Capitolo 53

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pov's Ambar
chiusi gli occhi e giocai nervosamente con le mani.

Certo, non mi aspetto nessun tipo di frasi piene di felicità o gioia, ma il silenzio che si era creato mi stava mettendo ansia.

provai ad aprire un occhio per sbirciare, per studiare la sua espressione, e all'improvviso tutto mi è apparso così chiaro.

a lui non interessa. Nè di me, nè del bambino.

calde lacrime iniziarono a scendere sulle mie guance pallide.

<i-io... mi dispiace Ambar, ma... n-non credo di essere pronto...>
<lo capisco>
<davvero?> azzardò ad alzare lo sguardo per puntarlo direttamente su di me
<no, ma farò finta di capirti> mi asciugai le lacrime

quest'uomo non le merita. Non merita di avere il mio dolore e la mia sofferenza.

<prova a capirmi. Ti prego. Hanno organizzato un matrimonio alle mie spalle, ho dovuto rincontrare una persona che non volevo, i miei genitori mi hanno diseredato e adesso vengo a scoprire di te e di...voi> iniziando a indicare con l'indice la mia pancia.

una risata sarcastica uscì dalla mia bocca

<certo. Io devo cercare di capire a te mentre tu non hai mai minimamente pensato a come mi sentissi io>
<ti ho già chiesto scusa per questo casino>
<NON ME NE FACCIO NULLA DELLE TUE SCUSE> urlai infine. Stanca ed esausta di tutto. Di lui, della mia vita.

passarono altri minuti di silenzio. Ma non era più il silenzio di prima. Quello di prima era imbarazzante, l'aria puzzava di paura mischiata alla tensione. Mentre adesso è frustrante e irritante.

abbassai gli occhi e fissai il piccolo rigonfiamento che c'era sul mio ventre. È davvero un errore? Dovrei strapparlo via prima della sua nascita per evitare tutto il dolore che dovrà subire? Il dolore di crescere senza una figura paterna...

alzai la testa di scatto quando sentii un suono metallico. Stava per andare via. Sorrisi amaramente.

<hai mai provato qualcosa per me?...>
<...qualcosa di vero, intendo>

si fermò fissando l'uscita.

<credo di sì> rispose infine, sospirando appena
<bene. Sono felice di sapere che tutto questo non è significato nulla per te>
<Non ho detto questo> rispose lui sulla difensiva
<me lo hai fatto intendere. Adesso sparisci, non voglio più vederti>

<per il bambino...> iniziò lui grattandosi la nuca
<non sarà un tuo problema. Anche se nascerà avrà il mio cognome> dissi decisa mentre guardavo la finestra alla mia destra
<mi conoscerà mai?>
<no. Non meriti della felicità che ti darebbe chiamandoti "papà">

annui leggermente, per poi andarsene e chiudere la porta.

scoppiai in un pianto disperato.

Ho perso tutto.

1 ora dopo
ero in condizioni orribili. Occhi gonfi e rossi, capelli spettinati e il viso pallido, mentre tremavo ancora a causa dei singhiozzi trattenuti. Tutto questo non avrebbe fatto bene al bambino

qualcuno entro dalla porta: era Delfi

<~Sono tornataa> disse felice, con in mano una scatola di pasticcini alla crema. I miei preferiti

Appena alzò lo sguardo per guardarmi, il suo sorriso scomparì all'istante.

<dove è?>
<ma chi>
<quella testa di cazzo, chi sennò?> urlò calcando bene le prime parole
<non lo so>
<che ti ha detto?>
<che non vuole averci a che fare...> scese qualche lacrima <... ma infondo me lo aspettavo>

<non hai bisogno di lui> disse dopo minuti di silenzio
<lo so> dissi sorridendo
<voglio chiederti una cosa però> dissi incerta. Voglio sapere cosa ne pensa lei.
<dimmi> disse lei con un sorriso confortante, avvicinandosi alla solita sedia scomoda, per poi posare la scatola di dolci sul tavolino vicino.

<secondo te dovrei abortire?>

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