Fierro Chase (parte 13)

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-Ecco!- Alex buttò la sacca ai piedi dei quattro cervi. Solo quel gesto le procurò una fitta alla spalla.
Uno dei Quattro si avvicinò per guardare il contenuto - La ragazza ce l'ha fatta- proclamó con tono inflessibile.
Gli altri tre animali accorsero ad ammirare i pezzi di cristallo che con tanta fatica Alex era riuscita a sottrarre al drago.
-Abbiamo un patto- incroció le braccia -adesso le informazioni-
La figlia di Loki era stremata per non parlare delle ustioni e contusioni varie che si era procurata nella grotta di Sigfrido. Quei quattro cervi l'avevano fatta faticare ed ora era giusto che gli venisse data la tanto attesa ricompensa.
-Bene- il cervo con il manto pieno di rubini scrollò il capo -il tuo amico si trova in un posto molto pericoloso, un bosco maledetto poco sopra le radici del Grande Albero-
Quello che doveva essere Dvallin puntó i suoi occhietti neri in quelli bicolore di Alex -Magnus Chase si trova nel Bosco di Ferro-
Lo disse con fare teatrale e drammatico, la ragazza si innervosí -Il bosco di Ferro?-
-Un rifugio per streghe, spiriti e creature pericolose. Il tuo amico è tenuto prigioniero da una di queste-
Per un attimo Alex si sentì scaldare il cuore, era vicina, finalmente una traccia dopo tanto peregrinare. Ma poi il pensiero di cosa avrebbe dovuto affrontare fermò il suo entusiasmo.
-Quali creature?-
I cervi si agitarono -Non ci è permesso dire molto, ma sappi che stiamo parlando di qualcosa in grado di scatenare il Ragnarok-
La semidea strinse i denti per evitare di urlare. Il Ragnarok? Ma scherziamo?
A distrarla da quei pensieri furono i Quattro che improvvisamente vennero avvolti da una luce azzurrina.
-Ehi, aspettate, cosa state facendo?-
-Dobbiamo spostarci. Piacere di averti conosciuta Alex Fierro e grazie per le corna di cristallo-
In quel momento una luce abbagliante sfavilló dal capo delle bestie. La ragazza si schermó con il palmo della mano aperto.
Quando la luce si affievolì vide i quattro splendidi animali alzare la testa in tutta la loro fierezza. Occhi di zaffiro e un paio di corna scintillanti e complete.
Poi il bagliore azzurro non fece che aumentare, non seppe neanche perché nè cosa la spinse a fare quel gesto disperato. Forse non le piaceva il fatto di essere stata liquidata in quel modo, ma sta di fatto che si slanciò in avanti.
Le sue dita fecero appena in tempo a toccare il manto dorato di uno dei cervi che quello sparì, portandosi dietro la semidea.

Il mondo di Alex si capovolse in un turbinio celeste e poi fu il nulla.

***

Magnus correva a perdifiato. I suoi passi rimbombavano per la base deserta. All'ennesima svolta il semidio si trovò davanti degli uomini privi di senso. Come tutti gli altri erano stati addormentati.
Il figlio di Freyr ringraziò mentalmente Syn e continuò a correre. Doveva raggiungere la porta d'uscita il prima possibile.
Solo allora la vide: era di grande dimensioni, in metallo e chiusa da un catenaccio. Doveva per forza essere la via giusta, come gli suggeriva il sesto senso.
Quando si avvicinò le catene che tenevano chiusa la porta si ruppero con uno schiocco sonoro e caddero a terra.
Fu allora che decise di concedersi un lungo respiro. Ce l'aveva fatta, era libero, gli bastava aprire quel grande portone e poi avrebbe abbracciato la tanto voluta e desiderata libertà.
-Fermo!-
Magnus sobbalzò e istintivamente si voltò verso il suono della voce.
Niddoghr stava avanzando verso di lui, adesso Magnus poteva vederlo per la prima volta : l'espressione famelica, gli occhi iniettati di sangue, un pizzetto bianco e i capelli legati in treccine brizzolate. Era alto e slanciato, i suoi piedi non emettevano alcun suono quando sfioravano terra e indossava un elegante completo gessato.
Il semidio fu preso dal terrore, ma presto ritornò alla realtà: doveva fuggire.
Si voltò verso la porta e con un semplice gesto l'aprì.
Fu in quell'istante che un forte dolore lo raggiunse alla spalla. Urló, ma non si diede per vinto, Magnus corse verso l'esterno dell'edificio.
Dietro di lui Niddoghr fece pochi passi e lo raggiunse.
Il ragazzo sentí une gelida presa sulla gola e con orrore si trovò sollevato da terra.
-Pensavi di sfuggirmi? L' incantesimo di una inutile dea non può certo fermarmi-
Adesso Magnus sentiva il suo alito sul collo ed assistette alla trasformazione più orribile della sua vita.
L' uomo che lo teneva stretto per il collo alzò la testa al cielo ed emise un verso stridulo e agghiacciante. Quando i suoi occhi tornarono a posarsi su quelli del semidio sofferente c'era qualcosa di diverso.
Le sue pupille si erano allungate e le iridi si erano tinte di un colore giallastro. La mutazione continuò: attorno agli occhi la pelle cadde, mettendo in mostra delle squame grigie.
La vista del semidio si offuscó ancora di più e in quel momento comprese: stava guardando due occhi da rettile.
Niddoghr gli indirizzó uno sguardo carico di odio mentre anche la bocca iniziava a mutare. I denti bianchi e perfetti dell'uomo caddero, sostituiti da file e file di zanne. Fra queste, una lingua biforcuta fece la sua comparsa.
-La mia trasformazione non è ancora completa-
Anche la sua voce era cambiata e non c'era più nulla di umano in quelle parole, bensì qualcosa di animalesco e feroce.
-Quando sarò in grado di trasformarmi completamente allora sì che il mondo tremerà ai miei piedi-
Magnus dibattè i piedi nel vuoto -Lascia...mi- intimó con il poco fiato che gli era rimasto.
-Oh, ti piacerebbe- la risata del mostro era aghiacciante tanto quanto il suo aspetto.
Magnus vide tutte le sue speranze svanire come con un puf. Non sarebbe mai riuscito a scappare, era tutto inutile, a meno che...
Se li ci fosse stata o stato ( a seconda della giornata) Alex gli avrebbe dato dello scemo senza ritegno. Una cosa che poteva fare c'era ancora, anche se sentiva il potere del padre sepolto dentro i più profondi meandri del suo essere un tentativo poteva farlo.
Aveva sprigionato quel potere solo due volte, una il primo combattimento a cui aveva preso parte nel ValHalla e la seconda sulla nave dei Morti al cospetto di Loki non molto tempo prima.
Ora o mai più si disse e chiuse gli occhi.
Pensò a tutte le persone che non voleva perdere a tutto quello per cui valeva la pena combattere. In un lampo tantissime immagini gli attraversarono la mente, vide i suoi amici, la sua famiglia, vide tutti.
-Stupido ragazzino- il ringhio sprezzante di Niddoghr fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Il potere esplose nel semidio, come un'onda l'essenza di Freyr si sprigionó dal corpo ormai quasi esamine di Magnus. Una ventata d'aria calda per lui e una falce distruttrice per gli altri.
La presa sul collo allentò e poi scomparve inghiottita in quel turbine di potere.
Magnus si trovò per terra, si guardò attorno: di Niddoghr non c'erano tracce attorno a lui si estendeva per chilometri e chilometri una foresta immensa.
Senza pensarci due volte il semidio si buttò nella fitta selva e iniziò a correre facendosi strada tra la vegetazione.
Si tagliò e si ferí gambe e braccia con foglie che sembravano affilate come lame. Non ci prestò attenzione e semplicemente continuò a correre.

NOTA

Eccomi qua! Mi rendo conto che è stato un capitolo lunghissimo e spero davvero che siate arrivati fino alla fine :)
Riguardo a questo volevo ringraziare anche chi ha seguito questa storia fino dall'inizio, grazie che siete rimasti interessati e curiosi per tutto lo svolgersi degli eventi.
Vi assicuro che i nostri due eroi si incontreranno finalmente a breve e quindi non temete ;)

Grazie ancora e buona giornata a tutti!

Fierro Chase e il Mondo Di Magnus [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora