Fierro Chase (parte 54)

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Alex aveva perso la cognizione del tempo. Era una furia, si muoveva come una furia e attaccava come una furia.
Una piccola parte di lei era consapevole di quello che le accadeva intorno, ma l'altra parte aveva preso il sopravvento.
-Dimostrati degna di essere mia figlia- le parole di Loki le risuonavano in testa di continuo.
All'inizio non aveva capito cosa intendesse sua madre, anzi pensava di essersi immaginata l'apparizione della dea. Ma poi quelle parole, quella semplice frase avevano iniziato a risuonarle in testa come una litania di continuo. Dimostrati degna. E ti aiuterò.
Quella minina speranza di salvezza l'aveva spinta a dare ascolto alle parole della divinità.
E ti aiuterò.
Alex si era aggrappata a quella promessa con tutte le sue forze e aveva assecondato il volere di Loki. La dea la stava sottoponendo ad una prova. Una prova malsana e malata. Un divertimento per lei.
Come poteva dimostrarsi degna di essere figlia di una dea così inumana e malvagia? La ragazza non aveva dovuto pensarci a lungo: avrebbe dovuto neutralizzare la sua parte umana. Doveva diventare la Bestia, doveva liberarsi delle passioni umane e abbracciare la natura più bestiale del suo essere come figlia di Loki. Doveva diventare il mostro.
Ogni tanto la voce melliflua di sua madre le dava consigli e la esortava. Almeno una cosa buona la stava facendo. Ma Alex sapeva bene che era solo un pretesto per affermare che ancora una volta tutto era in suo potere, che senza Loki lei non sarebbe stata in grado di sconfiggere Niddoghr. Loki sapeva di avere un vantaggio e ne stava approfittando: non sempre la avvisava e a volte rideva nelle sue orecchie quando veniva ferita. Ma Alex stringeva i denti e lasciava che la bestia guidasse i suoi movimenti.
Aveva perso la cognizione del tempo. A volte pensava a Magnus: stava bene? Si era svegliato? Ma subito la furia inghiottiva quelle domande e lei tornava in quel vortice di sottomissione e sfinimento mentale.
La Bestia guidava i suoi movimenti. Alex non osava immaginare come apparisse ad occhi esterni e sperò, in un momento di lucidità, che Magnus non la vedesse in quello stato.
Ma proprio in quella breve  presa di coscienza sentì la voce indistinguibile del semidio. Si costrinse ad abbassare lo sguardo e lo vide: in fondo, ricoperto da un'armatura sporca di sangue e con Jack in mano. Da quanto tempo era lì?!
-Concentrati- la voce di Loki le sibiló nell'orecchio.
Alex era stanca di essere manipolata: era stata manipolata da Niddoghr e adesso da sua madre. La dea e il mostro non erano tanto diversi in fondo. Ma non aveva scelta.
E ti aiuterò.
Guardò Luna in groppa a Niddoghr: era una guerriera formidabile, ma si vedeva che era stanca, non avrebbe resistito ancora a lungo.
Non mi sono ancora dimostrata degna?! Urlò muta.
-Non ancora- fu la risposta che si sentì sussurrare la ragazza, come se Loki fosse lì in persona.
Un ruggito si levò dalle fauci del drago. Basta, Alex non ce la faceva più. Ogni istante che passava, la Bestia diventava sempre più potente e Alex si indeboliva.
-Non ancora figlia mia- ripeté Loki nella sua testa, con lo stesso tono che userebbe una madre per rabbonire il figlio che non vede l'ora di scartare i regali sotto l'albero.

***

Magnus ogni tanto lanciava un'occhiata verso l'alto: Alex continuava a volteggiare attorno alle fauci di Niddoghr, ma ogni istante che passava il suo battito d'ali si faceva meno preciso e più instabile.
-Non resisterà a lungo!- urlò sopra il clamore della battaglia.
-L'unico modo per arrivare là su è arrampicarsi- disse Mallory infilzando le sue lame gemelle nella pelle liscia del mostro.
-Non ce la faremo mai- frustato tornò a guardare la massa di squame che si stagliava davanti a loro.
Il battaglione del ValHalla non si smuoveva dai piedi di Niddoghr. Chi tentava di arrampicarsi si arrendeva presto e spesso gli Dei dovevano intervenire per prendere al volo un povero enhjiari catapultato in aria.
Non era necessario essere un generale per capire che la battaglia non stava volgendo a loro favore. Magnus lo sapeva e anche Mallory. Ma nonostante questo continuavano entrambi a guidare gli altri semidei.
-Señor!- Jack vibrò nelle mani del figlio di Freyr e puntò la punta verso l'alto. Magnus seguí la direzione e vide Alex planare e dirigersi verso uno degli edifici circostanti. A questo gesto seguì un ruggito da parte di Niddoghr e il semidio sentì tutti i peli rizzarglisi sulle braccia.
-Vai!-
Magnus si voltò a guardare Mallory.
-Cosa fai lì ancora impalato?!- continuò lei urlando -Vai ad aiutarla!-
-Sei sicura?- il semidio si spostò un ciuffo dalla fronte.
-Sí e adesso vai. Alex al momento è una delle nostre migliori possibilità di sconfiggere questo bastardo squamato. Quindi vai!-
Magnus la guardò un'ultima volta e poi scattò verso il drago.
In pochi istanti si ritrovò fuori dalla calca. Correndo si avvicinò ad Alex, che adesso si era posata a terra e si stava leccando le ferite.
Solo avvicinandosi Magnus si rese conto di quanto fosse ferita: morsi, tagli e abrasioni la ricoprivano per intero.
-Alex!- urlò avvicinandosi.
La ragazza alzò gli occhi. Poi accadde tutto all'improvviso.
Ci fu uno spostamento d'aria.
Il calore di un fiato.
Lo schiocco di due mandibole
E un terrificante ringhio.
Magnus si ritrovò sollevato da terra con Jack in mano appena in tempo per scampare ad un morso letale. La spada schizzò in alto, portandosi dietro il semidio e allontandolo il più possibile dal drago.
Dietro di loro Alex li guardava con un'espressione che fece venire i brividi al ragazzo: i suoi occhi bicolori avevano perso la loro caratteristica patina. Adesso il ragazzo stava guardando negli occhi un predatore. E non ci voleva molto a capire chi fosse la preda.
-Ma cosa le prende?- strilló Jack posandolo a terra a venti metri di distanza.
In quell'esatto momento il drago, Alex, caricó. Prese la rincorsa e si gettò su di loro.
Un istante prima che la ragazza lo azzannasse, Magnus trovò la forza necessaria per abbassarsi e rotolare fra le zampe del drago. Si rialzò subito con la spada in mano, ma non aveva intenzione di utilizzarla. Invece abbassò la voce e parló piano.
-Alex-
Il drago si voltò di scatto verso la sua voce. Predatore guardò preda. E preda guardò predatore.
-Ti prego Alex, sono io-
Magnus alzò un palmo luminoso richiamando a sé il suo potere. Il tempo parve fermarsi e venne invaso da una pace ultratterena, divina.
Il drago lo guardava senza muoversi: gli occhi scuri e attenti.

SPAZIO AUTRICE

Eccomi qui cari lettori!
Come state?

È passato un po' dall'ultima volta che ho aggiornato, ma vi prometto che adesso riprenderò i ritmi (il mio obiettivo sarebbe quello di pubblicare 2 capitoli a settimana).

Spero stiate bene, un bacio!

Vale

Fierro Chase e il Mondo Di Magnus [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora