Capitolo 30.

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"È stata una bellissima giornata, tesoro. Ma ora devo proprio andare." si alzò, e subito dopo anche io.

"Concordo con te. Ci vediamo domani a scuola, allora." sorrisi.

"Si, ma tu verso che ora scendi? Magari ci incontriamo verso il bar e andiamo insieme." propose.

"Mi sembra una bella idea! Per le 07:35 sono in strada, mi piace camminare con calma."

"Urca!" quasi urlò "Va bene, allora ci vediamo domani. Ciao amore" mi baciò.

"Ciao, Casillo"

Rise e lo accompagnai alla porta. Ci scambiammo un ultimo bacio e poi dovette andare. Mamma era uscita ancora, non mi aveva voluto dire dove andava.. ma non mi interessava più di tanto, sicuramente doveva sbrigare qualche servizio.

Era stata una giornata perfetta. Tutto il tempo con il mio Casillo, a trasmetterci l'amore che proviamo. Quanto lo amavo!

Mentre pensavo a lui qualcuno bussò alla porta. Mi avvicinai, credendo che fosse mia madre, e aprii.. ma non era la mia mamma, no. Era Isa, e sembrava furiosa.

"E così tu e Alessandro state insieme eh?" entrò in casa, urtandomi "Beh dovete lasciarvi, perché lui è mio."

"Non ci penso nemmeno. Esci da qui, Isa" la spinsi fuori, ma si liberò dalla mia presa e mi mise a spalle al muro. Mi prese talmente violentemente che rischiò di farmi cadere e sbattere contro la ringhiera del pianerottolo.

"Lui ama me, non te. Mettitelo in testa" sorrise.

"Mi dispiace, ma non mi ha mai accennato di avere una cotta per te." risi, stando al suo gioco.

Stava diventando parecchio stronza, quella che per troppo tempo avevo reputato la mia migliore amica.

"Me la pagherai, Serena. Capirai cosa significa volere un ragazzo e non averlo."

"Ho sofferto già abbastanza per amore, e tu lo sai con chi." quasi ringhiai.

"Vabbe, parlare con te è tutto tempo perso, buonanotte" disse avviandosi.

Non risposi, altrimenti l'avrei ridotta malissimo.

Mandai un messaggio a mia madre.

MESSAGGI.

"Mamma dove sei?"

"Amore sto sbrigando delle faccende importanti, sarò di ritorno stanotte tardi. Ora ho da fare, ci sentiamo dopo."

Che faccende importanti? Mamma mia..

"Oh, dimenticavo." era Isa che stava risalendo le scale.

Mi tirò dal primo scalino e caddi, rotolando, sbattendo il braccio destro.

"Ahia!" urlai, in preda al dolore.

"Buon divertimento, amore." rise e se ne andò.

Piansi, il braccio mi faceva malissimo e non riuscivo a muoverlo. Dovetti massaggiarmi un po' con il braccio sinistro, perché avevo troppo dolore. Non avevo nemmeno la forza per alzarmi, ma dovevo farlo per forza. Mi misi in piedi e tornai in casa, chiudendo la porta. Presi dal frizzer una busta con del ghiaccio e la posizionai sul braccio. Come avrei fatto da sola? Con un braccio solo potevo fare poco o nulla, soprattutto se quel braccio era il sinistro e io non ero mancina. L'unica cosa da fare era chiamare Alessandro. Si, era andato via da poco.. ma era la mia unica salvezza. Composi il numero che avevo ormai imparato a memoria e chiamai.

"Amore, non ce la facevi a stare troppo tempo senza me, eh?" rise dall'altra parte del telefono.

"Ale.."

"Che hai? La voce è strana" domandò.

"Vieni qui, ti prego"

"Minchia è successo?" si alterò.

"Vieni qua e ti spiego, ti prego." lo pregai.

