Capitolo 31.

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Mangiammo quelle delizie, devo essere sincera Alessandro era molto bravo a cucinare. Appena finimmo feci per alzarmi e andare a lavare i piatti ma mi bloccò, facendomi sedere.

"Vado io. Anche se penso che sarà la prima e l'ultima volta." affermò deciso, e risi fragorosamente.

Dopo pochi minuti tornò, e si sedette accanto a me.

"Sono già le 22, non vuoi andare a dormire? Sei stanca e hai bisogno di riposare."

"Non posso dormire senza pigiama, e non riesco a togliere la maglia da sola." protestai.

"Ti aiuto io."

Mi vennero i brividi. Il solo pensiero che potesse guardare il mio corpo, solo in reggiseno, e magari ridere.. mi fece piangere.

"Ehm.. che succede?" chiese sconcertato.

"È l'unico modo ma io mi vergogno, e tu sai bene perché." sospirai.

"Prometto di non guardarti, davvero. Poi hai il reggiseno giusto?"

"Si.." tirai sù con il naso.

"Andiamo dai."

Mi prese in braccio e mi poggiò sul letto, io non cessavo di piangere.

"Se devi piangere così e farmi sentire male tieniti la maglietta e cambi solo il pantalone." mi guardò negli occhi.

Non parlai, ma smisi di singhiozzare. Capivo che anche per lui risultava abbastanza imbarazzante. Mi fece alzare il braccio, quello 'sano', e cominciò a sfilare la maglietta. Subito mi venne in mente..

•Flashback•

"Hahahahahahaha ti prego non farmi ridere hahahahaha! Ma cosa sei, un panda o un ippopotamo? Grassa e senza forme. Fai cagare letteralmente. Mi fai talmente schifo che ho da vomitare. Vattene immediatamente."

•Fine flashback•

Appena finì di sfilarmi la maglia lo abbracciai con un solo braccio e lo strinsi fortissimo.

"Ti prego non ridere anche tu!" singhiozzai.

"Shh" mi baciò, e ricambiai "Ho mantenuto la promessa, non ho guardato. Involontariamente si.. ma sai, è normale"

Riuscì a farmi ridere e gli stampai un bacio sulla guancia. Prese la maglia del pigiama e me la mise lentamente, facendo attenzione al braccio.

"Ecco fatto. È stato così terribile? Sei bellissima, Dalba. E non lo dico perché sei la mia ragazza, ma perché è quello che tutti i ragazzi sani di mente pensano."

Mi baciò, e lo strinsi forte a me prendendogli il viso in una mano.

"C-comunque se vuoi puoi cambiarti, tanto ormai ci ho fatto l'abitudine" ammisi rossa, e rise.

"Come desideri."

Si sfilò maglia e pantalone, rimanendo solo il boxer. Lo implicai mentalmente a vestirsi, altrimenti non gli sarei resistita facilmente. Indossò una maglia che aveva portato nello zaino con i libri e mi guardò.

"Mi giro, tu cambia il pantalone."

Si girò e feci come mi aveva ordinato. Indossai il pantaloncino del pigiama e gli toccai la spalla. Mi tolse il ghiaccio dal braccio e si alzò.

"Basta ghiaccio. Domani mattina, vedrai, starai meglio di prima."

Andò a posarlo e tornò subito, prendendomi in braccio. Mi poggiò nel letto e si sistemò accanto a me. Mi sistemai poggiando la testa sul suo petto e girandomi sul braccio sinistro.

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