Capitolo 45

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pov's Narratrice
la ragazza dai capelli scuri decise di nascondere la lettera dietro la schiena per poi entrare e improvvisare qualcosa sul momento, ma quando entrò, la sua amica era già addormentata, con una mano sul grembo e il viso rilassato.

Delfi sospirò rumorosamente e lasciò la lettera sul letto. "Appena si sveglierà avrà la sua sorpresa" pensò, anche perché lei non aveva proprio il coraggio di darle la notizia.

Decise di dormire nella stanza degli ospiti e organizzare la giornata di domani, per prepararsi mentalmente alle urla della bionda.

pov's Ambar
mi svegliai stordita e con un bel mal di schiena; avevo una nausea assurda e la testa girava come se fosse una trottola.

alzai lo sguardo e uscii dalle coperte, cercando di ricordare e capire cosa fosse successo ieri, finché una lettera colpì la mia attenzione

mi avvicinai e la presi fra le mani per poi aprirla e leggerla

chissà perché, non rimasi stupìta del fatto che il mittente fosse proprio lui

pov's Delfi
sentii il rumore fastidioso della sveglia del telefono, così decisi di alzarmi
erano le 8:30.

Andai in bagno a prepararmi e proprio quando mi rinfrescai la faccia con l'acqua gelida, aprii di scatto la porta e mi precipitai al piano inferiore

non trovai nessuno

dove cavolo si è cacciata Ambar?!

la cercai in tutte le stanze della casa, ma non trovai nessuno

il panico si impossessò del mio corpo in una frazione di secondo.

dove diavolo è finita quella donna maledettamente imprudente e per di più anche incinta?!

esasperata uscii in giardino e fortunatamente era la, su una panchina poco distante della porta d'ingresso, con quella dannata lettera fra le mani

appena vi vide fece un debole sorriso, per poi invitarmi ad andare e sedermi vicino a lei

<Buongiorno> disse lei
<buongiorno, come stai?> chiesi

il suo sguardo cadde sulla busta che aveva tra le mani, e le lacrime iniziarono a solcare sul suo viso pallido, ma lei continuò a fare quel piccolo sorriso per sdrammatizzare la tensione che si era creata in pochi secondi

<ho avuto momenti migliori> disse solo, per poi asciugarsi le lacrime con la felpa bianca che indossava

<mi dispiace tanto, ma sappi che puoi sempre contare su di me. Anche se ancora non capisco perché tu non gliel'abbia ancora detto>
Ambar alzò gli occhi al cielo per poi riposarsi su di me

<tanto è troppo tardi>
<non è mai troppo tardi>
<non voglio che mia figlia o mio figlio abbia due madri, un padre e una situazione così complicata...>

feci una faccia leggermente schifata.

<mi fa quasi paura questo tuo lato così...>
<così...?>
<così...materno>

Ambar alzò gli occhi al cielo

<non esagerare. L'ultima cosa che voglio adesso è rovinare la vita di qualcun'altro> rispose torturandosi le mani, abbassando lo sguardo per sfuggire al mio

<ripeto, io davvero non capisco perché ti stai autodistruggendo da sola, perché non capisci che non puoi affrontare una cosa più grande di te? Per di più non chiedi neanche aiuto... anche se sai che per te io ci sarò sempre>
<non ho mai chiesto aiuto a nessuno...>
<lo so>
<...e non credo proprio di voler iniziare adesso>

mi aveva lasciata senza parole

testarda la ragazza eh?

ci fu un momento di silenzio tombale.
Era quasi soffocante, nessuna delle due sapeva come spezzarlo, finché lei non aprì bocca

<Che cosa dovrei fare adesso...>

era più una domanda per se stessa che per me.

<vai da lui>
<dovrei?> chiese insicura

mi fece una tenerezza assurda. Non è mica da tutti i giorni vedere una Ambar Smith insicura delle proprie parole

<si>
<come?>
<indovina chi ha 2 biglietti per il messico>

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