Straordinariamente, Ashton e Calum erano riusciti ad arrivare a casa di quest'ultimo, senza fare incidenti. Ashton aveva guidato fino a casa del moro, non smettendo di sorridere, tenendo la mano del piú piccolo, accarezzandola con il pollice, mentre Calum si limitava a guardare fuori, anche perché non sapeva bene cosa esattamente pensare, avendo un po' di confusione in testa.
Tuttavia, una volta arrivati, Calum portó Ashton fino alla propria camera, assicurandosi di chiudere a chiave sia la porta di casa che la porta della propria camera, onde evitare spiacevoli incovenienti.
Sbatté al muro Ashton, premendo le proprie labbra su quelle del piú grande, lasciando che lui gli sfilasse nuovamente la maglietta ed esplorasse la sua bocca. Non gli interessava del casino che aveva in testa, non gli interessava di nient'altro che non fossero le mani di Ashton su di sé, le labbra incerte e inesperte del piú grande sulle proprie e trovare un modo per avere quel momento ripetersi all'infinito.
Cosí, Calum mugoló contento quando le mani calde e grandi di Ashton gli toccarono il petto e la schiena, mentre lo spingeva dolcemente sul letto e si posizionava sopra di lui.
D'altro canto, Ashton era al settimo cielo. Inesperto e nervoso, sperava di non comportarsi in modo da far scappare Calum, ma il piú piccolo sembrava apprezzare i baci sul collo, data la presa ferrea che aveva sui suoi capelli ricci. Fece scivolare le mani sui suoi fianchi, tuttavia non volendo proseguire piú di lí: li afferró, facendo impazzire Calum, per quanto dolce, imbarazzato e impacciato Ashton potesse sembrare, ma anche quanto sexy potesse essere quando cercava di predere il controllo a letto.
Purtroppo, il bel momento fu interrotto dallo squillo del telefono di Calum.
Il moro si ritrovó a borbottare insulti a chiunque li avesse interrotti, cercando di spostare Ashton dalle sue labbra, per allungarsi e prendere il telefono; tuttavia Ashton non era dello stesso parere e si spostó per baciare il petto del ragazzo che amava, rendendo a quest'ultimo difficile ogni mossa. Alla fine riuscí a recuperare lo smartphone che suonava ancora e lanció un occhiata ad Ashton ancora intento nel suo lavoro:"Ci hai preso gusto, eh?"
Ashton rimase un attimo interdetto, ma Calum non sembró accorgersene perché, dopo aver scoperto, imprecando, che era Louis e aver alzato gli occhi al cielo, rispose quasi sbuffando:"Ehi, Tomlinson"
"Ehi, Hood" lo salutó stranamente allegro il piú grande.
"Cosa c'é?" chiede tagliente il moro, volendo arrivare dritto al punto, continuando ad accarezzare i capelli del piú grande, che aveva la guancia sul petto del piú piccolo e le braccia a circondargli i fianchi nudi.
"Oh, ehm" borbottó il liscio, prima di fare un sospiro e iniziare:"Niente di che. Volevo invitarti a casa mia domani per il mio compleanno, dato che tutti gli altri riescono a venire"
Calum si ritrovò piacevolmente spiazzato, ma, guardando Ashton osservarlo dal basso, con quegli occhioni verdi che scintillavano, non potè fare a meno che declinare l'invito di Louis, non prima di aver lasciato un bacio sulla guancia del più grande.
Se da una parte Louis era combattutto tra il sollievo e il senso di colpa per sentirsi sollevato per l'assenza di Calum, d'altra parte il più piccolo stava cercando di tenere il respiro regolare fallendo miseramente, date le attenzioni che Ashton aveva ricominciato a riservargli.
Ciò riscosse Louis dai propri pensieri:"Ma... sei con qualcuno?" fu spontaneo chiedere.
Calum arrossì, facendo ridacchiare piano Ashton, il quale ricevette una spinta sulla spalla dalla parte del moro, il quale cercò di allontanarsi senza risultato:"S-sì, in verità" si limitò a rispondere.
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\\Sweet Escape//
FanfictionLuke cercò come meglio sapeva, il che era tutto dire, di rallegrare l'atmosfera:"Cosa? Non sono più Lucas?" "Credevo non ti piacesse..." mormorò Michael, sorridendogli. "Certo che non mi piace, ma ci ho appena fatto l'abitudine, mi ci vorranno anni...