Fierro Chase (parte 60)

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-È inaccettabile!- Freyr caló il pugno sul tavolo.
Alex sentì Magnus trasalire al suo fianco.
-Non possiamo rimandare una questione di tale importanza- continuò il padre del semidio con tono più pacato.
-Concordo con te- la voce di Heimdall si sollevò sopra il brusio. -Direi che far tornare Odino è la nostra priorità-
-Sará la vostra, ma non la nostra- un nano si alzò in tutta la sua nanesca statura. Se non fosse stato per la situazione, Alex sarebbe scoppiato a ridere. Come se gli avesse letto nella mente, il nano si girò a guardarlo con occhio scrutatore.
-Stiamo discutendo se sia giusto o meno dare la precedenza al ritorno di Odino, ma nessuno ha niente da dire che a questo tavolo sia presente la progenie di Loki?-
Alex strinse i pugni, mentre il nano faceva vagare il proprio sguardo non solo su di lui, ma anche su Sam, Hvendrungr e altri giganti.
-Boromor- Freyr riprese con fermezza, -non siamo qui per discutere. Siamo in acque internazionali per stabilire il bene dei Nove Mondi interi. Se hai qualcosa da dire sulla presenza di tante razze e genie puoi anche andartene-
Il silenzio caló sulla tavola del consiglio. Nessuno fiatò.
Alla fine il nano, Boromor, sbuffò, e si risiedette. Alex gli lanciò un'occhiata di fuoco. Chi si credeva di essere?
-Odino è garante dell'equilibrio dei Nove Mondi. Mi pare ovvio che sia imperativo trovare la sua essenza e farlo tornare indietro- continuò Heimdall.
Freya si schiarì la voce: -Sebbene sia risaputo che nemmeno io o mio fratello abbiamo mai appoggiato gli Asi, concordo con quanto detto. Dobbiamo riportare Odino sul trono-
A questo punto prese parola un elfo dall'alta statura. Era pallidissimo e per tutta la durata del concilio non aveva fatto altro che lanciare occhiate sprezzanti ad Hearthstone.
-Perchè mai dovremmo mettere sul trono un dio che si è dimostrato un completo fallimento in guerra?-
Gli dei presenti iniziarono ad agitarsi, ma l'elfo non lasciò spazio a repliche.
-É ora di un cambiamento. Odino è stato al potere per troppo tempo, e la sua morte ne è la prova. Il destino ha scelto per lui-
-E di grazia- Luna intervenne con tono minaccioso -chi vorresti mettere al suo posto? Te stesso?-
-Non sarei mai così avventato da voler diventare il re dei Nove Mondi, ma se si dovesse arrivare a tanto, io e tutti gli altri elfi saremo pronti-
-Sei ridicolo- a parlare era stato Thor. Il dio dai capelli e la barba rossiccia posò con forza il proprio martello sul tavolo. -La persona reggente è ed è sempre stata un dio-
-E quindi vorresti salire tu al potere? Il figlio prediletto?-
Thor assunse un'espressione seria che Alex non gli aveva mai visto.
-No- parlò scandendo le parole -Io non mi sostituisco a mio padre. È proprio per evitare dispute e liti inutili tra di noi che dobbiamo accettarlo ancora come nostro re. Solo così l'equilibrio verrà ristabilito-
-Non hai alcun diritto di decidere per noi- sibiló l'elfo.
-Ma per favore Niclaus, taci una volta per tutte- Sif, al fianco del marito, gli lanciò un'occhiata annoiata.
-Non accetto ordini da una divinità insulsa e...-
-Basta così- tuonò Thor, difendendo la moglie. -Tollero che tu te la prenda con me, ma non con mia moglie. Ci siamo capiti?-
-Caro- Sif gli mise una mano sul braccio. -Non c'è bisogno che mi difendi, lo so fare benissimo da sola. Ed era l'ora che prendessi parola- si alzò dalla sedia e poi guardò direttamente Alex e Magnus.
-Stiamo tutti parlando di Odino, ma mi sembra giusto e opportuno parlare degli eroi che ci hanno salvato-
Alex spalancò la bocca. Si era sognato tutto? Davvero Sif, la dea più smorfiosa di tutte, stava dirottando la conversazione alla loro storia?
-È grazie a loro se siamo qui- continuò la dea, tessendo incredibilmente le loro lodi.
Alex si chiese a che gioco stesse giocando. Certo, li aveva aiutati più volte, ma c'era sempre un prezzo. Lanciò un'occhiata diffidente alla moglie di Thor.
Al suo fianco, Magnus si schiarì la voce e sotto lo sguardo di una trentina di occhi iniziò a profilarsi in un lungo racconto.
Alex conosceva già tutta la storia, ma quando il suo ragazzo parlò della prigionia nel Bosco di Ferro e poi della sua fuga, sentì una stretta al cuore. E si ricordò del suo stesso dolore, della disperazione che aveva provato e della rabbia. La rabbia di essere stato abbandonato in quella missione. Con un sospiro cercò di scacciare via questi pensieri e tornó a concentrarsi sulla conversazione.
-...e quindi chiedo che Syn venga riammessa nel pantheon- stava dicendo Magnus.
