Capitolo 48.

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"Ragazzi è pronta la cena!" avvisò mia madre entrando in camera, ma non trovò una bella scena.

Avevamo già preparato le valigie. Alessandro era seduto sul letto ed io attaccata a lui, entrambi piangendo. Rimase leggermente a bocca aperta. Poi però la richiuse.

"Non ho fame, mamma" sospirai.

"Nemmeno io signora, mi scusi.."

"Non preoccupatevi.. ma dovreste mangiare." ci riprese.

"Se la fame mi ha abbandonata non è di certo colpa mia" sbottai, mentre lei uscì.

"Non voglio che tu te ne vada. Io ti amo." sussurrò ancora una volta al mio orecchio.

Non so quella sera quante volte mi disse quelle cose, se oggi ci pensiamo non facciamo che ridere.

"Io vorrei rimanere qui con te. Nel nostro per sempre." mi lasciai andare con la testa nell'incavo del suo collo, annusando il One Million. Magnifico, come lui, del resto.

"Mi prometti che qualsiasi cosa tu stia facendo, se ti chiamo, mi rispondi? Avrei bisogno della tua voce ogni secondo, faccio già un enorme sforzo così." sorrise debolmente.

"Se vedo il tuo nome sul display non ha nemmeno il tempo di squillare una volta." ridacchiai.

Anche se non mi sentivo di farlo. Ma fu per alleggerire la tensione che si era creata.

"Che ne dici se chiediamo ai tuoi se posso rimanere per dormire? Così domattina ti saluto anche all'aeroporto, e poi torno a casa."

"Mi sembra un'idea ottima!"

Lo trascinai per il braccio in cucina, dove i miei erano riuniti attorno al tavolo e mangiavano una fetta di carne.

"Mamma.. Ale può rimanere a dormire qui stanotte? Così domattina viene all'aeroporto per salutarci, e poi va via.."

"Se non hai problemi a svegliarti alle 5 allora certo che puoi rimanere." rispose mio padre, rivolgendosi verso Alessandro.

"No no, per me nessun problema." sorrise debolmente lui.

"Perché alle 5?" sgranai gli occhi.

"Abbiamo il volo alle 6, si arriva alle 7:20 e tu dovrai anche andare nella nuova scuola alle 8." spiegò lui.

"C-cosa?" balbettai. Cioè dopo un viaggio io dovevo andare a scuola? Ma dove vive questo?

"Hai capito, tesoro.. non studierete, hanno deciso il venerdì così i ragazzi perdono solo l'ultimo giorno della settimana e tu hai tutto il giorno per conoscerli, e poi da lunedì cominci le lezioni" sorrise mamma.

Annuii con il capo e tornai in camera, seguita da uno zombie. Cioè Alessandro.

"Ale ti prego non stare così.." gli strinsi la mano.

"Vorrei stare meglio ma non ci riesco" sospirò inaspettatamente tutt'ad un fiato.

"Fallo per me."

"Ci provo, non te lo assicuro.." sorrise e lo baciai a stampo.

"Vado a lavarmi e poi vai tu.. okay?"

Annuì e presi il pigiama. Andai in bagno e chiusi la porta a chiave. Legai i capelli in una cipolla disordinata giusto per non bagnarli e mi spogliai, gettandomi sotto l'acqua calda che riuscì a domare la mia rabbia e tristezza. Usai il mio bagnoschiuma che sapeva di miele e mandorle e uscii coprendomi con un asciugamano che mi arrivava circa a metà coscia, lasciandone scoperta una buona parte. Ma tanto c'ero solo io in bagno. Indossai l'intimo e poi il pigiama, l'anello di Ale sempre al dito e una malinconia indicibile in volto.

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