Diciannovesimo

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"Non è possibile che ogni volta che facciamo una pseudo riunione per quei due idioti, non combiniamo mai niente" borbottò Harry, seduto in braccio a Louis, che gli stava accarezzando la schiena sotto la maglietta.

"Primo: abbiamo fatto una sola 'pseudo riunione'. Secondo: neanche sta volta faremo niente" intervenne Liam, pacato come al solito, mentre aveva un braccio intorno alle spalle di Zayn.

Erano tutti, esclusi Michael e Luke, ovviamente, in biblioteca, sia per stare più comodi, sia perchè sapevano che i due ragazzi in questione non sarebbero andati a cercarli per avere un po' di privacy, sia perchè Calum, di lì a poco, avrebbe dovuto iniziare i corsi di musica.

"Ma uffa! Non è giusto, perchè non pos-" contestò Niall, ma venne interrotto da Louis.

"Ragazzi, dobbiamo parlare della loro situazione, perchè è alquanto critica" disse, facendo tacere gli altri.

Zayn fu il primo a riprendere la parola:"Luke crede che siano scopamici, Michael crede che stiano insieme. Facile" borbottò il moro, dispiaciuto.

"Ma come hanno fatto ad essere così idioti e fraintendersi così alla grande?" scossè deluso la testa Niall.

"Dovremmo conoscerli" parlò per la prima volta Calum "Appurato questo, non dobbiamo in alcun modo farglielo capire; se ci intromettiamo sofriranno di più che non quando se ne accorgeranno da soli. Soffriranno in ogni caso. Noi dobbiamo solo stargli vicino quando le cose andranno male e consigliargli per il meglio" concluse il neozelandese.

I ragazzi lo guardarono sconsolati per essere così impotenti.

"Lo sapevo che non avremmo fatto niente anche 'sta volta!" quasi gridò frustato Harry, rannicchiandosi più su Louis, che gli lasciò un bacio sulla tempia, divertito dall reazione del riccio.

***

Calum camminava da solo per i corridoi della scuola.

Era appena uscito dalla biblioteca, quindi era presumibile che anche i suoi amici se ne fossero andati. Era pomeriggio inoltrato, le lezioni erano finite e solo quelli che patecipavano ai corsi erano nell'istituto.

Il moro era emozionatissimo, incredibile ma vero. Non stava più nella pelle, voleva prendere il prorpio basso e iniziare a suonare subito.

Trovò in poco tempo la stanza giusta e vi entrò senza esitazioni. Si ritrovò in un luogo molto grande: da una parte c'era già un insegnante che spiegava a dei ragazzi che già c'erano come posizionarsi per quanto riguadava la disposizione dell'orchestra, mentre, dall'altro lato, altri studenti che strimpellavano casualmente, chiaccherando tra loro.

Si diresse verso l'ultimo gruppo, lasciando la sua borsa per terra e prendendo il propio basso, accaordandolo.

Acluni ragazzi si accorsero di lui e si avvicinarono, attaccando bottone con lui, lodandolo quando inziò a suonare qualcosa.

Calum era qusi a suo agio, nonstante volesse subito mettersi al lavoro e gli altri ragazzi si limtavano a fare conoscenza gli uni con gli altri.

C'era chi suonava la chitarra elettrica, acustica e classica, chi il violino, chi il pianoforte e lui era l'unico a saper suonare il basso.

Calum non voleva imporsi, per poi essere emarginato, ma voleva assolutamente iniziare a suonare qualcosa o almeno iniziare a parlare di che genere preferivano gli altri, ma era evidente che preferissero socializzare e spettegolare piuttosto che effettivamente suonare.

Così si ritovò ben presto a strimpellare da solo, almeno finchè non notò una testa riccia scomparire dal vetro della porta, appena il moro ebbe alzato lo sguardo.

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