-Syn, la dea delle Porte- replicò un nano grattandosi il pizzetto.
-Sta per morire. La gente si è dimenticata di lei- spiegò il semidio biondo -Mi ha aiutato a fuggire solo perché sottoponessi alla vostra attenzione la sua figura-
-È una dea antichissima- disse Frigg, prendendo per la prima volta la parola. La moglie di Odino indossava un drappo nero e aveva un'espressione neutra e indecifrabile.
Il figlio di Loki guardò Mallory e non fu sorpreso di vederla fissare la madre. Il loro rapporto non era dei migliori, ma la ragazza aveva lasciato cadere la sua solita maschera di arroganza per guardare con interesse.
-Per secoli ho avuto il piacere della sua compagnia, ma sono ormai millenni che è scomparsa. Sarà un onore per me reintrodurla a corte- guardò il ragazzo al fianco di Alex, -grazie per avermi informato Magnus Chase. Prenderò provvedimenti-
Il semidio sentì il ragazzo biondo sospirare soddisfatto e poi su esortazione di Frigg continuò il proprio racconto.
Quando arrivò al punto in cui Hvendrungr li aveva aiutati a fuggire, si interruppe.
-Dunque tua madre non regna più- constatò Thor riferendosi direttamente al fratellastro gigantesco di Alex.
Hvendrungr annuì, un po' intimidito, ma poi si schiarì la voce. -Dopo aver aiutato Alex Fierro e Magnus Chase a scappare, sono stato arrestato e portato nelle segrete-
Alex iniziò a tormentarsi le dita. Sapeva quello che stava per raccontare, glielo avevano suggerito le nuove cicatrici rosse sul viso del gigante.
-Sono stato torturato per giorni, solo per aver aiutato due semidei a fuggire dalla grinfie di mia madre. Ma la mia azione non è passata inosservata- si girò a guardare gli altri giganti attorno a lui -ci sono molti di noi che vogliono ricominciare, che vogliono che la nostra razza si elevi dallo stato in cui è per fiorire. Vogliamo essere considerati meritevoli come tutte le razze, non inferiori o superiori-
Alex rimase impressionato. Il gigante che aveva appena concluso di parlare non era lo stesso gigante smarrito che aveva incontrato in un bosco quelli che sembravano secoli prima. Non solo non sembrava più infantile, ma sembrava un leader a tutti gli effetti. Era cambiato. C'era qualcosa di diverso in lui, nel suo modo di parlare, comportarsi e interagire. Alex non riusciva a capire come potesse essere avvenuto un tale cambiamento.
-I giganti non sono mai stati amici della nostra specie- il nano scorbitoco di prima, Bormor, guardò con odio Hvendrungr.
-E i nani non sono mai stati amici dei giganti- Blitzen parlò com fermezza.
I due nani si fronteggiarono.
-Non hai il diritto di parlare-
-No? Perché tu avresti questa prerogativa?- Blitz non si smosse di un millimetro.
-Sono stati tutti i clan a scegliermi per essere qui- Boromor parlò con sufficienza.
-Ed è proprio per questo che dovresti guardare le cose sotto un punto di vista più ampio-
-Ma chi ti credi di essere? Non sei neanche un nano puro, figlio di feccia divina-
A queste parole scoppiò il putiferio.
Un fulmine illuminò la stanza.
Un tuono squarciò il cielo.
Uno scroscio di pioggia si riversó sul faro.
Gli dei si alzarono tutti, tesi.
Passarono i secondi.
Il nano Boromor guardò tutti negli occhi, poi, con un gesto fluido si allontanò dal tavolo e uscì dalla stanza. Fuori pioveva a dirotto, ma il nano non sembrava preoccuparsene, la stessa cosa valeva per gli altri nani al suo seguito.
-Sarà una lunga giornata- mormoró Magnus al suo fianco.
Passarono altri istanti, poi tutti si risiedettero ai loro posti.
-Bene, nonostante l'ultimo avvenimento, siamo ancora qui. Si sa che i nani sono legati alle vecchie tradizioni e che hanno una mentalità più conservatrice. Ma è necessario un cambiamento come è stato detto prima- Frigg poi indicó Niclaus, l'elfo pallido -ma non sarà sul re degli dei. Ciò che dobbiamo cambiare sono i rapporti tra le varie razze e i Mondi. Siamo riusciti a sconfiggere Niddoghr perché ci siamo uniti. Questa è la nuova linea che dobbiamo tenere a mente-
Le parole della regina degli dei calarono sulla tavolata.
Alex si ritrovò a guardare Magnus. Una nuova era stava per iniziare, un periodo di rinascita. L'equilibrio doveva essere ristabilito, e in quel momento seppe che non voleva nessun altro che il figlio di Freyr al proprio fianco.
-Che succede?- gli bisbigliò il ragazzo nell'orecchio.
-Voglio ricostruire il mondo con te- gli rispose semplicemente Alex.

-Voglio ricostruire il mondo con te- gli rispose semplicemente Alex

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