CAPITOLO 66

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S'POV CHIARA
Passarono 5 mesi
Erano le 4.35 di notte
Sentii un colpo fortissimo alla pancia così mi alzai senza svegliare Filippo e andai nel bagno al piano di sotto
Mi guardai e avevo una macchia di sangue su tutti i pantaloncini
Mi cadde il mondo addosso e iniziai a piangere
Mi feci una doccia veloce mettendomi dei pantaloncini da calcio neri e il semplice top Calvin Klein
Poggiai la mia schiena al muro abbassandomi fino a sedermi per terra, mi strinsi le gambe con le braccia e Cominciai a piangere
I singhiozzi erano sempre più forti
-amore mio- disse Filippo mettendosi di fronte a me e abbracciandomi
Io singhiozzai nel suo petto
-che hai- mi disse stringendomi
-ho perso nostra figlia- dissi piangendo
-cosa?-disse lui
-io non ho fatto niente-dissi piangendo
-shh non piangere- mi disse
-è colpa mia- gli dissi
-non è colpa tua-mi disse facendomi alzare
-si invece- gli dissi mettendo le mani sui suoi fianchi
Singhiozzai più forte
-basta amore- mi disse
-vaffanculo- gli dissi
-perché- mi disse lui
-perché non lo so- dissi piangendo
-vieni qui- mi disse
-non ce la faccio- dissi singhiozzando
-va tutto bene Calmati- mi disse stringendomi
-no non è vero no- dissi piangendo
-shhh- mi disse
-ho ucciso mia figlia- dissi
-non è stata colpa tua- mi rispose
-si invece- dissi
Passò un'ora
Ero nel divano seduta di fronte Filippo
-non ci credo- dissi trattenendo le lacrime
-non è stata colpa tua- mi disse lui facendo intrecciare le nostre mani
-si invece, è morta nostra figlia lo capisci- gli dissi
-lo so- disse lui
-ed è colpa mia- dissi con gli occhi rossi
-vieni qui-mi disse
Mi sdraiai sopra di lui, misi la testa sul suo petto e poi mi addormentai
-mamma- sentii dire
-mmmm- dissi
-mamma svegliati è tardi-
-ricky- dissi
-mamma sono le 7.45 non mi accompagni a scuola?- disse
-si amore arrivo- dissi alzandomi velocemente
-dai andiamo-dissi una volta che scesi al piano di sotto
Tornai a casa
-Filo- dissi
-amore- disse lui scendendo le scale
-dov'eri?- gli dissi
-sopra- disse lui
-scusa se non ti ho fatto dormire- dissi
-non ti preoccupare- mi risorse abbracciandomi
-io non ci credo- gli dissi -ho ammazzato nostra figlia- continuai piangendo
-non è vero- mi disse stringendomi
-perché sei indifferente? Non sei triste- gli domandai
-non sono indifferente amore solo che ho sempre pensato che sia un mio compito quello di farti calmare e provare a renderti felice nonostante tutto- mi rispose
-ma lo fai già, ogni giorno della mia vita ma questo non significa che devi tenerti tutto dentro- gli dissi
Lui mi sorrise e mi diede un bacio tra i capelli
-ti amo-dissi
-anche io- mi rispose
-mi ero abituata all'idea di essere in quattro- dissi
-beh per quello si può sempre rimediare- mi disse prendendomi in braccio
Io risi e misi le gambe attorno ai suoi fianchi con le braccia dietro al suo collo e le mani nei suoi capelli
Lo baciai e mi portò nella nostra stanza senza smettere di baciarmi
Il resto venne da se
Si Fecero le 13.00
Riccardo era appena tornato a casa, con lo sguardo basso, il cappuccio della felpa alzato e senza parlare
-ciao Ricky- dissi
Lui non mi ascoltò e corse in camera sua
-ma che ha?- dissi guardando Filippo
-non lo so- disse lui guardandomi
-vai a parlarci, a me non direbbe niente- dissi
-va bene- disse lui salendo le scale
S'POV FILIPPO
Andai nella stanza di Riccardo e bussai alla porta che era stranamente chiusa
Sentii dei singhiozzi
-piccolo- dissi entrando e richiudendo la porta
-non voglio parlare con nessuno vattene- mi disse guardando in basso, mentre stava seduto per terra con la schiena appoggiata al letto e continuando a piangere
-che hai?- gli dissi avvicinandomi e piegando di fronte a lui
-niente ciao- mi disse
Lo abbracciai
-non ho bisogno del tuo aiuto ce la faccio da solo- mi disse mettendo le mani sulle mie spalle e allontanandomi un po'
-fidati per esperienza parlarne è meglio e io ti ascolto fino a domani mattina se ne hai bisogno- gli dissi
Lui mi guardò, vidi un livido sul collo e un labbro leggermente spaccato, e poi abbassò lo sguardo scoppiando a piangere più forte
-vieni qua piccolo- gli dissi
Lui si mise tra le mie gambe e pianse sul mio petto
-shh sono qua adesso amore- gli dissi stringendolo di più
Dopo 15 minuti si allontanò un po' e sospirò con lo sguardo basso
-che è successo- gli dissi
-io sono una femminuccia perché sto qua a piangere come un ritardato-mi disse
-che ti hanno fatto- gli dissi
-a scuola, da quando sono alle medie intendo, ci sono sempre dei ragazzi che mi alzano le mani e mi insultano, senza motivo, io non gli ho mai fatto niente te lo giuro, e sono il coglione della situazione in ogni momento, quando c'è troppo silenzio qualcuno mi insulta per romperlo, se c'è troppa calma mi alzano le mani, se c'è qualche ragazza che mi guarda mi fanno sempre fare figure di merda o se guardo qualcuna io mi sfottono perché mi dicono che devo guardare i ragazzi perché sono frocio, e io non ce la faccio più, ogni giorno è così e la cosa che mi da fastidio è che io non ho mai il coraggio di rispondere perché se lo faccio finisce sempre così- mi disse piangendo e fermandosi ogni tanto per colpa di qualche singhiozzo
Non ci feci troppo caso alle parolacce che disse perché in questo momento sapevo come si sentiva e non volevo mettergli più schifo addosso sapendo quello che aveva già
-perché non hai mai detto niente- gli domandai
-perché se lo avessi detto a mamma lei avrebbe chiamato i genitori di questi e avrei fatto la doppia figura dello sfigato, e con te perché io ti ho sempre visto forte, non sei mai triste o se comunque lo sei non lo fai vedere mai e ho sempre cercato di essere come te,penso che i maschi che piangono sono come delle femminucce, ho sempre pensato di deluderti facendomi vedere così da te e io non voglio farlo-
-non pensare queste cose Ricky, non esistono ragazzi che non piangono te lo giuro, e anche se tu non mi hai mai visto non hai idea di quante volta la mamma mi abbia fatto smettere di piangere per cose che mi sono successe, non hai idea della volte che ho pianto io con zio lori, con chiara, con zia Jolanda e aurora, quindi, sappi che anche se tu non ci credi qualsiasi ragazzo piange, e l'unica cosa che ti dico io è che so come ti senti quindi non tenerti tutto dentro perché stai solo peggio, parlane con chi credi che possa capirti- dissi io ma lui mi bloccò
-papà io non ho amici, nessun vuole parlare con me, tutti mi dicono che sono raccomandato solo perché sono tuo figlio e nessuno mi vuole parlare- mi disse continuando a piangere
-allora sappi che il problema non sei tu, sono loro- gli dissi
-non penso, non è normale che io non abbia amici- mi rispose
-il primo amico che ho avuto è stato lori in secondo superiore, fidati non sei tu il problema- gli dissi
-papà io non ce la faccio cosi, perché tutti mi odiano? Perché faccio così schifo? Perché non posso essere come gli altri? Perché non posso avere degli amici come tutti?perché la vita fa schifo?- mi disse ricominciando a piangere
-non lo so piccolo, non lo so, so solamente che se hai questa vita è perché sei abbastanza forte per viverla- gli risposi
-no, pa, non è vero, mi fa schifo, voglio morire te lo giuro- mi disse singhiozzando
Lo abbracciai nel tentativo di farlo calmare, ma non ci riuscì, non smetteva di piangere ormai da un'ora
-andrà tutto bene- gli dissi stringendolo
-non è vero- mi disse - non andrà mai tutto bene- continuò piangendo
-basta piccolo- gli dissi
Lui si alzò e si sdraio nel letto continuando a piangere, mi misi accanto a lui
Poggiò la testa sul mio braccio, nascondendo la faccia sul mio petto per non farsi vedere
Io lo abbracciai con l'altro braccio
-non dire niente a nessuno, ti prego- mi disse piangendo sul mio petto
-te lo prometto- gli dissi
Gli diedi una bacio tra i capelli e dopo mezz'ora si addormentò tra le lacrime
Mi alzai facendo attenzione a non svegliarlo e andai da Chiara
...

~solo se cadiamo insieme viene facile rialzarsi~🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora