Senza voler sembrare un maniaco, Michael stava osservando quanto fosse malinconico Luke, girato dalla sua parte, con un leggero broncio sulle labbra e le tracce di lacrime sulle guance, mentre quasi invisibili occhiaie iniziavano a formarsi sotto i suoi occhi chiusi; osservava come la luce dei primi raggi del sole faceva capolino dalla finestra che la sera prima si era dimenticato di chiudere completamente e che creava giochi di luce sui capelli neri e sulla pelle candida del ragazzo più piccolo, rendendolo solo che perfetto; i pugni chiusi sulla maglia di Michael, nella stessa posizione in cui si era addormentato la sera prima, il respiro pacato e profondo di chi dorme.
Michael passò lievemente una mano tra i capelli sbiaditi di nero del più piccolo, avvicinandosi piano per lascirgli un piccolo bacio sulle labbra; quello che non si aspettò fu sentire la presa sulla propria meglia rafforzarsi e la lingua di Luke chiedere di approffondire il bacio.
Michael fu disposto ad accontentare Luke, accarezzandogli i fianchi da sotto la maglia che gli aveva prestato, stringendoli ogni tanto delicatamente, quando Luke gli stringeva i capelli per quasi spalmarselo addosso.
Forse non era del tutto pronto a lasciarlo andare; ma dopotutto era solo una settimana, ce l'avrebbe fatta.
Luke, sempre con gli occhi chiusi, una volta che si furono separati, nascose il volto nell'incavo del collo del suo ragazzo, sentendo che la presa sui propri fianchi veniva rafforzata.
"Ormai sono rassegnato, presumo. Mi accompagni a preparare la valigia?" chiese con voce rotta in un sussuro flebile il più piccolo.
Michael gli accarezzò la schiena con fare rassicurante, baciandogli la tempia, prima di annuire solamente.
Così, lasciarono la casa del tinto di blu, non veramente pronti ad affrontare ciò che li aspettava.
Come si era immaginato Luke, una volta arrivato a casa dopo un tragitto estremente silenzioso ma non teso quanto rilassante, si ritrovò i suoi familiari sistemare le ultime valigie per il viaggio; non degnò nessuno di una seconda occhiata, ma con insolita freddezza si incamminò per le scale, raggiungendo la propia camera, mentre Michael lo seguiva silenziosamente e cercava di aiutarlo e sistemare ciò che gli sarebbe servito per il viaggio.
Luke sembrava un automa: non sembrava che stesse respirando, non aveva parlato una sola volta, aveva semplicemente sistemato le sue cose in una grande valigia nera, perdendosi di tanto in tanto a guardare il suo ragazzo che lo aiutava premurosamente. Non che Michael non lo avesse guardato preoccupato molto spesso a propria volta.
"Okay, penso sia tutto" sussurrò Luke, guardando Michael chiudere la valigia e poi girarsi a guardarlo con un sorriso triste, abbarcciandolo.
"Dai, tesoro mio. Sei il più forte e il più corraggioso ragazzo che io conosca e sono fiero di poter dire che sei mio, d'accordo?" chiese Michael, tra i capelli neri del più piccolo, che si limitò ad annuire, estramamente triste.
Si alzò sulle punte per baciare il suo ragazzo, brevemente, prima di staccarsi con le lacrime agli occhi e prendere la propria valigia e recarsi al piano inferiore, con Michael al seguito, mentre un grosso macigno iniziava a gravargli sul petto, rendendosi pian piano conto di cosa stava realmente accadendo.
Luke uscì di casa, vedendo i suoi familiari già nell'auto, sua madre alla guida, i suoi fratelli nei sedili posteriori, l'unico posto libero era quello del passeggero.
Michael aiuto subito un Luke in difficoltà a mettere la valigia nel bagagliaio vicino alle valigie degli altri, prima di chiuderlo rapidamente e preme il proprio ragazzo sulla macchina, prendendolo per i fianchi e baciarlo appassionatamente, lasciando che Luke reagisse e rispondesse altrettanto voracemente al bacio disperato di Micheal.
![](https://img.wattpad.com/cover/101655610-288-k798239.jpg)
STAI LEGGENDO
\\Sweet Escape//
FanfictionLuke cercò come meglio sapeva, il che era tutto dire, di rallegrare l'atmosfera:"Cosa? Non sono più Lucas?" "Credevo non ti piacesse..." mormorò Michael, sorridendogli. "Certo che non mi piace, ma ci ho appena fatto l'abitudine, mi ci vorranno anni...