Capitolo 32.

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Dopo aver preso le mie ultime cose dall'armadietto io e Austin ci andiamo a sedere su una delle tante panchine che si trovano nel parchetto della scuola, dove giocano a Football.

Appoggio la testa sulla spalla sinistra di Austin e tiro un sospiro. Poi mi allontano e frugo nel mio zaino per trovare il pacchetto di sigarette.

Ne prendo una e l'accendo.

Mi piace vedere il fumo uscire dalla mia bocca per poi vederlo volare via, mi dà tranquillità... chissà se anche io potrò essere, almeno per una volta, libera di fare quello che voglio. Sono sempre stata limitata a fare delle determinate cose.

I miei pensieri vengono interrotti dalla voce di Austin.

"Scusami, ancora!" dice con tono dispiaciuto. Io alzo le spalle e iniziamo a parlare.

"Me lo dirai cosa ti è successo? Chi è stato a ridurti così??" dice poi Austin cogliendomi impreparata.

"è una storia molto lunga ma..." dico prima che Austin mi interrompa.

"Ma... cosa?!" dice lui incalzandomi. Io gli mostro un sorriso, uno di quelli più falsi che io abbia mai potuto fare. Ma se voglio farlo parlare, anche solo per farlo sfogare gli racconterò tutto.

"Ti sembrerà strano... ma è stato mio fratello Allan." Dico e mi interrompe "Allan? È praticamente impossibile. L'altra volta vi ho visti abbracciati e felici..." dice lui corrucciando la fronte.

"Stavo dicendo, qualche settimana fa è arrivato mio cugino, Gionata, e quando Allan l'aveva visto per la prima volta diventò ad un tratto rigido. Io inizialmente non capivo il perché ma giorno dopo giorno iniziai a capire il perché. Lui era geloso, era geloso perché iniziavo a passare molto tempo con mio cugino. Ma io non lo facevo apposta, stavo molto tempo con lui perché era, e lo è tutt'ora, l'unico membro della mia famiglia, e beh anche Gionata ha avuto un'infanzia e un'adolescenza pietosa, i suoi genitori biologici lo avevano portato in orfanotrofio, poi è stato adottato, ma anche i suoi genitori adottivi sono morti. Ha passato molti anni con sua nonna ma Dio ha deciso che anche lei se ne doveva andare. Lasciando così Gionata da solo. Beh lui comunque ha trovato conforto nella sua musica e questo mi piace. Vederlo sorridere è raro, ma da quando lo conosco, ha fatto di tutto per essere felice e per far sì che io sia felice assieme a lui. Abbiamo un bellissimo rapporto io e lui... ma va beh, ti starò annoiando quindi andiamo al sodo. Io e Allan abbiamo passato molti giorni a litigare. Una volta io dopo una litigata con lui, me ne andai in camera mia, ma lui non mi lasciò da sola. Infatti entrò anche lui e iniziò a sbraitare, e a un certo punto mi tirò uno schiaffo sulla guancia destra, io non gli rispondevo più per il dolore causato da lui, e quindi lui mi volle tirare un altro schiaffo ma, fortunatamente, l'ho schivato. Corsi nel giardino dove c'erano Gionata e Isaac... erano seduti sul dondolo io mi distesi sulle loro gambe ma Allan mi aveva seguita. Dopo un po' Allan mi prese per il polso... dopo svariate volte che Isaac e Gionata lo facevano ragionare, Allan mi buttò a terra e mi iniziò a prendere a schiaffi e a calci.

Ma non c'è stato solo un episodio di questo genere... ce ne sono stati molti altri. Però c'è stato uno che mi ha portata quasi alla morte..." a quest'ultima parola Austin mi guarda più preoccupato di prima e sempre più dispiaciuto.

"E... e cosa ha fatto?" mi dice.

"Mi ha affogata nella nostra piscina" dico secca.

"E...e come fai a stare ancora con lui... ce io non mi sarei più avvicinato a lui." Dice con un mezzo sorriso.

"Beh dopo essermi chiarita con Allan ho visto Isaac baciarsi con tua cugina e dal quel momento Allan mi è stato vicino." Dico io tutto ad un fiato.

Uno sbaglio stupendoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora