Capitolo 27.

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"Serena aspetta!" qualcuno mi afferrò per il braccio.

Perché quando andava tutto per il meglio doveva sempre esserci qualcuno a rovinare il momento?

"Giorgio vattene via.. è inutile" sospirai, tenendomi più stretta ad Alessandro.

"No Serena, lasciami spiegare" continuò a seguirci.

"Ha detto di no." sbraitò Alessandro.

"E tu chi saresti? Lasciaci parlare" scostò Alessandro, ma lui si posizionò esattamente davanti a me.

"Il suo ragazzo." sorrise.

"Beh io devo dirle solo due parole."

"No Giorgio, io e te non abbiamo più niente da dirci. Mi hai detto tutto quella sera e mi basta così."

Tirai Alessandro per il braccio e camminammo più velocemente, lasciando Giorgio fermo in quel punto. Sospirai, con le lacrime agli occhi.

"Hey, hey." mi bloccò, ma non riuscii a guardarlo negli occhi altrimenti avrei pianto.

"Non pensarlo. Non ti merita. Ora tu hai me e non devi preoccuparti di nulla. Capito?" mi afferrò il mento, costringendomi a guardarlo.

"S-si.." trattenni le lacrime e Alessandro mi baciò.

Ricambiai il bacio e poi lo abbracciai. Riusciva a farmi stare meglio anche con le piccole cose.

Finalmente arrivammo a casa mia, salimmo le scale e bussammo alla porta.

"Ciao tesoro, ciao Alessandro!" ci salutò entrambi "Ma.. perché sei vestita così?" rise.

"Non avevo il ricambio.." risposi imbarazzata.

"Capito. Va' a cambiarti, su." sorrise e andai in camera.

Mi spogliai e poggiai i vestiti di Alessandro sul letto, profumavano di lui.. li adoravo. Indossai un leggins e misi di nuovo il suo maglione, perché mi piaceva tanto e mi faceva stare calda.

Alessandro's pov.

"Quindi.. ora state insieme?"

Diventai rosso, e portai una mano dietro la nuca.

"Ehm.. Si, da ieri sera."

"Mi fa tanto piacere, Alessandro. Sei un bravo ragazzo. Ti chiedo solo una cosa.. amala. Perché ha bisogno solo di questo."

"Certo, è quello che faccio." Sorrisi.

Per fortuna, per interrompere quel momento imbarazzante, arrivò Serena. Ah, quanto era bella. Indossava ancora la mia maglia, era perfetta. Si avvicinò sorridendo.

"Lo sa." le sussurrai all'orecchio, e si irrigidì all'improvviso.

Serena's pov.

Oh, come aveva fatto mamma a saperlo? Dio, che vergogna.

"Allora vi lascio soli, devo andare a fare la spesa. A dopo!"

Uscì e sospirai, mentre Alessandro rise.

"Me l'ha chiesto, ho dovuto dirglielo per forza." si scusò.

"Non preoccuparti.. almeno ci siamo tolti un bel peso da dosso, no?" sorrisi.

"Esatto. Cosa si fa?" chiese, facendo il giro attorno al divano.

"Non so, te cosa vorresti fare?"

"Beh.. c'è una cosa." mi guardò male ridendo, e gli diedi uno schiaffetto dietro la nuca.

"Fai il serio."

"Potremmo guardare un film.. che dici?" propose.

"E bravo il mio Casillo, hai avuto un'ottima idea. Cerca su quello scaffale, ho tanti film.. io vado a prendere la coperta e a preparare i pop corn!" urlai correndo.

Andai prima in camera e aprii l'armadio che si trovava esattamente sopra al letto. Tirai fuori la coperta e la portai sul divano, poi presi dal mobile le bustine di pop corn da scaldare al microonde e segnai 3:00 minuti. Nel frattempo controllai il frigorifero, c'era una sola lattina di coca cola ma ce la saremmo fatta bastare per entrambi. La tirai fuori, e contemporaneamente svuotai la busta di pop corn fumanti in un recipiente abbastanza grande. Portai il tutto in salotto, dove Alessandro metteva un cd nel registratore.

"Ale, ho fatto i pop corn." sorrisi, sedendomi sul divano.

Dopo pochi secondi mi raggiunse e si mise la coperta fino alle spalle. Mi guardò sorridendo e mi baciò.

"Tu sei più buona dei pop corn." ammise, quasi come fosse fiero.

"Magari."

Vorrei essere proprio come i pop corn: irresistibile, e quando ne prendi non riesci più a farne a meno. Per me Alessandro è un pop corn, la mia droga.

"Allora, piccola, spero che questo film ti piaccia." mi abbracciò sotto le coperte.

"Che film è?" domandai, mentre sulla tv scorrevano i titoli d'inizio.

"È di paura, ma non fa paura. L'ho già visto." sorrise, cominciando a mangiare.

"Se lo dici tu."

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"Il film più brutto che abbia mai visto in tutta la mia vita!" sbraitai, una volta finito.

Alessandro scoppiò a ridere e mi strinse. Ero stata tutto il tempo abbracciata a lui, tenevo gli occhi chiusi, mi muovevo solo per prendere i pop corn o per farmi accarezzare da Ale. Avevo una paura cane, era un film horror nel vero senso della parola.

"Avevi detto che non faceva paura."

"Se ti avessi detto che faceva molto spavento non l'avresti mai guardato. L'ho fatto perché volevo che stessi attaccata a me tutto il tempo." ammise, bevendo un sorso di coca cola.

"Davvero?" domandai, sorpresa.

Annuì e lo baciai. Era così dolce, nonostante all'apparenza fosse così sgorbutico, antipatico e scortese.

"Se la mettiamo così.. guarderemo altri film horror." risi, poggiando la testa sul suo petto.

Riuscivo a sentire il suo cuore battere forte, esattamente come il mio. Provava anche lui i miei stessi sentimenti quando stavamo insieme? Chissà, forse si. In qualunque caso lo amavo, e niente al mondo mi avrebbe fatto cambiare idea.

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