Trentasettesimo

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"''Til the sun comes up, we can own this town. Something like make-believe, living in a movie scene'... nah, non ci sta" mormorò Calum, disteso sul tappeto della stanza dove lui e Ashton stavano cercando, da tutto il pomeriggio, di creare almeno un ritornello.

Avevano molte idee, non necessariamente contrstanti, ma avevano due modi diversi di vedere la stesura di una canzone. Se Calum prediligeva i testi più felici, a dicapito del proprio carattere, Ashton invece prediligeva quelli più malinconici.

"Ma come no!" esclamò Ashton, piccato, seduto al vecchio tavolino che formava il misero arredamento della stanza:"Senti qua: 'wake me up now and tell me this is all a bad dream.'Til the sun comes up, we can own this town. Something like make-believe, living in a movie scene'"Ashton smise di canticchiare ciò che aveva scritto nell foglio scarabbocchiato che aveva sotto mano e si girò per guardare Calum pieno di aspettativa.

Ma Caum continuò a scuotere la testa, cercando di non arrossire all'ennesima volta che Ashton canticchiava con quella sua dannatissima voce perfetta:"No, Ash. Sembrano due canzoni diverse. Sembra che tu voglia farle combaciare per forza. Il primo verso va bene, ma non per quella canzone"

Ashton non ci rimase troppo male, considerando il modo con cui lo aveva appena chiamato, ma il sorriso gli tornò subito, togliendo quella specie di broncio che era per un attimo comparso, quando gli venne in mente un'idea:"Ne possiamo scrivere due, che te ne pare? Dato che il secondo verso l'hai scritto tu, tu puoi pensare ad ampliarlo per conto tuo e io penso al mio testo" il riccio si era alzato e aveva iniziato a gesticolare come un pazzo, sempre con quel bel sorriso sulle labbra.

Calum scosse la testa per l'ennesima volta, cercando di contenere un sorriso:"Va bene, Ash"

Ashton volle baciare Calum in quel momento: avvicinarsi, circondargli il viso con le mani, con delicatezza, accarezzargli le labbra e solo sfiorarle con le proprie, senza malizia.

Ma si riscosse, prima che Calum potesse tirargli una sberla per essersi ancora incantato e tornò al lavoro, cancellando il secondo verso e lavorando sul prorpio.

... all the songs that I wrote, all the wrongs that I hoped would erase from your memory...

Calum era già concentratissimo nella stesura della propria canzone, scrivendo come un fiume in piena.

... I know this is the way it's supposed to be...

***

"Salve signora Mendes, sono Niall Horan, un amico di suo figlio. Shawn è occupato o posso vederlo?" chiese gentilmente il biondo, dopo che la porta gli fu aperta e una donna dall'aria gentile gli fu comparsa davanti.

"Oh, caro, mio figlio mi ha parlato così tanto di te. Entra pure" lo invitò la signora, mentre Niall le faceva un cenno della testa e le rispondeva sorridente:"Spero solo cose belle, signora"

La madre del ragazo dai capelli scuri rise e dissimulò tutto con un gesto della mano:"E' di sopra, sicuramente con la musica a palla nelle orecchie mentre strimpella la chitarra. E chiamami Karen, tesoro" concluse, prima di recarsi nuovamente in cucina.

Niall seguì dove la donna gli aveva indicato di andare, mentre un sorriso ancora più ampio si faceva largo sul suo volto e la voglia di vedere quell ragazzino aumentava sempre di più.

Si ritrovò davanti ad una porta sulla quale compariva un pezzo di carta attaccato con il nastro adesivo sul quale vi era scritto 'Prima di entrare in camera di Shawn, bussare graziepregociao'.

Niall rise di gusto prima di fare come diceva il cartello. Tuttavia non ricevette risposta, quindi si sentì autorizzato ad entrare in ogni caso, ricordando le parole di Karen.

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