Capitolo 29.

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"Ti fermi a pranzo da noi, vero?" domandò mia madre, mentre cominciava a preparare il pranzo.

"Ma no.. disturbo, vado a casa." si alzò pronto ad andarsene, ma lo bloccai.

"Non disturbi. Si, mamma, lui rimane."

Era forse la prima volta che mi imponevo su Alessandro, anche per una cosa stupida, ma l'avevo fatto obbedire senza obiezioni. Fiera di me!

Andammo in camera mia, sedendoci sul letto.

"A scuola lo diciamo?" domandai, con voce un po' tremante.

"Cosa?" chiese.

"Che.. che stiamo insieme."

"Ah, beh, come preferisci. Con la differenza che se non lo diciamo ancora, non possiamo coccolarci davanti a tutti."

"No, la vera differenza è che se lo diremo cominceranno tutti a prenderti in giro. Perché stai con me." sospirai, con le lacrime agli occhi.

"Scherzi? Devono solo provarci che gli spacco la faccia. Non devono azzardarsi nemmeno a nominarti, non sanno che si perdono." sorrise, baciandomi.

"È la verità. Succederà questo e io non voglio."

"Non preoccuparti. Direi di farlo sapere già da adesso, o no?" rise e mi baciò.

Non riuscii a vedere cosa stesse facendo, perché avevo gli occhi chiusi mentre lo baciavo. Sentii lo scatto come quello di una fotocamera, e subito dopo aprii gli occhi.

"Ci hai fatto una foto?"

"Esatto, e adesso la mando a Zine e Sha."

"Ma no!" urlai.

"Ma si!" sorrise.

"Perché?" domandai, portando una mano sul viso.

"Saranno i primi a saperlo, e non prenderanno in giro nessuno."

Armeggiò pochi secondi al cellulare e poi sorrise, posandolo.

"Zine ha detto che siamo bellissimi." mi abbracciò "E Sha ha detto che stiamo benissimo insieme" si avvicinò sempre di più fino a baciarmi.

"Oh, almeno loro." sorrisi.

"Cazzo, Serena, come fai a farti ogni giorno sempre più bella?" mi baciò il collo.

"Non so, anche perché non è così." gli stampai un bacio sulla guancia.

"Shh, è la verità. Comunque uno di questi giorni ti farò ricredere su questo." ridacchiò.

"Come? Che hai intenzione di fare?"

"Ah, bhoooo!" urlò, facendo finta di non sapere nulla.

"Scemo" scossi la testa.

"Ti amo anche io." mi baciò il naso.

"Sei il migliore." lo abbracciai e poggiai la testa sul suo petto.

"No, sono solo innamorato." sorrise, stringendomi.

"Ti adoro" gli sussurrai all'orecchio.

"Oh, mai quanto io adoro te." rispose, baciandomi.

"Venite.. è pronto!" urlò mamma dalla cucina.

Ci alzammo e la raggiungemmo. Lei si sedette a capotavola, io accanto a lei e Alessandro accanto a me. Mamma aveva preparato pasta con lenticchie, che a me piaceva tanto. Cominciammo a mangiare, poi una volta finito aiutai mamma a lavare i piatti.

"Devo andare a sbrigare delle commissioni, non tornerò molto tardi. A dopo" sorrise e uscì.

"A dopo" la salutammo.

Appena si chiuse la porta mi buttò sul divano e cominciò a farmi il solletico. Morivo dalle risate, non resistevo più. Anche lui sembrava divertirsi. Poi si fermò e mi baciò. Ah, lo adoro.

"Sai, amore, mi piaci di più quando ridi." sorrise, mettendosi ben seduto.

"Allora cercherò di ridere sempre." ridacchiai, baciandogli la guancia.

"Ecco, bravissima." mi spostò una ciocca di capelli.

"Grazie." risi.

"Ah, comunque Zine mi ha detto che venerdì sera c'è una festa.. vogliamo andarci?" mi chiese.

"Dipende da che tipo di festa è." sorrisi.

"Non c'entrano nulla le puttane, l'alcol o roba del genere. È una festa con la nostra comitiva, abbastanza ampia."

"Ci sarà anche Isa quindi?"

"Penso di si.." giocherellò con le dita.

"Allora io non vengo. Però se tu vuoi andarci, fallo" sorrisi debolmente.

Non avevo né le forze né le intenzioni di vedere Isa, non con quello che stavo passando. Mamma appena tornata, mio padre che vuole vedermi a tutti i costi, Giorgio che vuole parlarmi..

L'unica cosa bella che mi sia mai capitata è Alessandro. Penso che senza di lui non ce l'avrei fatta a passare tutto questo.

"No, se vieni tu vado io. Altrimenti nulla. Voglio stare con la mia ragazza." mi diede un bacio a stampo.

"No dai Ale.. io non voglio venire, ma tu puoi andarci." mi sedetti sulle sue gambe.

"O tu o niente."

"No.. poi mi fai sentire in colpa se dico di no!" sbuffai.

"Dici no. Tanto ci annoieremo sicuramente a quella festa, preferisco starmene a casa con te." sorrise, intrecciando le nostre mani.

"Okay, allora no. No, no, no e no. Non voglio andare alla festa." risi.

"Perfetto. Allora dopo avverto Zine." ridacchiò.

Lo baciai, non riuscivo a stare troppo tempo lontana dalle sue labbra. Cazzo, era così bello baciarlo. Averlo tutto per me, tutto mio.

"A che pensi?" domandò, facendomi poggiare la testa sulla spalla.

"A te." diventai rossa.

"Si?" sorrise, mostrando le fossette.

"Si."

"E che pensi esattamente?" chiese.

"Che ti amo."

"Oh, amore.." mi accarezzò i capelli, poi mi baciò.

"Aspetta, Casillo." mi staccai ridendo.

"Elà, quanto tempo che non mi chiamavi Casillo." rise.

"Già."

"Cosa devo aspettare?"

"Non mi stai facendo più battute." misi il broncio.

"Non preoccuparti, piccola. Appena ci sarà la circostanza adatta te ne farò un po'." ridacchiò.

"Okay" risi "Adesso puoi baciarmi."

Ci fiondammo l'uno sulle labbra dell'altro, era una cosa magnifica.

Mentre ci baciavamo pensai a qualcosa da regalargli. Avrei chiesto alla mia mamma, sicuramente avrebbe saputo consigliarmi la cosa migliore.

Ci staccammo appena sentimmo la serratura, e accendemmo immediatamente la televisione. Non c'erano problemi a farmi vedere da mia madre mentre mi baciavo.. ma la posizione poteva far pensare abbastanza male, quindi meglio non rischiare.

"Ciao ragazzi. Che fate?" chiese, poggiando delle buste sul tavolo.

"Guardiamo la tv." risposi immediatamente.

"Capito. Vado a farmi una doccia, che ho sudato quattro camicie."

Appena entrò nel bagno, chiudendosi a chiave, io e Alessandro ci guardammo e scoppiammo a ridere.

"L'abbiamo scampata bella."

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