Capitolo 35.

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Mi 'svegliai' alle 6:30 del mattino seguente. Svegliai per modo di dire, perché anche se avevo molto sonno non riuscivo a dormire per colpa di Isa e di maledetti incubi. Era una mattina maledetta. Me lo sentivo. La mattina che avrebbe cambiato la nostra vita, segnata con un pennarello indelebile. Per sempre.

Svegliai Alessandro che, ancora assopito, mi stringeva così come ci eravamo addormentati, e mi alzai. Indossai un jeans semplice blu e la maglia di Alessandro.

"Vuoi uscire con questa?" mi chiese sorridendo.

"Si. Tutti devono sapere che sono tua." annuii, e mi abbracciò da dietro.

Qualsiasi cosa mi facesse provavo gioia.

"Vorrei anche io mettere un tuo indumento. Ma penso mi stiano troppo stretti." scherzò, baciandomi la guancia.

Risi, non gli sarebbe entrata nemmeno la felpa più larga che avevo.

Ci lavammo frettolosamente, erano le 7:25 e a breve sarebbe arrivato Michele. Indossammo i cappotti e prendemmo le sacche sulle spalle. Presi un lungo respiro, prima di scendere frettolosamente le scale. Michele era già lì. Ci sorrise, e baciò la guancia ad entrambi in segno di affetto.

"Guardate chi c'è da lontano?" sussurrò Alessandro.

Non potevo crederci. Ma con quale tempismo? Isa mi lanciò un'occhiata fulminea, che sembrò bruciarmi la pelle, prima di prendere il cellulare e parlare bruscamente con qualcuno. Non si capiva bene quello che diceva, si allontanava sempre più velocemente. Appena fu talmente distante che nemmeno riuscivamo a vederla, ci mettemmo in marcia verso la scuola.

"Sei preoccupata?" domandò Alessandro, stingendomi ancora più forte la mano.

"Non immagini quanto." sospirai.

"Dai amore, non preoccuparti. E poi c'è anche Michele con noi." sorrise.

Ricambiai debolmente, ma sapevo che non era così. Michele c'era. E poi? Cosa sarebbe accaduto se lui non ci fosse stato lui? E se non fosse potuto venire un giorno? Non riuscivo a non pensarci. Avevo una paura tremenda, e 'sta volta nemmeno lui riusciva a calmarmi. Arrivammo alla scuola e ci appoggiammo al muretto vicino al cancello. Sospirai e guardai Alessandro.

"Ho paura.." sussurrai.

"E di che? Dai, il peggio è passato. E comunque a scuola non può farci nulla. È in trappola." rise.

"Lo spero."

Dopo pochi minuti suonò la campanella. Andammo da Michele.

"Ci vediamo all'uscita, allora." congedò il fratello.

Si salutarono con un gesto della mano e noi entrammo. Stringevo fortissimo le mani di Alessandro, sembravo non trovare pace. Ci sedemmo ai nostri banchi con Isa che ci guardava da lontano.

"Ma l'altro giorno Isa non era seduta vicino al compagno?" indicò noi due.

"Già" subito rispose lei.

"E allora scambiatevi di posto, su."

"No" Alessandro si alzò in piedi "A me non sta bene la decisione di Isa, preferisco rimanere vicino a Serena." mi sorrise.

"Come volete. Allora cominciamo la lezione."

/

Fu una giornata particolarmente noiosa. I professori non facevano altro che spiegare, e Isa continuava ad armeggiare di nascosto col cellulare nel portapastelli. Con chi parlava? E perché così insistentemente? C'entravamo noi?

Finalmente uscimmo da quel luogo, e lui mi baciò. Un bacio di quelli che ti rimangono.

"Ti amo" sorrisi.

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