"Corro"

Staccò la chiamata e mi sedetti sul divano. Le lacrime mi appannavano la vista e il braccio mi faceva troppo male, nonostante il ghiaccio. Poggiai la testa sullo schienale, chiudendo gli occhi. Perché tutto a me? Cosa avevo fatto di male per meritarmi questa vita? Assolutamente niente. L'unica cosa bella era Alessandro, e adesso Isa voleva anche portarlo via. Non ci riuscirà, non glielo permetterò mai. Mi sedetti meglio e aspettai ancora Ale. Dopo circa 5 minuti arrivò, doveva aver fatto proprio una bella corsa. Bussò tantissime volte, prima che trovassi la forza di andare ad aprire.

"Che cazzo hai combinato?" urlò, appena mi vide in quello stato, buttando lo zaino che aveva sulle spalle per terra.

"Ale.." lo abbracciai solo con il braccio sinistro aggrappandomi a lui, ero ormai senza forze, ma mi tirò via.

"Allora?" ringhiò, ma mi prese in braccio quando vide che a stento mi reggevo in piedi.

"E-entra e ti spiego.."

Mi fece agitare ancora di più alzando la voce, e mi poggiò sul mio comodo divano. Abbassai il capo e sospirai.

"Che è successo, amore? Ora ci sono io qui con te. Spiegami tutto." sorrise e mi baciò una lacrima.

"Dopo poco che sei andato via hanno bussato alla porta, pensavo fosse mia madre ma era Isa più imbestialita che mai. Mi ha detto che la ami, che sei suo e robe varie.. poi mi ha spinta per le scale e ho urtato il braccio.." mi bloccai per i singhiozzi "In tutto questo mamma sta sbrigando delle faccende importanti e sarà di ritorno stanotte.. e io non riesco nemmeno a rimanere in piedi.." sospirai.

"Amore.." mi accarezzò la guancia, e i nostri occhi si incontrarono per pochi secondi "La ammazzo Isa. È una stronza senza cuore, ti ha anche detto cose non vere. Comunque, tornando a te.. ti fa tanto male il braccio?" domandò dolce.

Annuii, e mi fece cenno di fargli vedere.

"Mia madre è sempre stata infermiera, ha insegnato tante cose a mio padre e lui le ha insegnate a me." mi osservò bene il braccio, senza toccarmi.

"Allora?"

"Hai solo preso la botta. Comunque sono dovuto tornare perché ho aiutato Michele a salire le valigie della sua ragazza.. e sono stato un po' con loro. Ma stasera rimango qui, dato che non puoi nemmeno cucinare da sola. Ho portato lo zaino perché sapevo che qualcosa non andava." rise e mi baciò.

Quanto desideravo quelle labbra in quei minuti, e finalmente erano mie.

"Tu non piangere amore, non ti toccherà più. Domani mattina sarà passato." mi baciò il braccio e sussultai per un lieve fastidio che mi aveva provocato.

"Cosa ti piace per cena?" domandò, alzandosi.

"Cotoletta e insalata."

"Perfetto, piacciono molto anche a me e sono semplici da preparare. Rimani qui e non muoverti, vado a fare la cena.." sussurrò con voce poetica, facendomi ridere.

Cazzo quanto lo amo.

Alessandro's pov.

Vederla così mi aveva ucciso. Isa l'avrebbe pagata cara, non l'avrebbe mai più dovuta toccare nemmeno con un dito. Andai in cucina e tirai fuori dal frigorifero due cotolette e l'insalata da sciacquare e condire. Andai al fornello per friggere le cotolette, e mentre si cuocevano pulii l'insalata e la misi in una ciotola. Successivamente posizionai le due cotolette in due piatti, con coltello e forchetta, e tornai in salotto con tutto quello che avevo preparato.

"Oh, amore.." sorrise Serena, baciandomi.

"Sono stato bravo?"

"Più che bravo, bravissimo!"

Serena's pov.

Lo adoravo. Mi aveva preparato una bella cenetta e me l'aveva portata, per non farmi fare il minimo sforzo.

"Ti amo"

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