Capitolo 32.

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"Ora entriamo, che è suonata, e dimentichiamoci questo brutto episodio." affermò, e io annuii decisa.

"Isa dovrebbe capire che non è così facile separarci." sussurro sarcasticamente.

Rise prima di baciarmi.

"Andiamo davvero, o facciamo tardi."

Lo presi per mano ed entrammo nella scuola con lui dietro. Il suo respiro caldo sul collo mi metteva i brividi, e mi faceva impazzire. Entrammo velocemente nell'aula e ci sedemmo vicini. Ecco anche Isa..

Dopo poco arrivò la professoressa e ci alzammo tutti in piedi.

"Prof, posso sedermi vicino a Casillo?" domandò Isa.

Il sangue mi pompava velocissimo nelle vene, stavo diventando rossa dalla rabbia e anche Alessandro.

"Solo se per la compagna va bene."

Non potevo dire di no, alla fine la prof l'avrebbe fatta mettere lo stesso. Alessandro mi guardò e chiuse gli occhi, come per darmi il consenso.

"Certo."

Mi alzai e, mentre mi sedevo al posto di Isa e lei andava verso il mio, mi urtò facendomi quasi cadere. Io ero seduta vicino alla sua ochetta.

"Oh, che piacere avere Dalba seduta accanto a me."

Scossi la testa, sconfitta, e cercai di seguire la lezione. Ogni tanto guardavo Ale sott'occhio, lui stava sopportando il peggio. Faceva sorrisi tirati per quello che diceva Isa, e mi guardava come per cercare aiuto. Di solito, tra i due litiganti il terzo gode. In questo caso, Alessandro è quello che sta messo peggio e Isa ed io siamo le litiganti dirette.

-

Finalmente la campanella segnò la fine delle lezioni e Alessandro ripose velocemente tutta la sua roba nello zaino. Lo caricò sulle spalle e venne verso di me. Mi baciò, come se fossimo stati in astinenza, e lo abbracciai.

"Dio mi ha fatto due palle così" sbuffò, e io risi.

"Sarà solo per oggi. Domani non le permetterò una cosa del genere." gli sussurrai.

"Ecco, brava. Ora vieni via da questo inferno"

Fu lui, sta volta, a prendermi per mano e a condurmi fuori. Svoltato l'angolo, gli saltai in braccio stringendolo forte.

"Non riesco a stare così tanto tempo senza i tuoi sorrisi, i tuoi abbracci e i tuoi baci." confessai, timida.

"Lo stesso io. Sei la migliore." mi sussurrò all'orecchio. Rabbrividii appena disse sei la migliore.

"Non c'è persona migliore di te." sussurrai a mia volta.

"No. E comunque sei mia."

Continuammo a 'litigare' sul chi fosse il/la migliore, alla fine scoppiammo a ridere.

"Ecco perchè dico che sei il migliore. Riesci a farmi ridere anche quando vorrei solo piangere." confessai.

"In questo caso accetto il complimento." rise, e mi baciò.

Quanto desideravo le sue labbra, solo Dio lo sapeva. Era impossibile quanto mi piacesse. Era diventato la mia droga, la mia vita. la mia àncora. Il mio amore. Certi ragazzini più piccoli, avranno avuto sui dieci anni, passavano di lì e quando ci videro baciarci risero e sussurrarono 'bleah'. Anche io alla loro età facevo così, mi faceva schifo unire la mia bocca con quella di un altro. Poi però è come se non riuscissi a respirare, come se ti mancasse l'aria e il tuo ossigeno si trova solo lì, sulle sue labbra. Amo Alessandro e ringrazio chi me l'ha fatto incontrare.

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