Capitolo 38.

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Mi gettai sul letto e affondai il viso nel cuscino morbido. Chiusi gli occhi, e sentii il materasso muoversi.

"Ale?"

"Si? Sono qui." mi prese la mano, stringendola.

Girai il capo verso di lui e sorrisi, intrecciando meglio le nostre mani.

"Nulla." sospirai.

Si stese accanto a me e mi baciò i capelli, abbracciandomi.

"Come ti senti?" domandò.

"Meglio, con te accanto."

Rise e strinse la presa sulla mia spalla.

"Hai visto l'infermiera bionda che mi ha cacciato fuori?"

"Si, e so anche cosa vi siete detti quel giorno. Sei stato forte." risi, ricordando le sue parole.

"Modestamente.."

Ridemmo insieme.

"Come farei a non guardare una bellezza come te?" sorrise maliziosamente.

"Idiota." scossi la testa ridendo, e mise il broncio.

"Ora sono arrabbiato con te." affermò, deciso.

"Oh, e cosa devo fare per farmi perdonare?" domandai.

"Un bacino qui." indicò le sue labbra.

"Ti accontento all'istante." risi, baciandolo.

Mi strinse i fianchi con le mani e mi fece il solletico sulla pancia. Mi staccai subito e presi a ridere come una pazza, anche scalciando. Fu proprio allora che gli tirai, per sbaglio, un calcio nelle sue parti intime..

"Dio!" urlò, coprendosi con le mani e attorcigliandosi su sè stesso per il dolore.

"Scusa..!" volevo trattenermi ma non ci riuscii, quindi scoppiai a ridere.

"Non c'è nulla di divertente.. penso di chiamarmi Alessandra adesso.." si lamentò.

"Ciao Sandrina." non smettevo di ridere.

"Ridi pure, intanto sto morendo." sbuffò.

"Scusami amore miooo!" lo abbracciai e gli baciai la guancia.

"Leccapiedi" commentò ridendo.

"Nah, innamorata, piuttosto."

"E dolce. E mia." mi baciò il collo e poi la guancia.

"Tua." sussurrai.

"Esatto." annuì soddisfatto, e chiuse gli occhi.

"Cosa vorresti fare? Mi sto annoiando un po'." alzai il busto dal letto.

"Non so, guarderesti un po' di tv?"

"Accetto."

Ci alzammo e ci mettemmo sul divano a fare zapping tra i vari canali. Eravamo semi-stesi, lui poggiato al manico del divano e io accanto, con la testa sulla sua spalla e le mani unite.

"Come siete carini." ci interruppe mia madre, ridacchiando.

Saltai per lo spavento e mi raddrizzai. Anche Alessandro sembrò strabuzzare gli occhi.

"Cosa c'è? Ho per caso interrotto qualcosa?"

"Cosa avresti dovuto interrompere, mamma?" diventai rosso peperone.

"Nulla, nulla, scherzavo" alzò le mani e tornò in cucina.

"Tua madre è proprio forte" rise, baciandomi la guancia.

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