CAPITOLO 26

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26

Andai a casa di Chiara, avevo un brutto presentimento e mi aprì suo fratello Matteo
-Filippo! Entra- mi disse
-c'è chiara? - dissi senza troppi giochi di parole
-io credo che sia meglio che tu non ci vada- disse mettendomi una mano sulla spalla
-dov'è? - dissi preoccupato
-nella sua stanza, vai se vuoi- mi disse
Andai in camera di chiara e quello che vidi non avrei mai voluto vederlo
Il ragazzo con cui l'avevo trovata la stava palpando ovunque, aveva una mano sul suo seno e una sul suo sedere, la teneva forte per non farla allontanare e nel frattempo la baciava per non farla parlare, Chiara cercava di allontanarlo con le lacrime agli occhi, gli dava pugni e lo spingeva ma non ci riusciva, lui era troppo grande rispetto a lei
-che cazzo fai coglione?! - dissi allontanandolo con un pugno in faccia e facendolo cadere mettendo chiara dietro la mia schiena
-coglione- disse lui dando un pugno a me
A quel punto mi innervosì e gli feci diventare con un occhio nero una guancia viola e la testa sanguinante
Lui si alzo da terra e se ne andò
-Che è successo? - disse il padre di Chiara vedendo quel ragazzo pieno di sangue scappare
-che avete fatto? - disse il fratello di chiara
-h-ha c-erca-cercato d-di vi-vio-violentarmi- disse chiara -ci lasc-lasciate sol-soli? - continuò lei
-chiara non fa niente- dissi io
-voglio-voglio sta-stare sola co-con t-te- disse lei
-va bene-dissero suo padre e suo fratello per poi uscire
Appena chiusero la porta Chiara corse verso di me e mi abbracciò fortissimo scoppiando a piangere sul mio petto
-shh piccola shh ci sono io adesso- dissi abbracciandola forte
Lei non smetteva di piangere, i suoi singhiozzi erano sempre più forti e tremava, tremava tantissimo
La abbracciai più forte non poteva stare neanche in piedi
-vieni piccola- dissi facendola sedere sul letto dato che non riusciva a tenersi in equilibrio
Lei si mise a cavalcioni su di me e mise le faccia sul mio petto piangendo più forte
-basta amore mio- dissi abbracciandola più forte e accarezzandogli i capelli
Lei si asciugò le lacrime
-non è come credi Filippo lui è venuto qui e mi ha portato qui dicendo che doveva dirmi una cosa a quel punto mi ha baciata e gli ho tirato uno schiaffo lui allora mi ha preso i polsi e mi ha spinta- e mi fece vedere i lividi sui polsi- a quel punto ha iniziato a toccarmi ovunque e io cercavo di spingerlo ma non ci riuscivo- disse tutta d'un fiato ricominciando a piangere - Filippo fidati di me scusami io non volevo farlo con lui te lo giuro Filippo- continuò disperata piangendo più forte
-shh amore io ti credo stai tranquilla - gli dissi abbracciandola
-mi vuoi bene ancora? - disse lei
-io ti amo più della mia stessa vita- dissi guardandola negli occhi
-torna con me io ho bisogno di te- disse lei piangendo
-ti amo- dissi io
Lei staccò la testa dal mio petto, mise le sue mani nelle mie guance e mi baciò
Un bacio vero, uno di cui avevamo bisogno
-ti amo- disse lei asciugandosi le lacrime
-che ti ha fatto fatto? - continuò lei riferendosi al pugno che mi diede quel cretino
-no niente- dissi
Lei andò di sotto e salì con dell'alcool e delle cose rotonde di cotone per poi mettersi accanto a me, bagnando il cotone con un po' di quel liquido guardando il mio labbro spaccato
-no no no no l'alcool brucia- dissi io allontanandomi e andando verso la porta
- vieni qui cretino- disse lei ridendo
- no brucia quel coso- dissi io
-ma hai 10 anni? - disse lei ridendo
-no però a 10 anni ho scoperto che brucia tantissimo- dissi
-dai vieni- disse lei sorridendo
Mi avvicinai e lei poggiò quel coso sul mio labbro
-cazzo cazzo cazzo brucia tantissimo levalo ti prego- dissi
-stai fermo- disse lei ridendo
Dopo pochi minuti tra togli quel coso e stai fermo lo levò
-ti odio- dissi toccandomi il labbro
- dai vieni qui- disse lei abbracciandomi -grazie- continuò lei abbassando lo sguardo
-ci sarò per sempre, anche quando non dovrei esserci- le dissi
Scendemmo mano nella mano
-ci racconti cosa è successo? - disse suo padre
Gli raccontò tutto
-gli spacco la faccia- disse suo fratello ma suo padre lo bloccò
-ha già fatto tutto Filippo non serve- disse lui
-possiamo uscire?- disse Chiara
-va bene stai attenta, Filippo mi fido di te- disse sua madre
-va bene- dissi per poi uscire tirato da Chiara
Andammo nel nostro posto
-ma hai finito la canzone? - disse lei
-si ma non voglio fartela sentire- dissi
-quando sara tutto come prima? - mi disse lei
-tra poco fidati-gli dissi
Infatti tra 5 giorni era il suo 18esimo compleanno e gli avrei fatto sentire la canzone e saremmo tornati insieme
...

~solo se cadiamo insieme viene facile rialzarsi~🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora