Mi gettai sul letto e affondai il viso nel cuscino morbido. Chiusi gli occhi, e sentii il materasso muoversi.
"Ale?"
"Si? Sono qui." mi prese la mano, stringendola.
Girai il capo verso di lui e sorrisi, intrecciando meglio le nostre mani.
"Nulla." sospirai.
Si stese accanto a me e mi baciò i capelli, abbracciandomi.
"Come ti senti?" domandò.
"Meglio, con te accanto."
Rise e strinse la presa sulla mia spalla.
"Hai visto l'infermiera bionda che mi ha cacciato fuori?"
"Si, e so anche cosa vi siete detti quel giorno. Sei stato forte." risi, ricordando le sue parole.
"Modestamente.."
Ridemmo insieme.
"Come farei a non guardare una bellezza come te?" sorrise maliziosamente.
"Idiota." scossi la testa ridendo, e mise il broncio.
"Ora sono arrabbiato con te." affermò, deciso.
"Oh, e cosa devo fare per farmi perdonare?" domandai.
"Un bacino qui." indicò le sue labbra.
"Ti accontento all'istante." risi, baciandolo.
Mi strinse i fianchi con le mani e mi fece il solletico sulla pancia. Mi staccai subito e presi a ridere come una pazza, anche scalciando. Fu proprio allora che gli tirai, per sbaglio, un calcio nelle sue parti intime..
"Dio!" urlò, coprendosi con le mani e attorcigliandosi su sè stesso per il dolore.
"Scusa..!" volevo trattenermi ma non ci riuscii, quindi scoppiai a ridere.
"Non c'è nulla di divertente.. penso di chiamarmi Alessandra adesso.." si lamentò.
"Ciao Sandrina." non smettevo di ridere.
"Ridi pure, intanto sto morendo." sbuffò.
"Scusami amore miooo!" lo abbracciai e gli baciai la guancia.
"Leccapiedi" commentò ridendo.
"Nah, innamorata, piuttosto."
"E dolce. E mia." mi baciò il collo e poi la guancia.
"Tua." sussurrai.
"Esatto." annuì soddisfatto, e chiuse gli occhi.
"Cosa vorresti fare? Mi sto annoiando un po'." alzai il busto dal letto.
"Non so, guarderesti un po' di tv?"
"Accetto."
Ci alzammo e ci mettemmo sul divano a fare zapping tra i vari canali. Eravamo semi-stesi, lui poggiato al manico del divano e io accanto, con la testa sulla sua spalla e le mani unite.
"Come siete carini." ci interruppe mia madre, ridacchiando.
Saltai per lo spavento e mi raddrizzai. Anche Alessandro sembrò strabuzzare gli occhi.
"Cosa c'è? Ho per caso interrotto qualcosa?"
"Cosa avresti dovuto interrompere, mamma?" diventai rosso peperone.
"Nulla, nulla, scherzavo" alzò le mani e tornò in cucina.
"Tua madre è proprio forte" rise, baciandomi la guancia.
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Paradise.
Fiksi Penggemar"E se per baciarti dovessi andare all'inferno lo farei, così poi potrei vantarmi di aver visto il Paradiso senza nemmeno entrarci."