Capitolo 51

163 7 4
                                    

pov's Simon
cacciai un urlo sonoro quando vidi il corpo di Ambar cadere per terra, proprio davanti a me.

il suo bellissimo vestito rosa confetto era sporco di sangue, specificatamente sull'addome, dove c'era un foro creato dalla pallottola

<MI SPIEGHI CHE CAZZO HAI FATTO>
<suvvia amore, non sarà una grande perdita> si avvicinò a me per baciarmi, ma la respinsi facendola cadere

<NON MI TOCCARE LURIDA PUTTANA>gridai indicandola, per poi andare verso la bionda

misi la sua testa sulle mie gambe, e appoggiai due dita sul suo collo, per verificare il battito

c'era, anche se debole

<CHIAMATE UN AMBULANZA CAZZO>

qualche decina di minuti dopo
i servizi fanno veramente schifo, e quando persi quasi totalmente la speranza, lasciai scendere qualche lacrima non essendo più in grado di gestire i miei sentimenti e la mia vulnerabilità

ma fortunatamente arrivarono delle signore con un lettino, e ringraziai Gesù per il suo soccorso

trasportarono Ambar, priva di sensi, nell'ambulanza e partirono.

qualche ora dopo
stavo ormai seduto sulla panchina nell'area d'attesa da ormai più di 2 ore. Da quanto ho capito, hanno avuto delle complicazioni, che spero mi spiegheranno.

vidi uscire la stessa infermiera di prima che veniva verso di me. Mi alzai sistemando le pieghe del pantalone nero

una donna bionda dagli occhi marroni sui 30 anni si posizionò davanti a me, per poi togliersi la cuffia in testa e la mascherina da sala operatoria

<Sei un parente di Ambar Smith?>

merda

<Ehm... si> le sorrisi cercando di convincere più me stesso che lei
<Non ti credo ma farò finta di crederci. La signorina Smith sta bene, abbiamo tolto il proiettile anche se il foro che aveva causato era molto profondo. Qualche settimana di recupero basteranno> disse lei sfogliando le pagine di un quaderno, dove presumo ci siano i dati di Ambar

<Grazie mille>
<Di nulla... ah giusto, anche la piccola creatura nel suo grembo sta bene. Non so come ha fatto, ma fortunatamente il proiettile non ha colpito gravemente la placenta. I chirurghi sono riusciti a ricucirla in tempo> sorrise

bambino? Quale bambino?

<piccola creatura?> chiesi con tono interrogativo
<Si, non lo sapeva? La signorina Smith è incinta!> esclamò con felicità la ragazza
<in realtà no>

quando voleva dirmelo? Si è già data da fare mentre io soffrivo come un cane bastonato

<Ah... Pensavo fossi il fidanzato> rispose lei con todo dispiaciuto, guardando per terra con imbarazzo
<No... Per adesso siamo solo... Amici>

per adesso

tutto questo non ha senso.
Ambar incinta che viene a interrompere il mio matrimonio combinato... Poi incinta di chi?

<Va bene... io devo andare a fare il mio lavoro. La camera è la 644...>

me ne stavo andando ma lei mi fermò, tirando il mio braccio
<...Ah e un ultima cosa, ti conviene fingere di essere il fratello... o il cucino... o il marito... perché sennò non ti faranno entrare. E cerca di essere convincente>

le sorrisi cordialmente <grazie>

detto questo se ne andò.

decisi di andare verso la stanza di Ambar, per controllare le sue condizioni.

<Ehm... salve, sono il marito di Ambar Smith>
<un secondo che controllo> disse la ragazza della reception, scrivendo con la tastiera del computer

<camera 644, piano 5 ala est. Reparto rianimazione intensiva>

l'ospedale è davvero enorme, mi persi almeno 3 volte, andando verso altri reparti. Entrai molte volte in posti sbagliati, facendo pure la figura del cretino, per di più non mi sono neanche cambiato. È stato quasi un incubo cercare la sua stanza.

quando la trovai mi affacciai sul vetrino e vidi Delfi dormire sulla sedia accanto a lei

entrai cercando di non fare troppo rumore, ma la mora si svegliò comunque

<Alla buon ora>disse lanciandomi sguardi carichi di rabbia
<stavo nella sala d'attesa>
<non me ne frega niente>

presi un respiro profondo e decisi di trovare le soluzioni alle domande che cercavo

<Posso farti una domanda?>chiesi abbassando la voce
<l'hai già fatta>

alzai gli occhi. Quando è antipatica.

<Posso farti due domande?>
<le hai gia fatte>
<ma quando?> chiesi interrogativo
<ora.>

non ci posso credere.

<Ambar è incinta vero?>

vidi i suoi occhi neri spalancarsi per poi guardarmi dritto in faccia

<Te l'avrà già detto la dottoressa no?>
<Di chi?>
<che cosa?> rispose lei, incurvando le sopracciglia, non capendo la mia domanda
<Chi è il padre?> chiesi io abbassando lo sguardo, per la delusione e anche un po' di rabbia.

<Sai, qualche settimana fa Ambar ci ha proprio dato proprio dentro con Matteo. Hanno passato così tante notti a coccolarsi a vicenda. Dovevi vederli, o meglio sentirli> disse lei con un ghigno malizioso

quindi è lui il padre. Immaginavo

<ah> dissi solo

<però ti conviene parlare con lei> rispose dopo qualche secondo di silenzio sopprimente
<e di cosa dovrei parlare> incontrai il suo sguardo severo
<tu parlaci e basta. Possibilmente senza quel tuo comportamento da bambino di 3 anni, grazie>

Cómo Me Ves? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora