Diciottesimo

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Quando la mattina dopo si incontrarono alla fermata del bus, fu imbarazzante ma alla fine piacevole.

Luke era ovviamente già lì, ad aspettare la corriera ed emozionato nel vedere Michael. Il ragazzo in questione lo raggiunse poco dopo e gli mancò il fiato nel notare i suoi capelli neri come l'ebano, la camicia a quadri rossi e neri che gli stava divinamente e gli skinny jeans neri che gli fasciavano le gambe chilometriche, che quasi venerava.

Ma quando Luke si girò, il tinto di blu poté davvero ammirarne tutta la sua bellezza, inclusi gli occhi azzurri che, non avrebbe mai finito di ripetere a se stesso, erano scintillanti nella luce del mattino.

Michael si avvicinò piano e Luke gli sorrise raggiante, mentre si avvicinava a sua volta.

Il più grande continuava a sorridere ampiamente; entrambi però erano imbarazzati al massimo, non sapendo cosa fare, dopo ciò che era successo il giorno prima.

Michael decise di non pensarci troppo e di dissimulare l'imbarazzo facendo un passo avanti e abbracciando il più piccolo che stava guardando in basso.

Luke subito gli circondò i fianchi, stringendosi al più grande, potendo godersi il calore emanato, durante quella giornata di novembre.

Il tinto di nero alzò un po' la testa e incontrò gli occhi verdi e lucenti di Michael. Appoggiò, con mezzo sorriso, il mento sul petto del più grande, morendo dalla voglia di baciarlo, ma aspettando una mossa dal più grande, per non rendersi ridicolo: magari il giorno prima se l'era sognato oppure Michael non voleva che ricapitasse mai più perché durante la notte qualcosa gli avev-

A mettere a tacere le sue paturnie furono le labbra del più grande che si posizionarono su quelle del più piccolo, dando il via ad un bacio con tanto di lingua.

Le persone attorno a loro li guardarono quasi schifati, ma loro si stringevano il più possibile l'uno all'altro e si godevano appieno il momento.

Luke portò una mano al collo di Michael, giocando con i capelli blu alla base della nuca, mentre continuava a tirargli la maglietta per avvicinarlo; ormai era diventato il suo gesto da mettere in atto quando baciava il più grande.

Michael, dall'altra parte, non si negava il piacere di conoscere ogni curva del corpo di Luke: così gli portò le mani sui fianchi, stringendoli quasi possessivamente, per poi scendere piano fino al sedere, dove il più grande indugiò solo un po' prima di stringerlo delicatamente e riportare le mani sui fianchi, per non sembrare più volgare di quello che poteva apparire.

Luke rise appena sulle labbra di Michael, mentre si separavano e facevano toccare le proprie fronti l'una con l'altra, guardandosi negli occhi e ridacchiando sommessamente.

"Siamo degli idioti" sorrise Luke, sussurrando come se stesse confidando un segreto, dicendo la prima cosa che gli venne in mente, giusto per non rimanere in silenzio.

"Parla per te" lo prese in giro Michael, lasciandogli prima uno, poi due, poi tre, quattro, cinque, dieci baci a stampo prima di approfondire l'ultimo nuovamente.

Per la gioia delle persone attorno a loro, la corriera era arrivata; Michael e Luke se ne accorsero per un pelo, dato che erano ancora impegnati a scambiarsi saliva.

***
Non essendo stato abbastanza per quella mattina, Luke ora si ritrovava con la schiena premuta sugli armadietti a stringere quasi compulsivamente i capelli di Michael, il quale quasi rinnovava i succhiotti del giorno prima sul collo del più piccolo.

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