Capitolo 9

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Sono già passate le vacanze estive e oggi è il primo giorno di scuola.
Oggi mi alzo particolarmente presto e mi dirigo verso il bagno.
Mi lavo, e nel frattempo canto sotto la doccia. Quando esco e metto i piedi sul pavimento, rabbrividisco. Fa freddo ed è solo la seconda settimana di settembre.
Sbuffo e mi asciugo i capelli. Vado in camera e mi precipito verso l'armadio.
Opto per un jeans chiaro e un maglione nero con su scritto Plume.
Vado verso il letto e vedo che Irama sta ancora dormendo.
- Svegliati dormiglione mio, sono già le 7:15, e faremo tardi di questo passo - gli dico per poi dargli un bacio dolce.
Si alza e mi abbraccia, va in bagno e si fa la doccia.
Vedo che si mette la sua solita maglia bianca a maniche corte larga e il suo giubbotto di jeans altrettanto largo. Poi si mette un paio di jeans neri e i suoi orecchini. Per poi mettersi i suoi anelli.
Mi piace quando si veste così...
Vado giù per preparare la colazione, ma vedo che era già pronta.
- Chi ha cucinato? - chiedo urlando per avere una risposta
- Ho cucinato io - mi dice Allan entrando in cucina per servirsi.

Sono le 7:45 e io e Irama siamo pronti.
Usciamo di casa e ci divertiamo verso la macchina sua.
Saliamo e lui mette a tutto volume la canzone "Tornerai da me" che è una sua canzone e io la adoro.
Io e lui cantiamo a squarcia gola:

Giuro l'ultima mia sigaretta
guarda la spengo pure già a metà
come la volta che ti ho detto
mentre eravamo a letto
che ero stufo della tua normalità

Lo giuro smetto di fumare
lo giuro sulla mia famiglia ma
è come quella volta che ho promesso
come le altre cento
di scordarti per l'eternità

Non sono buono a fare le promesse
ma non lo sono neanche con me stesso
e tantomeno a mantenerle quando l'unica richiesta che mi hai fatto è solo un po' di tempo
sono un casino l'ammetto
siamo un casino stupendo
due rette parallele che non credono al destino scelto

Siamo vivi
siamo solo vivi
io e te
quando respiriamo l'alcol della notte
quando farlo ovunque ci fa essere più vivi
solamente vivi
con me
lasciati scalare come un pianoforte
voglio gli occhi dell'invidia solo su di noi

Non serve fare piano
non servono dei pretesti
stringiamo il mondo a tal punto da fargli perdere i sensi
da farci perdere pensi che troveremo una strada
una macchina a fari spenti
una storia senza una trama
due vite che non rallentano al bordo di una cascata
ma ormai che ho già perso tutto di te, di te

Scomparire in un lampo
come cenere e pianto
poi cercarsi di nuovo senza fine
è una vita che siamo qua, a metà
provo a dirmi che
tornerai da me.

Dopo un po' arriviamo e mi trovo gli occhi puntati addosso. Forse perché sono in macchina con il capitano di football? O forse perché esco con un cantate? Chi lo sa...
Mi fermo davanti a Irama e lo bacio. Lasciando tutti a bocca aperta.
Ci incamminiamo verso l'entrata e io vado dritta al mio armadietto, vicino al mio c'era quello di Allan e di Amie, invece quello di Irama era qualche metro più avanti. Ma mi accorgo che non mi perde mai di vista.
Appena prendo tutti i miei libri, vado da Irama per vedere chi ha a prima ora, e lui ha francese e anch'io.
A me il francese piace e sono brava, ma c'è la prof che mi dà sempre fastidio. Cerca sempre qualcosa a qui attaccarsi.
Io e lui ci dirigiamo verso la classe ancora vuota e ci sediamo a metà classe.
Dopo 5 minuti suona la campanella e in classe arrivano tutti. Anche la prof... Mi sta sui nervi quella, mi fa passare la voglia di studiare francese.

"Bonjour les gars, avez-vous bien passé vos vacances? Commençons maintenant la leçon" dice la prof

Io mi annoio e inizio a disegnare delle cose sul mio quaderno.
" Signorina mi sa dire come ha trascorso le vacanze in francese, perfavore" ero troppo impegnata a fare altro che non avevo sentito la prof.
" Signorina Ludovica, mi sta sentendo?! Già il primo giorno non vuole seguirmi! - mi dice incazzata la prof...

Finalmente è finita la prima ora e adesso io, Irama, Allan e Amie abbiamo educazione fisica insieme, che bello...
Andiamo nello spogliatoio per cambiarci. Mi metto un leggings e una felpa calda non troppo grande.
Esco e non trovo ancora nessuno fuori  apparte un ragazzo... Lui è alto, ha i capelli color castano scuro, ha gli occhi chiari. Mi sta fissando e io non vedo l'ora che Irama esca da quel cazzo di spogliatoio.
Aspetto ma ancora nessuno esce, ma si ricordano che abbiamo lezione o no?!
Il ragazzo si avvicina a me e si presenta.
- Mi chiamo Mattias - mi dice facendomi un occhiolino e facendo un sorriso malizioso.

- Mi chiamo Mattias - mi dice facendomi un occhiolino e facendo un sorriso malizioso

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Finalmente esce qualcuno da quell inferno che chiamano spogliatoio. Vedo che è Irama e io gli vado incontro.
Il ragazzo appena incontrato mi guarda in modo strano. Forse pensava che io fossi single. Dopo poco escono tutti da lì dentro come se si fossero messi d'accordo.
Il professore ci ha detto che dobbiamo correre per 20 minuti e per me non è un problema, mi piace lo sport anche se dopo tutto quello che è successo non l'ho più praticato come prima.
Dopo un po' mi ritrovo affianco sia Allan che Mattias, sembrano amici, perché parlano di cose loro. Ora mi sento gli occhi di Irama puntati sopra. Perché avevo due ragazzi affianco. Quindi io accellero il passo. Però a quanto pare i due non mi vogliono lasciare, quindi a loro volta accelerano il passo e mi vengono vicino.
Odio quando i ragazzi fanno così.
Finalmente il prof fischia la fine della corsa e io vado vicino ad Irama per dargli un bacio però sulla guancia.
Lui ricambia con un sorriso.
Poco dopo ci trovammo a giocare a pallavolo e indovinate con chi sto contro? Nell'altra squadra ci sono Allan e Mattias che mi lanciano delle fulminante, per dirmi che stanno per arrivare.
Io invece nella mia squadra ho tutti i più scarsi, io ho sempre giocato a pallavolo rispetto agli altri, lo pratico da quando ho solo 4 anni.
Ad un certo punto mi arriva una schiacciata di Allan, era molto forte e veloce ma io la prendo con molta tranquillità facendo punto.
Dopo un po' suona il termine della partita e mi dirigo nello spogliatoio, mi lavo in fratta e mi cambio.
Esco e ritrovo Mattias a fissarmi.
Si dirige verso di me, ma io me ne vado.
Lui mi segue e mi prende in braccio per mettermi sulle sue spalle come fossi un sacco di patate.
Vedo che si avvicina alla porta dello spogliatoio dei maschi e io gli inizio a tirare dei calci ma niente, lui in confronto a me è un gigante.
- Dai, cosa vuoi fare, mettimi giù! - gli ordino, ma niente è un vero testardo.
Entra dentro e mi porta vicino alle docce.
Vedo che il mio Filippo non se n'è accorto e io inizio ad urlare. Ma Mattias mi ferma prima che io iniziassi.
Mi mette dentro alla doccia e apre l'acqua, bagnandomi tutta.
Mi ritrovo con lo sguardo di tutti i ragazzi addosso...
- Me la pagherai... Brutto stronzo rimbicillito - gli urlo

Uno sbaglio stupendoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora