Fierro Chase (parte 46)

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Il vento infuriava fuori dal grande edificio e sembrava che a Boston fosse arrivata l'Apocalisse. No, il Ragnarok, Magnus si corresse. Non aveva ancora condiviso le sue preoccupazioni con il resto del gruppo, ma sapeva che doveva farlo, anche perché quella tempesta non sarebbe durata all'infinito.
Niddoghr si era liberato ed era solo questione di tempo prima che lo trovasse, d'altronde avevano ancora un conto in sospeso... Ma chi si sarebbe trovato davanti questa volta? Lo slanciato signore dai capelli brizzolati o il gigantesco serpente divoratore di anime?
Il semidio guardò i suoi amici radunati in circolo attorno a quello che era solo un fuoco provvisorio: Mallory e Halfborn erano seduti spalla contro spalla e parlavano a bassa voce, Sam stava aggiungendo altra legna al fuoco e Alex si era steso a terra con le braccia dietro la testa.
Magnus guardò Jack appoggiato al suo fianco e sentì un groppo in gola. Cosa era successo al suo amico? Perché era così inanimato?
Quante domande. Troppe.
Si alzò. Doveva fare qualcosa o quell'attesa lo avrebbe mandato fuori di testa. Tanto sapeva già quello che sarebbe successo una volta finita la tempesta, sapeva già chi avrebbe rivisto.
Iniziò così ad esplorare il magazzino. Molte casse avevano la scritta "FRAGILE" sul lato e ce ne erano di svariate grandezze. Un po' di curiosità prese il semidio, ma non poteva certo mettersi a scassinare tutta quella roba.
Ripensò alla facilità con cui Alex aveva forzato la serratura e si ritrovò catapultato nel passato. Un passato dominato da giornate buie e fredde, da giornate di fame e morse allo stomaco.
E per di più la morte di sua madre non gli aveva mai dato pace, anche adesso non ne era sicuro. Aveva ucciso molti di quei lupi, ed in un certo senso si era vendicato, ma non si sentiva meglio o più leggero. No, si sentiva come sempre.
Non era vero che il dolore si poteva sopprimere così facilmente, no, prima bisognava imparare a conviverci. E Magnus ci conviveva da così tanto tempo...era stanco, stanco di quella sofferenza che si portava dietro.
Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse dei passi che lo raggiunsero da dietro.
-Stai bene?-
Il semidio si girò verso il figlio di Loki e si costrinse a fare un sorriso tirato. -Buffo, ho deciso di farmi due passi per evitare di pensare troppo, ma è successo esattamente l'opposto-
Alex si avvicinò e gli prese una mano. -A cosa pensi?-
-A tutto, e a niente-
-Di una riposta così  si possono accontentare gli altri- continuò Alex, -ma io no. Cosa succede?-
A parte il Ragnarok?
-Preoccupazioni- minimizzó il semidio. -Dove sono TJ e Luna, dove sono Hearthstone e Blitz, e Amir?-
Magnus guardò Alex a lungo e incurvò un po' le spalle in avanti. -Non...- iniziò a dire.
-Shhhh- il figlio di Loki azzerò le distanze tra loro e poggiò un dito sulle labbra dell'altro ragazzo. -Ho capito- disse con un sussurro.
Questo gli piaceva di Alex: ti chiedeva di esprimerti, voleva che tu ti sforzassi e ci provassi a buttare tutto fuori, ma se vedeva che non ci riuscivi non insisteva oltre e ti lasciava i tuoi spazi.
Magnus si immobilizzó e il cuore iniziò a battargli a mille. Poi Alex sostituì il suo dito con le sue labbra.
Fu un bacio prima esitante e poi sempre più appassionato. Il figlio di Freyr sentiva che stava per andare in auto combustione. Gli piaceva anche quello di Alex: il fuoco che gli faceva scoppiare dentro e che gli procurava vuoti sotto i piedi e ginocchia molli.
Ma poi l'altro semidio si staccò, -Avremo il nostro momento- disse con il fiato corto.
Magnus puntó il suo sguardo su quelle labbra che fino ad un istante prima erano sulle sue. -Sí, avremo tutto il tempo che vorremo-
-È una promessa?-
-È una promessa-

Passarono altre due ore prima che la voce urlante del vento iniziasse a scemare e prima che l'uragano iniziasse a placarsi. Nel frattempo Sam si era completamente ripresa dal gelo polare improvviso, e ora si stava allenando con l'ascia. Lo stesso facevano Halfborn e Mallory, impegnati però in una gara di resistenza fisica.
Spacconi, gli aveva sussurrato Alex qualche minuto prima con un sorriso ironico. Magnus aveva soffocato una risata.
Loro due invece erano rimasti seduti a parlare davanti alle fiamme.
Era una fortuna che l'impianto antincendio non si fosse azionato, forse era stato danneggiato dalla tempesta o dall'improvviso precipitare delle temperature.
Passó un'altra ora prima che il silenzio circondò completamente il magazzino.
-Sentite qualcosa?- Mallory, rimasta in canotta, si passò un panno sulla fronte sudata e indicò la porta di ferro.
-No- Sam scosse la testa, -Forse è finita-
-Sembra di sí- commentò un Halfborn grondante di sudore.
-Fatevi una doccia- Alex storse il naso, -Vi sembrava il momento di fare una stupida gara di flessioni e addominali?-
I due lo ignorarono e puntarono la loro attenzione sulla porta.
-Non resta che andare  a vedere- Magnus si sgranchí e con Jack in mano si diresse verso l'uscita.
La maniglia si piegò sotto il suo tocco come se fosse pastafrolla e, non appena si aprì uno spiraglio, si ruppe.
-Cavol...- le parole gli morirono in gola alla vista di ciò che ora li circondava.
Venne raggiunto anche dagli altri e tutti dietro di lui ammutolirono.
Il vento gelido era sparito, come gli oggetti roteanti in aria, ma adesso Boston aveva una nuova mostruosa costruzione attorno a tutta la città. E un nuovo mostruoso abitante.

(Questa immagine l'ho usata tantissime volte, ma la A

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Fierro Chase e il Mondo Di Magnus [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora