Capitolo 41

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Pov's Narratore
5 mesi dopo.

era cambiato tutto.

nel corso del tempo, Ambar riuscì a trattenere e nascondere i suoi sentimenti verso Simon, il che la rese molto fiera di se stessa. Fiera perché era riuscita a voltare pagina... fiera perché è riuscita ad attraversare questo lungo periodo buio...

Simon invece, è rimasto sempre sul punto di partenza, detto anche punto di arrivo.
Aveva cercato di parlarle, ma fu tutto inutile.

troppo tardi

pov's Ambar
<Simon muoviti, siamo rimasti fin troppo qui> urlai dal salotto, mentre sistemavo le ultime cose.

ho fatto trasportare la bara di mia zia vicino a casa mia, le ho fatto costruire una specie di "casetta" dove potrà ricominciare la sua vita, in meglio.

appena mi svegliai dai miei pensieri, non vidi più nessuna valigia davanti a me.

<Le valigie sono tutte nel taxi, sei pronta per partire?>
<Sono nata pronta.> risposi con il mio solito tono.

Simon alzò gli occhi al cielo, ma io feci finta di non vederlo.

a casa(Villa Benson)
casa dolce casa.
finalmente qualcosa di famigliare dopo tutto questo tempo.
inspirai lentamente l'aria intorno a me e urlai a polmoni pieni il nome della persona che rimase in villa dopo la mia assenza.

<AMANDAA>
<Signorina!! Ma che modi!! Perché questa visita inaspettata?! Dove è stata?! Ma soprattutto, dove è finita sua zia?! è per caso morta?! non risponde neanche alle chiamate...>

quindi... io sono "scomparsa" per più di 5 mesi e lei non era al corrente di tutto?
a volte mi chiedo davvero se questa donna abbia il cervello o meno

<prima di tutto, questa è casa mia quindi mi rivolgo a te come cavolo mi pare. Seconda cosa, gli affari miei e di mia zia non dovrebbero interessarti>dissi con un tono abbastanza antipatico, infatti ricevetti una gomitata da Simon, che per tutto il tempo è stato zitto

gli lanciai un'occhiata infuocata

dopo di che, Amanda se ne andò (chiedendo il permesso, obv) e io decisi di andare in camera mia

Simon mi stava dietro e mi segui fino alla stanza

<Ah giusto, tu puoi dormire nella camera degli ospiti, terza porta a sinistra.> dissi senza dargli troppa attenzione

stavo per chiudere la porta quando un qualcosa di solito interruppe la chiusura.

il piede di Simon.

<Che vuoi ancora> dissi scocciata. Avevo solo voglia di dormire, e di svegliarmi da tutto questo. E sicuramente una discussione con lui non era nei miei programmi.

Lui non disse niente, aprì la porta e attaccò le sue labbra alle mie.

una scossa pervase la mia spina dorsale

mi spinse verso il letto, mentre il bacio si faceva più passionale.

la sua lingua assaporava la mia, lentamente.
Tutto era così perfetto.

e adesso si fermerà perché non vuole avere una relazione seria con me
pensai

e invece...









































...no

iniziò a togliersi la maglia bianca, mostrando il suo fisico, non troppo esagerato.

continuò a baciarmi mentre sentivo le sue mani dappertutto.

piano piano, mi tolse la maglietta e anche i jeans, rimanendo solo con un reggiseno nero e una mutanda di cotone

sorrise sulle mie labbra quando decisi di sfilargli i pantaloni neri.

gli scappò un gemito quando per sbaglio toccai il suo membro attraverso i suoi boxer

mi fece sdraiare sul letto, sotto di lui,  le sue mani dietro la mia schiena con l'intenzione di togliermi il reggiseno.

l'aria iniziò a farsi pesante quando ci trovammo completamente nudi.

iniziò a lasciarmi umidi baci sul collo, scendendo poi alla valle del seno e alla pancia piatta.

sobbalzai quando mi morse l'interno coscia.
non avevo mai visto un Simon così... "avventato"(?)

dopo vari minuti di sguardi intensi, entrò in me.

la stanza si riempio di gemiti, sia da parte mia che da parte sua.

quando il bruciore diminuii, le sue spinte furono più forti e decise.

sentii piano piano il piacere esplodere dentro di me, finché non urlammo quasi insieme.

appoggiai la testa sul suo petto

quando ricapiterà un altro momento così?


PERDONATEMI
GIURO CHE AGGIORNERÒ PIÙ SPESSO

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