Trentesimo

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"Ormai ci avevo perso le speranze" borbottò Calum prendendo la colazione che Asthon gli stava offrendo.

"Eh, oggi mi sono svegliato tardissimo, ma non potevo arrivare a mani vuote" rispose Ashton a mo' di scusa, grattandosi il retro del collo.

Calum gli lanciò una rapida occhiata, osservando i suoi capelli scombinati, i vestiti leggermente stroppicciati, le scarpe slacciate e-

"Da quando porti gli occhiali?" chiese stranito il moro, sorseggiando il suo latte macchiato, chiudendo l'armadietto e dirigendosi verso la propria classe.

Ashton quasi non si rese conto di che cosa Calum stesse parlando; incrociò gli occhi solo per poi dover sbatterli velocemente e poi scuotere la testa, prendendo gli occhiali e rigirandoseli tra le mani:"Eh, sta mattina ero in ritardo e non ho avuto tempo di mettermi le lenti a contatto" spiegò, mentre Calum lo gardava mentre se li rimetteva e si girava per sorridergli con tanto di fossette, come accadeva sempre più spesso.

Poi, quasi improvvisamente, Ashton appoggiò una mano sulla schiena del più piccolo, mentre si avvicinavano alla classe del moro, mentre il più grande continuava a straparlare di fatti a Calum interessavno fino ad un certo punto. Arrivati alla classe del moro, Ashton si fermò a metà frasw per salutarlo stringendo leggermente la sua spalla in maniera quasi affettuosa, andandosene subito dopo.

Calum cercò di non faci caso, gurdando il proprio caffè come se ci avesse potuto trovare le proprie risposte; resosi conto che ciò non poteva accadere, lasciò perdere e entrò in aula mangiandosi la brioches, alzando gli occhi al cielo per l'ovvietà del riccio.

***

"Oh mio Dio, da quant'è che non ti vedo? Ma dove sei stato, eh? Ti aveva rapito quel cattivone di Gordon? Vero? Ma sì, amore, ma sì" contiuava a straparlare Luke con la vocina al gattino bianco disteso con la schiena sul letto di Michael, mentre il ragazzo con i capelli neri gli accrezzava il pancino, facendolo fare le fusa contento.

"Stronzo, ti ho sentito" borbottò Michael, mentre tornava in camera propria, con gli occhiali addosso, sedendosi sul letto in modo brusco, facendo spaventare il gattino che piantò gli artigli nella mano del più piccolo; tuttavia, ciò non fece male a Luke, che si limitò a posare il gattino sul suo grembo e guardare Michael con mezzo sorriso:"Sei geloso perchè preferisco Batuffolo a te?"

Michael incorciò le braccia al petto sbuffando:"Sei un idiota. Come fai a preferire lui a me? Insomma, mi hai visto?" lo guardò truce il tino di blu, indicandosi.

Luke rise di gusto, facendo per un attimo sciogliere il cuore a Michael, ammirando come il suo ragazzo portasse la testa indietro quando rideva e mostrava la sua dentatura perfetta e come la sua risata era musica per le sue orecchie, adorando il fatto che arricciasse il naso come un gattino.

Si riscosse quando Luke si fu calmato, scuotendo piano la testa.

"Il gatto è mio comunque" borbottò fintamente offeso il tinto di blu, alzandosi dal letto e trovando qualcosa da sistemare, dato che nelle ultime settimane aveva trascurato tutto tranne il suo amato Luke.

"Dai, Mickeyyyy" supplicò Luke, continuando a giocare con il gattino "Vieni qua anche tu, dai dai dai"

Michael si grò a guardarlo mentre faceva il labbruccio e non potè dire di no; così con uno strano sentimento che gli turbinava nello stomaco, ansia perchè non sapeva cosa volesse fare Luke e paura che non sapesse stargli dietro e capire cosa volesse il suo ragazzo, si sedette cautamente vicino a lui, appoggiando la schiena al muro.

Si calmò totalmente quando Luke si posizionò tra le sue gambe, appoggiando la schiena sul petto del più grande, mentre aveva ancora il gattino in braccio, ormai mezzo addormentato; alzò di poco la testa, facendo incrociare il proprio sguardo divertito con quello imbarazzato di MIchael che gli sorrise, prima di abbassarsi per baciargli le labbra.

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