Capitolo 49.

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|SERENA'S VERSE.|

Ero più che distrutta. Tutto il viaggio lo passai con la testa sulla sua spalla, le mani intrecciate e lo sguardo basso. Ero andata a volte all'aeroporto con mamma, ad accompagnare amici o parenti oppure per venire a prenderli.. distava circa 20 minuti da casa ma fu come se, appena entrati in taxi, fossimo già arrivati. Non sarei mai scesa da lì.

Mia madre mi tirò fuori a forza e Alessandro mi aiutò con le mie due valigie, uno era il bagaglio a mano, quello che avrei portato con me sull'aereo e anche dove c'erano le cose più importanti. L'altra era quella che sarebbe andata con gli altri bagagli più grossi nella stiva dell'aereo. Appena entrammo in quel posto enorme mi sentii più triste e spaesata di prima. Facemmo subito il check-in e aspettammo, con Alessandro, che arrivasse l'aereo. E non potevamo nemmeno baciarci, con mio padre davanti.

"I passeggeri del volo di Milano-Roma delle 6:00 sono pregati di raggiungere il veicolo, da questa parte, grazie." affermò un'hostess.

Io e Alessandro ci alzammo, entrambi con le lacrime sul viso e senza voglia. Lo abbracciai con tutta la forza che mi rimaneva in corpo, il mio petto non era mai stato così schiacciato contro il suo. Mi stampò un bacio sulla guancia dolcissimo, e io lo guardai negli occhi.

"Potete baciarvi, eh." annunciò mio padre, e spostai immediatamente lo sguardo su di lui e sulla mamma.

Sorridevano ma avevano gli occhi lucidi. Prima mi costringevano e poi avevano pietà?

Senza farcelo ripetere due volte unimmo le nostre labbra nel nostro ultimo bacio, almeno per il momento. Non mi ero mai sentita più triste di così.

"Ragazzi mi dispiace interrompervi ma.. ma dobbiamo andare, Serena." parlò mia madre, 'sta volta.

"Il nostro non è un addio. Capito amore?" mi sussurrò all'orecchio con voce roca.

Annuii con il capo e lo baciai ancora.

"Ciao amore" lo salutai.

"A te, ci rivediamo presto piccola." sorrise leggermente tra le lacrime e lo feci anch'io.

Staccammo a malavoglia le nostre mani e presi il bagaglio a mano, guardando indietro mentre camminavo. Alessandro si faceva sempre più piccolo mentre mi dirigevo verso l'aereo. Tutto questo era una merda, una fottutissima merda. Mi salutò con un cenno della mano e io gli mandai un bacio, come il giorno precedente. Fece finta di afferrarlo e lo portò prima sulle labbra e poi sul cuore. Sorrisi, prima di entrare nel grosso aereo bianco.

Mamma e p-papà erano seduti vicini, io avevo il posto nella fila accanto a loro, c'era un bambino di circa 10 anni che dormiva. Meglio così, non volevo essere disturbata da nessuno. Nemmeno il tempo di sedermi che mi arrivò un messaggio.

"Mi manchi già."

"Anche tu, Ale, anche tu." sospirai mentre lo inviavo.

Dopo poco venne un'hostess che ci raccomandò di allacciare le cinture, e lo feci anche per il bambino che dormiva. Una donna sulla trentina mi ringraziò, era seduta dietro di noi. Sorrisi e tornai a girarmi avanti. Appena l'aereo decollò caddi in un sonno profondo, con mille lacrime che mi contornavano gli occhi e mi riempivano il viso.

|GIOVANNA'S POV.|

"Non avrei mai immaginato che potesse essere così doloroso per lei, Carlo." sospirai, rivolgendomi verso il mio compagno.

Non eravamo partiti da nemmeno 10 minuti che la mia piccola Serena già dormiva.

"Si ambienterà. E poi le hai fatto una promessa." sorrise.

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