Capitolo 26.

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"Buongiorno amore." sentii baciarmi le labbra, e sorrisi.

Aprii gli occhi e trovai Alessandro accanto a me, che mi accarezzava i capelli e sorrideva.

"A te" sbadigliai.

"Come ti senti? Scotti di meno" mi toccò la fronte.

"Sto molto meglio, grazie." lo abbracciai e mi strinse.

"Ah, menomale." sorrise.

"Mi piace dormire con te" ammisi, imbarazzata.

"Oh, non sai quanto a me." mi baciò.

Il mio cellulare cominciò a vibrare e lo presi subito in mano, era mia mamma.

"Come ti senti tesoro?"

"Meglio mamma, non ho quasi più la febbre."

"Bene dai. Sicura che la febbre non è una scusa?"

"Mamma ti giuro che avevo la febbre! Perché avrei dovuto mentirti? Oh, non penserai mica che io e Alessandro.." diventai rossa dalla vergogna, e sentii mamma ridere dall'altra parte del telefono.

"No, amore, scherzavo. So che non mi diresti una bugia."

"Ah.." diedi un sospiro di sollievo.

"Ti lascio riposare allora. Ciao!"

Staccò e Alessandro scoppiò a ridere.

"Tu scoppi a ridere, io scoppio a vivere.." pensai ad alta voce, e Alessandro mi guardò subito meravigliato.

"Sei la mia gioia" mi sussurrò sulle labbra, prima di baciarci.

"E tu sei il mio amore." lo abbracciai forte.

"Certo, e tu sei la mia ragazza per eccellenza. La più buona, la più bella, la più brava.. la più tutto."

Cosa ha detto? La mia ragazza?

"Ma quindi.. stiamo insieme?" chiesi a bassa voce, per l'imbarazzo.

"Io lo voglio con tutto me stesso. E tu?" sorrise.

"Anche io."

"Allora si, stiamo insieme."

Lo baciai, stringendolo forte.

"Mi prometti una cosa?" gli chiesi, poggiando la testa sul suo petto.

"Certo." giocò con i miei capelli.

"Non voglio che i nostri rapporti cambino. Voglio che tu sia il mio Alessandro, quello dolce che fa battute squallide e che mi ama alla follia."

"È ovvio, amore mio. Sarò tutto quello che vorrai." sorrise.

Non potevo fare altro che abbracciarlo e sussurrargli che lo amavo.

Si alzò e tolse la maglia. Non riuscivo a guardarlo, mi veniva di dargli addosso. Mi fece voltare di proposito e mi guardò.

"Prima o poi mi vedrai anche senza questi" rise, molleggiando l'elastico dei boxer.

Diventai tutta rossa e mi baciò, infilando la maglietta e poi un paio di pantaloncini.

"Vestiti pure, ti aspetto fuori." sorrise e uscì chiudendo la porta.

Notai sul letto un suo maglione grigio e un pantalone beige. Sorrisi e mi spogliai, indossando gli abiti che mi aveva preparato. La maglia mi stava grande e lo stesso il pantalone, ma meglio di nulla. Anche perché non potevo girare per casa con il vestitino da sera.. Uscii dalla stanza e Alessandro mi guardò sorridendo.

"Ops, vedo una piccola Alessandra." rise e mi scompigliò i capelli.

"È impossibile che tu sia tanto più grande di me. E mi servirebbe una cintura.." affermai alzando ancora una volta il pantalone.

"Mi dispiace, ma Alessandro non porta le cinte. Quindi nemmeno Alessandra." fece spallucce e scossi la testa ridendo.

"Oh, ho un'idea."

Mi trascinò per il braccio e andammo in camera di Michele, che era steso sul letto con un paio di cuffie enormi nelle orecchie e il computer sulle cosce.

"Bro, ci fai una foto?" disse porgendogli il telefono.

"Va bene." rispose divertito.

"Tranquillo Michele, porterò dei vestiti da lasciare qui per tutte le volte che verrò a dormire senza preavviso." risi, stringendo la mano ad Alessandro.

"Ecco. Mettetevi in posa.."

Ale mise un un braccio intorno alla mia schiena e Michele scattò la foto. La vedemmo, era venuta molto bene.

"Mi togliete una curiosità?" disse suo fratello, togliendo le cuffie dalle orecchie.

"Cosa?" disse Alessandro, staccandosi da me per pochi secondi.

"Da quanto state insieme?"

Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva, e guardai Alessandro. Sospirò.

"Da ieri sera. Si vede tanto?" chiese Ale, con voce tremante.

"Si. State bene insieme, siete fatti l'uno per l'altro. Tanti auguri allora" sorrise Michele.

Ci limitammo a sorridere e abbracciarci.

"Potete andare di là? Sono in web con la mia di ragazza." sorrise Michele, cacciandoci gentilmente.

"Va bene."

Uscimmo chiudendo la porta.

"Di dov'è la sua ragazza?" domandai.

"Brescia. Non è lontanissimo.. ma comunque se si vedono o va Michele qualche settimana da lei, o viene lei qualche settimana qui. Penso che si stiano mettendo d'accordo." sorrise Alessandro, scrollando le spalle.

"Ah, capito."

"Ascolta. Sei troppo carina vestita così, ma è meglio se ti porto a casa e ti cambi. Però questi vestiti ora sono tuoi." rise, mettendo il braccio sulla mia spalla.

"Ma no, dai, sono tuoi! Comunque accetto l'offerta, meglio cambiarmi."

"Tanto adesso siamo una cosa sola no?" rise, avvicinandosi alle mie labbra "Così se verrò a dormire da te avrò anche cosa mettere." finalmente mi baciò.

"Hai ragione." sorrisi e mi diressi verso la porta.

"Aspetta" urlò andando in camera, e tornò con il mio vestito in una busta.

"Ora possiamo andare" sorrise e aprì la porta, facendo uscire prima me.

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