Fierro Chase (parte 21)

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Il palazzo reale di Angrbode si profiló finalmente all'orizzonte. Si inerpicava sopra una collina rocciosa e dominava su tutta la vallata. Ma questo era un problema.
-Hvedrungr, per ora siamo passati inosservati, ma più ci avviciniamo più il rischio di essere scoperti sarà alto- Alex diede voce ai propri pensieri.
-Lo so, per questo useremo i Cunicoli-
-I Cunicoli?-  Magnus si accigliò.
-Vecchi condotti fognari in disuso- il gigante batté le mani con allegria. -Da bambino ci passavo ore a giocare-
-E da lì entreremo nel castello?
-Sí, poi raggiungeremo la sala del trono. È lì che si trova il portale -
Questo è un altro problema, pensò Alex. Come avrebbero fatto ad usarlo senza essere visti?
Poco dopo arrivarono nei pressi di una piccola macchia di vegetazione arruginita.
-Ecco qui- il gigante sollevò con forza una botola da terra.
Sotto di loro si aprì un tunnel buio e una brezza fresca sferzó loro i capelli.
-Da adesso ci muoveremo qui sotto- spiegò il fratello di Alex e poi iniziò a calarsi per una scaletta pericolante.
Toccata terra, sempre sulle spalle del gigante, Alex fu impressionata dalle dimensioni di quel tunnel, sarà stato alto come l'hangar di un aereo e altrettanto largo. Alla faccia del passaggio segreto!
Poi Hvedrungr chiuse la botola sopra di loro e furono immersi nel buio.
-Tra due ore saremo arrivati- sentenziò e poi si mosse.
Mentre avanzavano il buio si fece sempre più denso e scuro. Sembrava di nuotare in una pozza di inchiostro.
Forse è cosi che si sente Magnus, Alex cercò a tentoni la mano del ragazzo. Buio ovunque.
Magnus ricambiò la stretta. -Non abbandonarmi Alex-
-Non lo farò- la semidea guardò nell'oscurità. -Te lo prometto-
I ragazzi affidarono la loro promessa al buio che li circondava. Una promessa che valse più del bacio che si scambiarono, dapprima timorosi e poi più appassionatamente.

***

Magnus era stanco. Non solo il buio lo isolava completamente da tutto, ma anche le voci e i rumori avevano smesso di vivere in quel tunnel. E tutto ciò lo avrebbe depresso ancora di più se non fosse stato per la presenza di Alex, che adesso era una ragazza, non che questo cambiasse i suoi sentimenti.
Spesso aveva sentito commenti omofobi in tutti quegli anni vissuti per strada, battute di chi si ostinava a vivere in modo binario. Commenti di chi semplicemente aveva una visione ristretta del mondo.
E pensandoci, Magnus provò una gran pena per loro. Erano solo persone che seguivano delle regole  dettate "normalità".
il semidio si riscosse dai suoi pensieri quando sentí un movimento sotto di sé e si accorse che le spalle di Hvedrungr erano scosse da fremiti.
-Hvedrungr?-
Il gigante singhiozzó e tiró su con il naso.
-Cosa succede?- Alex si fece attenta.
Hvedrungr non rispose e Magnus si preoccupò. -Ehi amico, noi siamo qui-
-Lo so...- interruppe il pianto. -Ma non siete voi il problema-
-La tua storia- intuì la figlia di Loki. -La ragione per cui sei stato bandito-
Il gigante annuì. - Era stato indetto un banchetto per onorare il compleanno di uno dei miei fratelli-
-Un figlio di Loki?-
-No. Era figlio dell'altro marito di Angrbode, un troll- Hvedrungr scosse energicamente la testa.
-Se vuoi puoi anche non raccontarcelo- disse con più tatto possibile la ragazza.
-No, dovete sapere- e continuò -il banchetto era appunto per un'occasione speciale e quindi mia madre aveva preparato le cose per bene. Tra le tante portate ce n'era una che tutti attendevano-
-Umani?- Magnus rabbrividí.
-No, peggio. Angrbode aveva fatto cucinare uno dei miei fratelli-
Magnus trattenne un conato di vomito. -Ma come... perché?-
-Voleva andarsene, aveva idee che contrastavano nostra madre-
-Ma è orribile- mormoró Alex.
-Come un mito greco- Magnus ricordò vagamente una storia che gli aveva raccontato sua cugina Annabeth.
-Quando lo scoprí mi ribellai e così mia madre mi bandí-
-Solo perché ti sei rifiutato di mangiare tuo fratello?- Alex aveva un tono indignato.
-Sí- ammise il gigante sconsolato. -Non è una bella storia, vero?-
Magnus era rimasto senza parole, era una storia orribile.
-Mi dispiace Hvedrungr-
Ma per quanto fosse sincero, capii che suonava abbastanza patetico e scontato. -Ti aiuteremo-
Il fratello di Alex sembrò apprezzare. -Vi ringrazio-
Magnus sorrise al buio, dopo tutto forse c'era ancora speranza.

Finalmente, dopo quella che parve un'eternità il tunnel iniziò a schiarirsi e le prime fiaccole apparvero sui muri.
Alla debole luce della fiamma il nero che inghiottiva il figlio di Freyr si tinse di una tonalità più chiara, ma ciò non rese la cecità di Magnus meno grave.
-Fra poco saremo arrivati- il gigante si fece teso. -Restate nascosti-
I due ragazzi si nascosero fra le pieghe della camicia di Hvedrungr e aspettarono.
Dovevano essere usciti alla luce del sole, perché all'improvviso il campo visivo di Magnus esplose in mille sfumature ambrate.
Il gigante continuò a camminare, ma stavolta provando a fare meno rumore possibile.
Poi, d'un tratto si fermarono: altre voci li stavano raggiungendo.
-Siamo vicini alla sala del trono- sussurrò il gigante. -Non fate rumore-
Magnus era curioso di vedere la reggia dei giganti, poteva solo immaginare quanto fosse alta e imponente. Magari sua cugina Annabeth avrebbe apprezzato l'architettura di quel posto.
Era già la seconda volta che pensava alla cugina, chissà come andavano i suoi affari da semidea greca e chissà quando l'avrebbe rivista, "Se la rivedrai" gli bisbigliò una vocina.
Magnus la scacciò infastidito e tese le orecchie. Adesso sentiva molti suoni tra cui anche delle voci, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
E poi d'un tratto udí un corno risuonare per i muri del castello. Il suono echeggiò per dieci secondi.
-Cos'era?-
-La cena- spiegò Hvedrungr.- Quando tutti se ne saranno andati potremo sgattaiolare per la sala e accedere al portale-
Il piano era semplice e pulito. Una toccata e fuga.
-Cenate così presto?- Alex cercò di smorzare la tensione.
-Sí- mormoró distratto il gigante.
Seguirono minuti interminabili, durante i quali i tre amici trattennero il fiato. La tensione era palpabile.
Poi d'un tratto sentirono una voce: -Ehi, voi tre!-
O santo Freyr, Magnus imprecò.
La voce continuò a tuonare contro di loro e esattamente in quel momento Hvedrungr decise di scattare.
Magnus non poteva vedere, ma poteva sentire la potenza dei muscoli del gigante muoversi.
-La sala del trono!- esclamò Alex.
Dovevano essere entrati in un ambiente più grande, perché le parole della ragazza si persero come portate via dal vento.
E poi accadde: la corsa del gigante si arrestò d'improvviso e la gravità si capovolse. Il mondo vorticó e Magnus perse completamente l'orientamento.
L'impatto con il pavimento gli fece tremare tutte le ossa.
Erano caduti, tutti e tre.
Poi il ragazzo sentí una presa salda sulle spalle. -Vieni Magnus. Dobbiamo correre-
Il semidio strinse la mano di Alex. -E Hvedrungr?-
-Andate!- il gigante urlò vicino a loro. -Ci rivedremo. Correte-
Magnus era completamente inerme, avrebbe tanto voluto aiutare Hvedrungr.
-Non ti lasceremo- anche Alex si impuntó, ma poi una terza voce li interruppe.
-Cosa abbiamo qui!- sogghignó. -Due semidei!-
-Andate- li supplicò il fratello di Alex.
A questo punto la semidea strinse la presa e insieme a Magnus iniziò a correre.
Dietro di loro sentirono dei giganteschi passi inseguirli e continuarono a correre verso il portale.
-Correte! Andate alla Fonte, lì Magnus potrai curarti...- poi le parole del loro amico fuorono spezzate da un gemito di dolore.
I due ragazzi continuarono a correre, come due prede braccate, verso la salvezza.
Una salvezza che a Magnus parve irraggiungibile.


Spazio autrice.

E così il segreto di Hvedrungr è stato svelato. Cosa ne pensate?
Ci vediamo domani!
Buonanotte a tutti.

Fierro Chase e il Mondo Di Magnus [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora