Capitolo 36

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Pov's Ambar
Presi il pacchetto, e quando alzai gli occhi, Simon non c'era più...

<FINALMENTE!! Uno in meno> disse il ragazzo accanto a me, mettendo la sua mano sul mio fianco, accarezzandolo.

<Quando la smetterai? >dissi io sospirando.
Non è possibile. Perché nessuno capisce che Benincio non era, non è, e non saprà mai nessuno per me...?
<Di fare cosa? Parlare con il Musicista? >
<Quello non era parlare. Quello era stuzzicare. > dissi io alzando un sopracciglio

<pensala come ti pare, in ogni caso adesso abbiamo più tempo per noi> rispose lui con voce roca
<Vai a farti fottere>dico e corro via da lui e dalla villa.

Ma dove posso andare...? Ah, giusto.

Era passato tanto tempo... E sinceramente, la mancanza della ragazza bassa, goffa e dai denti storti sta iniziando a farsi sentire.

Con le mani tengo l'estremità della gonna lunga, per evitare di sporcarla.

Quando arrivai, vidi un'altra persona.

Simon.

Era lì, seduto sul freddo pezzo di marmo bianco, ricoperto da un leggero strato di neve, e sembrava sereno.

Pov's Narratrice
Il moro sentiva la mancanza della sua migliore amica, e così, nel giorno di Natale, era andato a trovarla.

Spesso andava là. Per raccontarle della sua giornata, delle ingiustizie della vita, e del buco che aveva nel petto.

Aveva perso Ambar e Luna. Le due ragazze più importanti della sua vita.

Sentiva uno sguardo puntato su di lui, e infatti, una certa biondina stava ben nascosta dietro a un grande albero di ciliegio, cercando di ascoltare il discorso di Simon.

Il ragazzo su mise à pensare alla bella vita che aveva...

Il lavoro al Roller... Le uscite con gli amici, le litigate con Balsamo, che è finito chissà dove... La band...

Quella si che era vita
pensò lui

È invece adesso.

Era disoccupato, non aveva più la sua migliore amica, non aveva più nessuno con cui litigare, non aveva più la band, non aveva più niente.

Senza rendersi conto, stava piangendo e accanto a lui c'era qualcuno...

Pov's Simon
Mi girai e vidi Ambar.
Appoggiò la sua mano delicata sulla mia spalla, sorridendomi.

Mi levai subito da quella posizione, come scottato.
<Perché non torni dal tuo caro Benincio eh? Se ti trova con un musicista sarebbe la fine no? >dissi.
La mia voce era diventata così... Cattiva.

Vidi i vidi i suoi occhi bagnarsi, e con il suo vecchio tono, mi disse

<Va bene, se è questo che desideri. Almeno lui qualcosa comprende. Tu invece no, non capisci proprio nulla, come il resto della gente... > si fermò per prendere fiato <... Addio, musicista>

Pov's Ambar
Tornai a casa Con le lacrime agli occhi.
Mi rinchiusi in camera mia e mi butta sul letto, lanciando il regalo per terra.

Dopo una buona mezz'oretta, mi alzai, andai al bagno, mi sistemai e aprii il pacchetto.

Conteneva un bellissimo diario bianco, con sopra incisa il mio nome.

Aveva un lucchetto che chiudeva e che non permetteva a nessun di vedere quello che io avrei scritto...

Un regalo banale, ma semplice. E nella sua semplicità, è assolutamente favoloso.

Così, iniziai a scrivere...

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