Ventunesimo

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SENTITE: HO FATTO UN PO' DI CASINO

NEL CAPITOLO DI PRIMA MICHAEL E LUKE HANNO LITIGATO, CALUM E LOUIS HANNO LITIGATO, IL GIORNO DOPO MICHAEL NON VIENE A SCUOLA E CALUM FREQUENTA I CORSI.

QUESTO CAPITOLO INIZIA CON IL GIORNO PRIMA, QUINDI IL GIORNO DELLA LITIGATA, KAREN VEDE MICHAEL SVENUTO, POI PASSIAMO DI NUOVO AL GIORNO DOPO, LUKE E MICHAEL FANNO LE LORO RIFLESSIONI, POI SIAMO AL GIORNO DOPO ANCORA.

L'HO SCRITTO COSI' NESSUNO SI PERDE, INCLUSA IO.

SPERO CHE IL CHIARIMENTO SIA STATO PIU' D'AUITO A VOI CHE A ME.

***

GIORNO DELLA LITIGATA

Quando Karen tornò a casa dal lavoro e, salutando suo figlio con un:"Ciao amore!" non ricevette risposta, si preoccupò immediatamente di andare a controllare perchè Michael non l'aveva salutata.

Entrata in camera, la scena che le aveva fatto accapponare la pelle più e più volte si era ripresentata davanti ai suoi occhi.

Il suo bambino era disteso scompostamente sul pavimento, con tracce di lacrime sulle sue guance più pallide del solito.

Si accovacciò subito vicino a lui, mentre tratteneva le lacrime e portava una mano tremante alla bocca; prese Michael e lo adagiò sul letto, prima di cercare di svegliarlo.

"Michael, tesoro. E' ora di svegliarsi" diceva con voce tremante, sull'orlo delle lacrime.

Dopo pochi tentativi, il tinto di blu aveva aperto gli occhi e la vista di sua madre lo tranquillizzò subito.

"Cosa è successo, tesoro?" chiese apprensiva Karen.

Michael mise a fuoco la stanza, prima di scuotere la testa:"N-non mi ricordo... solo che ero in salotto con Luke e-" mentre i ricordi gli tornavano alla testa come una valanga, il respiro inizò ad accelerare nuovamente.

"Tesoro, calmati ti prego, dov'è il tuo inalatore?" chiese la madre mentre accarezzava i capelli di suo figlio.

Michael riuscì ad indicare un casssetto della scrivania; Karen si affrettò a porgerglielo e riuscì a calmare Michael.

"Mamma" sussurrò Michael dopo attimi di denso silenzio.

"Dimmi, amore" gli ripsose subito Karen, preoccupata.

"Luke ha detto che non gli piaccio" riuscì a sussurare il tinto, con gli occhi chiusi, mentre le lacrime scendevano ai lati dei suoi occhi.

Karen lo guardò stupita, con gli occhi sgranati:"Ma... come?! Tutto quel discorso che mi avevi raccontato allora cos-"

Michael riuscì ad interromperla flebilemente, tra i singhiozzi, prima che altri dolorosi ricordi salissero alla propria mente:"Ci eravamo capiti male, lui credeva fossimo amici con benefici..." riuscì a sussurrare a malapena "Quindi mi è venuto un attacco di panico e... e penso di essere svenuto"

La madre lo guardò dubbiosa, prima di continuare ad accarezzargli i capelli, calmandolo, e di cercare di dargli un consiglio che lo facesse stare meglio:"Michael, non è una frase fatta. Io ho quasi il triplo della tua età, ho già capito come vanno a finire questo genere di cose: si risolverà tutto te lo prometto. Luke non voleva ferirti, era solo un po' spaventato. Se te lo dico io, che sono tua madre e il mio scopo è proteggerti, puoi fidarti"

Michael fu stranamente rincuorato dalle parole della madre, volendo crederci con tutte le sue forze.

Annuì piano, con le ultime forze che gli erano rimaste, prima di addormentersi nuovamente:"Grazie mamma, ti voglio bene"

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