ah, io si. Amore, piccola, cucciola. Ti adoro." mi baciò il naso.

"Un giorno anche io ti troverò un bel nomignolo." sorrisi.

"Mi va bene anche solo Casillo."

"Nah. Mi sforzerò. Da oggi sarai.."

"Sarò?"

"Amore."

"Ti prego, dillo ancora e senti qua."

Prese la mia mano e la poggiò sul suo cuore.

"Amore."

Il suo cuore batteva fortissimo, Dio, era una cosa così strana! Anche il mio andava alla stessa velocità quando mi chiamava così.

"Ascolta.. Devo dirti una cosa"

"È importante?" chiesi.

"Tantissimo." annuì con il capo.

"Dimmi allora"

"Sai che ti amo tanto?" rise.

"Scemo, mi hai fatto pensare chissà cosa!" lo strinsi in un abbraccio.

"Il mio amore è roba da poco?" sbuffò.

"Per niente, ma sai, con il tono che hai usato mi hai fatto pensare a qualcosa di diverso.." mi giustificai.

"Non ti preoccupare, intanto ti amo lo stesso."

"È uscito il Casillo dolce che c'è in te?" lo baciai.

"Eh già." sorrise, divertito.

"Fallo rimanere qua allora." scherzai.

"Nah, purtroppo Casillo dolce deve andare via.."

"Sai come ti chiamavo fino a poco tempo fa?" risi ricordandolo.

"No, come?"

"Mr. Casillo-Nonhouncuore." scoppiai a ridere, e successivamente anche lui.

"Mh, è un soprannome bellissimo."

"Poi sei diventato Casillo, Ale e infine.. il ragazzo che amo." sorrisi, strizzando gli occhi.

"E tu lo sai da quanto mi piaci?"

"No" scossi la testa.

"Dal primo superiore." ammise, fiero.

"Cosa?" quasi mi strozzai.

"Esatto. Ti davo fastidio o ti prendevo in giro perché volevo la tua attenzione.." sospirò ridendo.

"Intanto è solo grazie a come ti sei comportato che ora siamo insieme."

"Infatti."

Si avvicinò lentamente e mi baciò, ormai in meno di 24 ore le sue labbra erano diventate la mia droga.

Alessandro's pov.

•Flashback•

Primo giorno di scuola. Ero emozionato, euforico e anche un po' impaurito per quello che sarebbe accaduto. Eravamo tutti riuniti fuori la scuola, mentre le classi dei più grandi ci davano il benvenuto. Chiamavano i nomi e piano piano si formava la classe. Arrivati alla sezione C, chiamarono un nome prima di me, poi io, e subito dopo un'altra ragazza. La preside l'aveva chiamata "Dalba", e sembrava impaurita quanto me.

"Come ti chiami?" le chiesi sorridendo.

"Serena. E tu?" sorrise a sua volta.

"Alessandro, piacere."

Quanto era bella. Indossava un semplice jeans chiaro, una t-shirt rosa e le converse bianche. Ed era carinissima anche in viso.

"Ti va se ci sediamo vicini?" le proposi.

"Certo!" esclamò contenta.

Fui felice della sua risposta, e gioii dentro di me per tutto il tempo. Quando arrivammo in classe ci sedemmo al secondo banco, e una volta sistemati continuai a guardarla. Era maledettamente bella..

Serena's pov.

Mi raccontò quello che era successo i primi giorni, io non ricordavo quasi nulla.

"Davvero siamo stati vicini di banco? Non lo ricordo!"

"Si. E già allora eri dannatamente bellissima." mi accarezzò il viso.

"E tu sei dannatamente pazzo."

"Di te."

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